6) The Good Place
La protagonista, Eleanor, muore in modo piuttosto strano e si ritrova nell’aldilà, dove deve adattarsi alla sua nuova realtà. Ma c’è un grosso problema. Il suo angelo custode, Michael, le comunica con entusiasmo che è arrivata nella “parte buona” grazie alle sue azioni virtuose e al suo impegno nel volontariato. Eleanor, però, è convinta che si tratti di un errore, visto che nella sua vita non ha mai fatto nulla di positivo, anzi, si è sempre comportata in modo egoista e superficiale. Per evitare di essere mandata nel luogo dei cattivi, decide di tenere il segreto e non farsi scoprire. Tuttavia, la verità sul “Good Place” si rivelerà ben più sconvolgente di quanto Eleanor potesse immaginare.
“The Good Place” è una delle poche serie tv che affrontano temi filosofici complessi con leggerezza e umorismo. Nel suo ultimo episodio, gli autori offrono una conclusione che risponde a tutte le domande sollevate durante le stagioni. Che cosa significa davvero essere buoni? Che cosa c’è dopo la morte?. Il finale, infatti, li vede finalmente raggiungere una versione perfezionata del “Good Place”, dove ognuno di loro trova pace e appagamento. Una porta permette agli abitanti del Good Place di lasciare l’esistenza una volta che si sentono completi. Questa soluzione affronta un problema filosofico intrigante: cosa accadrebbe se avessimo l’eternità per fare tutto ciò che desideriamo? La risposta della serie è che anche la perfezione deve avere una fine, e che l’esistenza ha valore proprio perché è limitata.
Ogni personaggio trova il proprio destino in modo significativo nel finale di serie tv.
Eleanor sceglie di abbracciare l’inevitabile fine con serenità, Chidi realizza il suo desiderio di equilibrio e saggezza, Jason raggiunge la pace interiore attraverso un momento di pura contemplazione, mentre Tahani trova uno scopo eterno nel suo lavoro. Michael, infine, realizza il sogno di diventare umano, vivendo una vita semplice ma autentica. Con “Whenever You’re Ready”, Michael Schur e il suo team hanno concluso la storia in modo che fosse fedele a questi principi fondamentali.
Vivere una buona vita non riguarda solo il raggiungimento della perfezione, ma anche l’abbracciare l’impermanenza e il significato che possiamo creare lungo il percorso. “The Good Place” non è solo una commedia brillante, ma anche un potente promemoria dell’importanza di essere buoni, gentili e presenti nel momento.