Prima è stata la volta del Mini NES lanciato da Nintendo, pochi mesi dopo è arrivato il “nuovo” Nokia 3310, che non offre nessuna funzione in più rispetto allo storico cellulare del 2000, con una batteria che non si scarica praticamente mai. E non sono le uniche rivisitazioni tecnologiche avvenute negli ultimi anni, come se poi la mania anni Ottanta riguardasse solo la tecnologia. È una febbre che coinvolge (quasi) tutti e tutto, dai film alle Serie Tv, dalla musica allo stile. Ma perché siamo così fissati con gli anni Ottanta?
Uno dei motivi potrebbe essere questo. Gli ’80s, una volta ricordati quasi come una barzelletta, ora sono presi molto più seriamente, sia come materiale per un alto numero di storie, vere o presunte, sia come tempo in cui un certo tipo di arte si è formata. L’era digitale permette di compiere viaggi nel tempo, con Youtube e altre strane tane del Bianconiglio presenti su Internet, e questo probabilmente ha dato alla pop culture anni Ottanta un sapore ancora più nostalgico di quanto ne avrebbe avuto altrimenti. Se ci pensate bene, poi, non è che questa nostalgia si presenti in maniera uniforme e compatta!
Verso la fine degli anni ’90 e a inizi 2000, si celebravano gli anni ’80 come un gigantesco e meraviglioso “prom”, tra capelli laccati, vestiti di mussola e musica da batticuore. Basti pensare a “Rock of Ages”, “That ’80s Show” e l’episodio “The One with All the Thanksgivings” di Friends.
Insomma un generale e sonoro “I LOVE THE ’80S!”
Adesso, invece, l’attenzione è rivolta all’impatto e al significato storico di una decade che ai suoi tempi non aveva questa coscienza di sé. La tendenza di oggi è di unire il passato con il presente e di raccontare in maniera lucida e a volte persino brutale i grandi cambiamenti e le ipocrisie di cui gli ’80s furono protagonisti.
Un esempio su tutti è The Americans. La Serie Tv sulle spie comuniste così come Halt ad Catch Fire sono molto più interessate a esplorare la decade con la sua paranoia politica o i primi passi verso una rivoluzione tecnologica che non per un senso di schiacciante nostalgia. All’opposto i sequel che Hollywood continua a sfornare (Star Wars, Indiana Jones, Robocop e Blade Runner per dirne alcuni) sono una dimostrazione che la magia dei blockbuster anni Ottanta non è mai svanita. Persino i film di supereroi trovano le proprie origini negli anni Ottanta. Il Superman del 1978 e il Batman di Tim Burton del 1989, al quale ancora oggi si guarda con tanta nostalgia.
Non solo i film ma anche le Serie Tv, che negli ultimi due anni sono diventate le maggiori rappresentanti di questa mania. Dynasty, l’episodio “San Junipero” di Black Mirror, GLOW e Stranger Things sono solo alcuni dei titoli. Gli show sembrano rifarsi a uno specifico aspetto della pop culture di quegli anni: The Goldbergs con la voce fuori campo è ritratto della tipica famiglia americana, con riferimento agli anni d’oro di Roseanne; Red Oaks ricorda da vicino il personaggio di Matt Dillon (sex symbol anni Ottanta tra l’altro) di Flamingo Kid; GLOW è la rappresentazione eccentrica ma sincera del mondo patinato del wrestling anni Ottanta.
E poi c’è Stranger Things. Basata su film anni Ottanta e sui maggiori successi di Stephen King, la Serie Tv unisce passato e presente in maniera armoniosa sottolineando l’amore per quegli anni ma trovando allo stesso tempo una voce propria.
Non è solo la pop culture a essere rimaneggiata in Stranger Things ma i sentimenti che gli anni Ottanta provocano nelle persone, è quella la forza della Serie Tv che si discosta così dagli altri semplici omaggi in Tv e al cinema. Stranger Things non cita soltanto ma riprende l’essenza dei maestri a cui si ispira, troviamo così il cameratismo di Stand By Me, il sentimento di ET, il paranormale dell’Incendiaria.