2) Doctor Who – The Rings of Akhatan
“Can you hear them? All these people who lived in terror of you and your judgement. All these people who’s ancestors devoted and sacrificed themselves to you. Can you hear them singing? Oh, you like to think you’re a god, but you’re not a god. You’re just a parasite eating out the jealousy and envy and longing for the lives of others. You feed on them. On the memory of love and lost and birth and death and joy and sorrow. So, so come on then. Take mine. Take my memories. And I hope you’ve got a big appetite because I have lived a long life and I have seen a few things. I walked away from the last Great Time War. I marked the passing of the Time Lords. I saw the birth of the universe and watched as time ran out. Moment by moment until nothing remained — no time, no space, just me. I walked in universes where the laws of physics where devised by the mind of a mad man. I watched universes freeze and creations burn. I have seen things you wouldn’t believe. I have lost things you will never understand. And I know things. Secrets that must never be told. Knowledge that must never be spoken. Knowledge that will make parasite gods blaze. So come on then! Take it! Take it all, baby! Have it! You have it all!”
ll Dottore e Clara Oswald si dirigono verso il sistema stellare di Akhaten dove, su uno dei suoi pianeti, si sta per celebrare il Festival delle Offerte. Questo evento, che raduna attorno a sé tantissime alieni e creature provenienti da ogni angolo del sistema stellare, si svolge ogni mille anni per onorare il dio dormiente, Akhaten, con doni simbolici carichi di ricordi e sentimenti. Clara rimane subito affascinata e colpita dalla fede e dalla gioia che unisce razze aliene molto diverse le une dalle altre. Mentre, la ragazza è sorpresa dall’eccitazione che si respira tutto attorno a lei, il Dottore resta decisamente più cauto e attento.
Durante il rito, però, accade qualcosa di inaspettato e, nonostante i migliori sforzi, Akhaten si risveglia. Il dio si rivela, tuttavia, una potente entità parassita che si nutre di ricordi e emozioni, pronto a riversare la sua furia sugli accoliti terrorizzati. Ed è qui che entra in gioco il Dottore. Nel tentativo disperato di placare la creatura offrendole i suoi stessi ricordi, Eleven sfoga tutta la rabbia, la frustrazione e il dolore taciuto troppo a lungo. Il Dottore si lascia così andare a un lungo monologo in cui parla degli addii e delle perdite che hanno segnato la sua esistenza. Un grido che viene dall’anima e che dà voce al lato più triste del Time Lord, quello spesso nascosto dietro un sorriso sfacciato.
Pronto a sacrificarsi per il bene degli altri, il Dottore ingaggia una battaglia della mente contro Arkathen guadagnandosi una posizione di diritto in questa lista sulle migliori delle serie tv.
In ogni caso, è Clara che alla fine salva la situazione. Con un gesto di straordinaria generosità, offre alla creatura la foglia che rappresenta la storia della sua famiglia, un simbolo di infinite possibilità e potenzialità. Il gesto della companion sovraccarica Akhaten di emozioni, distruggendolo definitivamente.
3) Vikings – Sacco di Parigi
“I have something to say. I did not become Earl because I aspired to be one. It came about because of other people’s actions. And I did not become king out of ambition, but once again I had no choice as a result of other people’s actions. But nonetheless, I am king. King Ragnar, that is my name.”
L’assalto di Parigi, raccontato in Vikings (che potete vedere sul catalogo Netflix qui), si basa su eventi storici reali avvenuti nell’845 d.C. quando il leggendario re vichingo Ragnar Lothbrok guidò una flotta di drakkar lungo la Senna per saccheggiare la città franca. L’episodio storico importantissimo è stato adattato per la serie prendendosi alcune libertà creative ma ricostruendo in maniera fedele le strategie e gli scontri. Parigi, governata dal re Carlo il Calvo, era considerata una città inespugnabile e tra le meglio fortificate del tempo. Le mura imponenti, i ponti solidissimi e i labirintici torrioni al suo interno rappresentavano una sfida per chiunque non conoscesse la struttura. Fisicamente, quindi, non sembra esserci modo per fare breccia nella città, almeno non con la forza. Di fatto sarà proprio l’astuzia di Ragnar a garantirgli la conquista di Parigi.
L’assalto della capitale del regno franco e la successiva battaglia sono rappresentate attraverso due episodi chiave della terza stagione della serie tv.
I due episodi mostrano l’ingegnosità e la ferocia dei vichinghi ma anche la scaltrezza del loro re, disposto a tutto pur di impossessarsi della città. Il primo tentativo dei vichinghi di prendere Parigi è caratterizzato da un attacco coordinato su più fronti e guidato da Floki. Utilizzando torri d’assedio e arieti, Ragnar e i suoi uomini riescono a penetrare le difese esterne della città ma vengono presto respinti con pesanti perdite a causa della strenua resistenza dei francesi.
Quando nell’accampamento Bjorn e gli altri discutono su quale strategia sia meglio adottare, scontrandosi apertamente, Ragnar interviene ricordando loro chi è il re. Un titolo che non ha scelto per sé ma come frutto delle macchinazioni e decisioni di altri. Eppure, è anche un titolo che, gli piaccia o meno, gli appartiene e ha tutte le intenzioni di ricordarlo a chiunque gli si apri davanti. Siano essi alleati o avversari. Determinato a non fallire, dunque, Ragnar pianifica un secondo attacco, utilizzando stavolta il sotterfugio e l’inganno. Fingendo la propria morte, Ragnar viene portato all’interno delle mura della città, riuscendo a sorprendere e terrorizzare persino l’imperatore e la principessa Gisla. Come una volpe norrena in un pollaio franco, Ragnar fa abbassare il ponte permettendo così all’esercito vichingo di riversarsi in città.