Benedict Cumberbatch, uno degli attori britannici più amati del momento, è salito alla ribalta nel 2010 grazie alle sua brillante interpretazione di Sherlock Holmes, nella Serie della BBC Sherlock.
Cumberbatch, che oggi si divide tra cinema, teatro e tv, ha alle spalle grandi prove attoriali: numerose le sue interpretazioni in film e miniserie britanniche (da ricordare, assolutamente, il suo ruolo da protagonista in Hawking, nel 2004).
È stato solo con Sherlock, però, che il mondo ha iniziato a scoprire il suo talento.
In seguito, le apparizioni dell’attore sono diventate sempre più diffuse, di volta in volta in film di maggiore spessore mediatico. È noto, infatti, che la discontinuità dell’uscita delle nuove stagioni di Sherlock dipendeva proprio dei numerosi impegni di lavoro di Cumberbatch e di Freeman.
Dal 2010 in poi, abbiamo avuto la fortuna di assistere allo sbocciare di questo grandioso attore. Benedict Cumberbatch è stato impegnato nelle riprese di Into Darkness – Star Trek; il pubblico ha riso vedendolo dare vita a personaggi come Smaug e Dormammu con la tecnica del motion capture; il mondo intero si è emozionato diventando testimone della vita tormentata di Alan Turing. Non tutti, poi, hanno avuto la fortuna di vederlo all’opera a teatro ma – parola di chi l’ha visto al cinema – il suo Amleto sarà sempre indimenticabile.
Sicuramente non è sfuggito all’occhio dei più accorti che Benedict Cumberbatch funge da trait d’union tra questa serie di titoli e protagonisti sopraelencati. Non solo perché ne è l’interprete, ma perché riesce a dare a ognuno di loro quel qualcosa che lui ha di unico, che però ritorna in ogni personaggio.
Vi è mai parso che personaggi come Stephen Hawking, Sherlock Holmes, Alan Turing e Stephen Strange avessero qualcosa in comune? Il drago Smaug e lo shakespeariano Amleto possono essere accomunati da qualcosa, a parte chi l’interpreta? Noi pensiamo di sì!
La prima caratteristica che tutti queste personalità hanno in comune è sicuramente la genialità. Sono tutti estremamente intelligenti e usano il loro cervello per favorire il progresso del genere umano. Stephen Hawking, come tutti sanno, è il celebre astrofisico e cosmologo britannico noto soprattutto per i suoi studi sui buchi neri, sulla cosmologica quantistica e sull’origine dell’universo. Non credo ci sia bisogno di elaborare ulteriormente a proposito della sua genialità.
Anche Alan Turing è stata una persona in carne e ossa, vissuta durante la Seconda Guerra Mondiale e di fondamentale importanza per la risoluzione della stessa. Con l’invenzione della macchina Turing, un calcolatore progenitore dei moderni computer, il matematico riuscì a decodificare il codice Enigma con cui comunicavano i tedeschi e concludere anticipatamente la guerra. È considerato il padre della scienza informatica e dell’intelligenza artificiale, da lui teorizzate negli anni trenta. Anche in questo caso, la genialità non può essere messa in discussione.
Sherlock Holmes è il primo personaggio fittizio che entra in gioco. Anche lui è sicuramente un genio, nel suo piccolo, in confronto ai grandi nomi fatti in precedenza. Il detective privato ha, infatti, uno spiccato spirito di osservazione che si rivela estremamente utile per risolvere con successo solo i casi più stimolanti, quelli che lo incuriosiscono. Utilizzando il metodo deduttivo, riesce a trovare una soluzione alle situazioni più disparate senza, apparentemente, il minimo sforzo.
La sua genialità risiede della capacità di isolare ogni dettaglio e non farsi distrarre dal contesto. Non farsi coinvolgere è la chiave per rimanere lucidi e in grado di guardare ai fatti con obiettività.
Il dottor Stephen Strange, prima di diventare uno stregone, era semplicemente un luminare del mondo della neurochirurgia. Anche lui, come Sherlock, è un personaggio fittizio e anche lui seleziona accuratamente i casi di cui occuparsi. Il suo genio non può andare sprecato per i casi ordinari. Spinto dalla forza di volontà e dedizione riesce a impadronirsi dei segreti delle Arti Mistiche in un tempo relativamente breve; grazie alle sue doti diventa anche, dopo pochissimo, protettore del santuario di New York.
Un’altra caratteristica propria di vari personaggi interpretati da Benedict Cumberbatch è l’arroganza. Questa qualità può essere considerata diretta conseguenza della genialità, che porta i personaggi a ritenersi superiori agli altri. Solitamente solitari, metodici e pignoli, questi personaggi non lavorano bene in gruppo e pensano che gli input esterni non siano fondamentali per la riuscita dei loro scopi. Anche Smaug, di cui prima non si è parlato, è estremamente arrogante… ma forse questo dipende dal fatto che è un drago e quindi pensa che niente e nessuno possa nuocergli. Come sappiamo, tutti hanno un punto debole, e anche Smaug vedrà la sua fine.
Tutti questi personaggi pieni di sé, però, allo stesso tempo vengono affiancati da una spalla che ha lo scopo di umanizzarli.
Sherlock ha il dottor John Watson, Strange ha la collega ed ex fidanzata Christine Palmer, Alan Turing trova conforto e collaborazione nella collega Joan Clarke. Quindi, tutti questi personaggi durante il corso delle opere che li vedono protagonisti subiscono un’evoluzione emotiva, per cui si aprono agli altri e smussano, in parte, i loro “spigoli”.
Cosa c’entra Amleto, eroe drammatico per eccellenza, con questi personaggi televisivi? Benedict Cumberbatch riesce a dar vita con i suoi gesti, la sua voce e la sua presenza scenica a dei protagonisti carismatici. Il carisma è qualcosa che non si insegna e di certo non può essere imparato dai libri o da corsi di recitazione.
Tutti i personaggi cumberbatchiani – consentitemi il neologismo – tengono gli spettatori attaccati allo schermo (o al palco). Questo attore riesce a riversare nei suoi personaggi una personalità talmente forte e imponente da riuscire a rubare la scena a chiunque. Sarà la voce profonda, l’accento british – che ci piace – ma quando un personaggio è interpretato da Benedict Cumberbatch c’è la certezza che questo non ci farà annoiare o distrarre.
Questo breve excursus tra alcune delle interpretazioni dell’attore britannico, non sarebbe completo se non si parlasse del wit, dell’umorismo peculiare dei suoi personaggi e della loro stravaganza.
La stravaganza del personaggio di Amleto è ovvia. L’escamotage di fingersi folle, pur di portare allo scoperto gli inganni dello zio, non sarebbe venuto in mente a chiunque. Il contributo indispensabile di Cumberbatch diventa evidente nel momento in cui riesce a mettere in scena il conflitto del principe, rendendo la vicenda allo stesso tempo ridicola e strappalacrime. L’Amleto del nostro Benedict è davvero imperdibile.
Sherlock, poi, è stravagante al punto giusto e ha anche i suoi momenti divertenti (certo, divertenti per lui, quasi mai per i suoi interlocutori!). Indimenticabile quando si rivolge a Anderson in Uno studio in rosa:
Anderson, non parlare, abbassi il quoziente intellettivo di tutto il quartiere
o anche lo scambio con John in La casa vuota:
– Finirò per l’ucciderti
– Ma ti prego, uccidermi? È una cosa che andava di moda due anni fa!
Anche Stephen Strange è sorprendentemente simpatico. Le conversazioni con Wong, soprattutto la prima, sono sempre fonti di risate assicurate:
Wong. Wong e basta? Come Adele? O Aristotele. Drake. Bono… Eminem.
I personaggi presi in considerazione sono solo alcuni tra gli esempi più famosi dei tanti protagonisti interpretati dall’attore britannico. Analizzarli tutti sarebbe stato impossibile! Un altro personaggio che a breve sarà portato in scena da Benedict Cumberbatch, che sembra essere perfettamente in linea con le sue precedenti interpretazioni iconiche, è Patrick Melrose: uomo eccentrico, schizoide, narcisista e anche alcolista. Sicuramente ci regalerà battute divertenti, dispenserà cattiverie e commenti pungenti e si comporterà in modo stravagante. Del resto, la scelta dell’attore di accettare di interpretare questo ruolo è una garanzia di qualità!
Nell’attesa della nuova prova di Cumberbatch, vi invitiamo a segnalarci altre somiglianze tra le varie interpretazioni di questo grande attore, che ci regala ogni volta personaggi di grandissimo spessore!
Bonus: indimenticabile e di spessore il suo ruolo in Zoolander 2!
All è un* modell* genderfluid che alla domanda di Ben Stiller: Sei maschio o femmina? Risponde All è tutto (in lingua originale: All is all). Che dire, Benedict Cumberbatch può fare proprio di tutto (scusate il gioco di parole) non solo senza perdere credibilità ma anche contribuendo allo sdoganamento di stereotipi di ogni tipo!