Sono di Roma e la neve da queste parti è diventata una specie di tradizione. Ogni anno qualche fiocco lo butta giù. Ora, parlo per me, io sono tipo da mare tropicale e temperatura rigorosamente sopra i venti/venticinque gradi. Sotto questa soglia, mi sento di dover andare in letargo tipo orso. La notte mi metto sotto un paio di piumoni e mi ci avvolgo tipo bruco, ma mi premunisco sempre di tenere almeno un braccio libero per acchiappare il computer e attivare Netflix e mettermi in modalità binge watching.
La neve, poi, genera in me la totale mancanza di interesse per ogni cosa che esiste fuori dalla mia stanza, perché inoltre casa mia, per qualche strano fenomeno spiritico, è sempre fredda (il mio palazzo una volta era una scuola elementare e mia sorella dice che il freddo è dovuto ai fantasmi dei bambini che ancora vagano per le stanze, ma questa è un’altra storia su cui farà una Serie Tv qualche sceneggiatore che legge queste righe).
Cosa succede quando un pantofolaio vero come me vede la neve fuori dalla finestra? Inventa nuovi modi per non uscire di casa. Tanto al lavoro non si può andare, quindi nemmeno uscire con gli amici, quindi nemmeno fare la spesa, quindi sono intrappolato qui… potrei leggere un libro, ma sono troppo pigro per questo genere di cose. Allenarmi? La risposta è nella domanda. Parlare con i membri della mia famiglia e approfondirne la conoscenza? No, chissenefrega, anzi sarebbe il caso di mandarli tutti via ora che vado per i trenta e mi serve spazio vitale.
Di conseguenza, noi che siamo pantofolai e addicted, se nevica siamo naturalmente esposti all’epidemia del binge watching. Non lo fai nemmeno apposta. Sei lì a farti le già esposte domande su cosa potresti fare e all’improvviso “uh, guarda, un divano…” e il divano ha il potere di generare altra pigrizia e misantropia. Di solito dimentichi WhatsApp, del resto nessuno vuole rischiare che qualche amico proponga l’idea di fare un pupazzo di neve e che soprattutto veda che hai visualizzato ma non risposto. Come per magia ti compare il computer sulle ginocchia quando ormai tu e il divano siete una sola cosa e non hai più la percezione dello spazio esterno. Apri una puntata, nel mio caso era il pilot di The Deuce e, visto che ci sei, ti spari tutta la prima stagione che tanto se nevica pure i supermercati sono chiusi e non c’è motivo di interrompere per cercare del cibo.
Finita The Deuce, entra in circolo l’impressione che tu stia facendo qualcosa di importante, ossia metterti in pari con tutte le nuove uscite che non hai avuto tempo di vedere a causa del lavoro o degli esseri umani che volevano tu uscissi di casa per inutile birra e inutile discoteca. Così inizi Dark e, visto che la trama ti prende, ti spari tutta la stagione in binge watching entrando in un trip mentale sui viaggi temporali. Sei chiuso ormai, a che cosa serve la vita sociale? Ti ricordi che avevi un appuntamento con una ragazza e ti dici che tanto se nevica ti darà buca.
Oh, non ti han dato buca, anzi ci sono tre chiamate senza risposta. Della serie: quando vorresti davvero uscirci non capita proprio MAI. In questo caso però sei nel mood: che schifo i rapporti umani. Meglio non richiamare, le conseguenze potrebbero essere disastrose. potresti addirittura finirci a letto e, onestamente, sotto i venti gradi io divento un po’ asessuato.
La neve ha appena ammazzato la tua vita sociale e anche quella sessuale ma non te ne frega niente perché hai appena scoperto La casa de papel. Altro giro, altra chiusa, e quella Serie è un fomento tale che ti chiedi che cosa avessi da fare di così importante da non vederla. Ormai sei prigioniero di te stesso, non più della neve. Si perché si sta sciogliendo e in realtà potresti uscire, andare a lavoro, fare tutte le cose che in realtà un essere umano dovrebbe fare.
Ma chi se ne importa: mi sono sparato di fila, Britannia, Black Mirror 3, Riverdale 2, Mindhunter, Manhunt: Unabomber, Devilman: Crybaby, Blame!