Netflix è diventata per tutti tra le piattaforme streaming più utili dove attingere film, documentari e soprattutto serie tv. Ce ne sono di ogni genere, durata e gusto e, in un panorama così ricco come quello in cui stiamo vivendo, è sempre più facile imbattersi in prodotti particolari, elaborati, con significati e riflessioni più profonde e oscure. Serie come l’ormai cult Black Mirror o la perla Dark ci portano a esplorare l’animo umano, le angosce e i turbamenti della vita di tutti i giorni, mostrandoceli attraverso narrazioni originali e assolutamente ben fatte.
Ecco quindi che abbiamo cercato di fare il punto della situazione, ricapitolando, secondo noi, quali sono al momento 4 tra le serie più angoscianti presenti sul catalogo Netflix.
1) Black Mirror
Come anticipato prima, è impossibile non menzionare Black Mirror, uno dei prodotti di punta e più famosi di Netflix. La serie è tutt’altro che una visione spensierata e dai toni leggeri, anzi tutto il contrario.
Questa serie antologica, al termine di ogni episodio, ti lascia con un forte senso di angoscia, con una sensazione che molto spesso è difficile da identificare. In ogni sua storia, Black Mirror ha come fulcro centrale la tecnologia, vista e rappresentata attraverso situazioni e scenari distopici, dove è quasi la tecnologia stessa a comandare sull’uomo. Ma dobbiamo ammettere che molto spesso questi scenari sono estremamente vicini alla nostra attualità. Ecco cosa ci tocca profondamente!
La verosimiglianza alla nostra realtà che ci propone Black Mirror turba e va a toccare moltissime corde sensibili dello spettatore, portando con sé un senso di inquietudine e disagio notevole. Chi non si è premurato di mettere un qualcosa davanti alla propria webcam in modo tale che nessuno da remoto potesse accedervi (come vediamo succedere nel terzo episodio della terza stagione “Zitto e balla”)? O quanti di noi hanno notato l’estrema e sconcertante somiglianza alla società odierna per quanto riguarda il mondo dei social che ci viene presentata in “Caduta libera”?
Insomma, in un modo o nell’altro Black Mirror è sempre riuscita a inquietare lo spettatore, ad arricchire lo scenario e il dibattito riguardo la tecnologia, a mostrarne i pregi e, allo stesso tempo, le ripercussioni sull’essere umano come individuo, sulla società e sul mondo in generale.
2) The Haunting of Hill House
Serie horror estremamente apprezzata dai cultori del genere e non solo, The Haunting of Hill House si muove con grandissima maestria nelle profondità dell’animo umano. Anche perché il cuore della serie è la famiglia.
La storia si muove intorno a questi fratelli che tornano nella loro casa di infanzia dove si trovano ad affrontare i loro demoni interni, il lutto, la malattia mentale. Si tratta di un vortice caotico in cui ci vengono mostrati pezzi di un puzzle difficile da ricostruire, un intreccio complesso e soffocante dovuto anche all’alternarsi delle due linee narrative, quella del passato e del presente. Gli interpreti bravissimi ci restituiscono la claustrofobia che i personaggi vivono costantemente, il sentirsi imprigionati nella propria mente, nei propri pensieri, nelle proprie angosce.
Ovviamente non mancano i classici espedienti del genere horror, quindi è facile saltare con un jumpscare improvviso o alla visione degli spettri della casa infestata, ma il disagio e il senso di malessere che sentiamo dall’inizio alla fine della serie ci viene trasmesso dalla psicologia dei vari componenti della famiglia, dalla bravura e dall’attenzione impiegata nella scrittura e nell’evoluzione di ogni singolo personaggio.
Insomma, un viaggio nelle profondità più recondite dell’animo umano da intraprendere assolutamente.
3) Dark
Gioiello tedesco che ha conquistato i cuori di moltissimi spettatori, Dark è una serie davvero complessa, difficile da spiegare anche a chi l’ha seguita con attenzione, ma assolutamente degna di essere guardata perché davvero ben fatta e studiata in ogni suo dettaglio.
La serie si muove su varie linee temporali che interagiscono tra loro e si influenzano a vicenda. Il passato diventa futuro, il presente passato e così via. Le puntate sono costellate da colpi di scena che si intersecano perfettamente in un quadro molto più grande che lentamente si viene a ricostruire sotto i nostri occhi.
Ciò che angoscia il pubblico a casa è sicuramente la storia in sé, una storia inverosimile e assolutamente irrealistica, ma che ci viene presentata in maniera così millimetrica e realistica che ci risulta difficile collocarla in un immaginario fantascientifico. Il tutto accompagnato da una colonna sonora cruda, che sembra parlare al posto dei personaggi e che li conduce nei vari luoghi cupi e ricchi di inquietudine che caratterizzano la cittadina tedesca di Winden.
La serie mescola la coralità e l’utilizzo del tempo di Lost, l’angoscia, l’inspiegabile e le ambientazioni di Twin Peaks, le unisce alla religione e le trasforma in un prodotto originale, di qualità, insolito e intricato all’ennesima potenza.
4) BoJack Horseman
Ci troviamo di fronte a una serie all’apparenza comedy, spensierata, dopotutto “si tratta di un cartone no?”. Ma andando nel profondo e graffiando (nemmeno troppo) la superficie, ci troviamo davanti a una rappresentazione ben chiara del dolore, della depressione e dell’angoscia dell’essere umano.
Il nostro protagonista BoJack, ex star di una serie tv degli anni ’90, vive in un mondo dove animali ed esseri umani sono alla pari. Sembrerebbe un ottimo spunto per un prodotto simpatico e leggero, ma la serie è tutto l’opposto, ci mostra le debolezze dell’uomo, il desiderio di essere sempre migliori ma che viene continuamente soffocato dalla consapevolezza di essere mediocri, inadeguati, danneggiati.
La serie è un percorso che si muove in verticale, a ogni episodio si sprofonda sempre più giù, in un buco nero profondissimo, tra alcol e dipendenze, dal quale sembra impossibile risalire.
Una visione necessaria, ma per nulla semplice.