La grandezza di una serie tv generalmente si misura in termini di ascolti, capacità di intrattenimento, perfezionismo tecnico ecc. ecc. Ma una serie tv riesce a scrivere la storia quando è in grado di scrollarsi di dosso le strutture tipiche del genere di appartenenza, e crearne di nuove (tanto che in alcuni casi è addirittura difficile categorizzare le serie in questione in un genere specifico). Di esempi ce ne sono tanti, da I Soprano a Black Mirror.
Abbiamo selezionato 7 Serie Tv che hanno riscritto la grammatica del loro genere di riferimento, partendo proprio da Black Mirror.
1) Black Mirror
Quante volte negli scorsi anni ci è capitato di dire “la realtà sembra un episodio di Black Mirror”?!
La serie tv antologica di Charlie Brooker è diventata ormai l’antonomasia della distopia, trasportandoci in un mondo spaventoso che assomiglia troppo alla nostra quotidianità. In particolare, Black Mirror vuole raccontare a tinte crude il rapporto morboso tra umanità e tecnologia, portando all’estremo questa relazione in ogni singola puntata.
Si tratta di una serie antologica che risulta quasi impossibile da guardare in binge watching. Ogni puntata è altamente disturbante, ma anche altamente godibile da un punto di vista tecnico, raggiungendo il massimo dell’ambizione con l’episodio speciale Bandersnatch, che è un vero e proprio film con cui gli spettatori possono interagire.
Black Mirror porta la fruizione del prodotto cinematografico su un altro livello, estremizzando il processo di immedesimazione dello spettatore nel prodotto.
2) Lost
Lost è una di quelle serie a cui l’etichetta di un genere sta più che stretta. Ancora oggi, a distanza di anni, molti spettatori la considerano La Serie per eccellenza, e considerando quanto sia stata rivoluzionaria non hanno tutti i torti.
Lost mescola amabilmente filosofia, fantascienza e poesia in un prodotto che ha indubbiamente condizionato la storia delle serie tv. Ci sarebbero tantissimi aspetti di cui parlare ma, in particolare, l’elemento chiave della rivoluzione di Abrams è l’utilizzo di flashback e flashforward. Questi ultimi nello specifico rappresentano il vero tratto distintivo della serie, che ha condizionato fortemente il futuro della serialità (cliccate qui per approfondire l’argomento).
3) Twin Peaks
Twin Peaks è probabilmente la serie regina di questo articolo, avendo scritto e riscritto la grammatica della serialità in generale.
Twin Peaks è la storia del genio di David Lynch e Mark Frost. Una storia di intuizioni e colpi di fortuna, come l’inserimento nel cast di Frank Silva, interprete dell’iconico e inquietante BOB, che era presente sul set come scenografo, non avendo mai recitato prima.
Prima di Twin Peaks gli spettatori erano abituati a concepire la televisione come mezzo di intrattenimento senza pretese, sulla scia delle Soap opera e delle sitcom. È una serie avanguardista sotto tutti i punti di vista, in particolare sotto il profilo dello storytelling e del legame che si crea tra le vicende, i personaggi e lo spettatore stesso.
4) I Soprano
In coppia con Twin Peaks non potevamo esimerci dal citare anche I Soprano, altro baluardo della serialità che ha riscritto la grammatica del genere drammatico.
Senza Tony Soprano tantissimi personaggi e serie tv non sarebbero mai esistite (qui ne abbiamo selezionate 5). Personaggi come Dexter, Walter White (per stessa ammissione di Vince Gilligan), Jax Teller, Don Draper ecc. ecc. non sarebbero mai arrivati sui nostri schermi.
Matthew Weiner ha avuto il coraggio di scavare nella mente di un criminale, di presentare al pubblico un protagonista moralmente deviato. Il cattivo non è più un soggetto da avversare, ma un soggetto con cui siamo costretti a empatizzare. Si tratta di una scelta coraggiosa e ben poco scontata, che ha determinato la nascita di un nuovo genere, che mette al centro l’etica deviata di assassini, uomini corrotti e senza scrupoli, ma pur sempre umani.
5) Boris
Da Black Mirror a I Soprano abbiamo parlato di serie internazionali che hanno cambiato il modo di fare serie tv, ma non possiamo certo dimenticare un prodotto tutto italiano come Boris.
Nel panorama italiano è ancora oggi difficile trovare una serire che eguagli Boris in fatto di successo crossmediatico. Boris ha riscritto il modo di fare comicità in Italia, ricordandoci che la cosa che ci fa più ridere, e pensare allo stesso tempo, è la buona vecchia satira su noi stessi.
Ecco perché, a distanza di anni Boris continua a rispecchiare un Paese di musichette, mentre fuori c’è la morte. Ridiamo perché siamo italiani, e una delle cose che amiamo fare più di tutte è parlare di noi stessi, crogiolarci nelle nostre bellezze e lamentarci dei nostri problemi: della costante mancanza di futuro, e del nostro essere sempre incredibilmente troppo italiani.
6) The Boys
The Boys trae ispirazione dall’omonima graphic novel di Garth Ennis. disegnata da Darick Robertson. Di per sè il fumetto stesso costituisce una rivoluzione, perché si stravolgono le consuete dinamiche che coinvolgono i supereroi.
Quando parliamo di supereroi la nostra mente vola automaticamente alla Marvel e a tutto ciò a cui ci ha abituato: il classico sfigato che per un motivo o per un altro acquisisce poteri fuori dall’ordinario, e si trova coinvolto in una lotta all’ultimo sangue con il cattivo di turno, al fine di salvare il mondo.
Con The Boys potete benissimo mettere da parte questa struttura narrativa e iniziare a pensare ai supereroi in un’ottica completamente diversa e innovativa. i supereroi di The Boys usano i propri poteri per scopi meramente personali, sono tutt’altro che rispettabili e le vicende si inseriscono in una narrazione senza peli sulla lingua, che non va certo per il sottile.
7) Fleabag
Un’altra serie recente che, come Black Mirror, si è distinta per originalità è sicuramente Fleabag.
È indubbio che la rottura della quarta parete non sia un espediente narrativo da attribuire a Fleabag, ma il modo in cui tale tecnica viene usata in una comedy (o dramedy) del genere è strabiliante.
La vera differenza è il ritmo delle puntate e il fatto che la serie ci trasporti in questo universo di sentimenti contrastanti. Con Fleabag ridiamo, piangiamo, riflettiamo sulla nostra vita e sulle sue immense e continue falle. Talvolta ci sembra di essere spettatori seduti a teatro, piuttosto che davanti allo schermo del nostro computer o della nostra televisione.