Con il termine body shaming si intende l’atto di deridere il corpo altrui per una qualsiasi caratteristica fisica. Lo scopo? L’umiliazione. Che ci si riferisca all’adiposità o alla magrezza, all’altezza o alla bassezza, qualsiasi peculiarità considerata non aderente ai canoni estetici vigenti – anche addirittura una gravidanza, come nel caso di Blake Lively – può diventare il punto debole da mortificare.
In una società disgustosamente superficiale come quella in cui viviamo, dalla pubblicità del profumo alla copertina del settimanale, tutto sembra volerci istruire su cosa sia giusto e cosa sia sbagliato, su cosa sia bello e cosa non lo sia, seguendo una scala di valori fittizia che non ha nulla a che vedere con la reale diversità dei corpi.
Canoni estetici imposti arbitrariamente come se fossero legge scritta sono la causa scatenante di una forma di bullismo sempre più incessante come quella del body shaming, modalità fattasi ormai dilagante con l’avvento dei social network che promulgano loro stessi aspettative completamente falsate del corpo.
Se pensate che questo tipo di prevaricazione sia attuato solo ai danni della gente comune vi sbagliate di grosso, sono molti infatti i casi in cui anche personaggi dello showbiz hanno subito analoghe prese in giro per il loro aspetto fisico, basti pensare all’eclatante caso di Blake Lively di queste ultime settimane di cui parleremo più avanti.
Anche nelle serie tv, purtroppo, nonostante la variante fisica sia irrilevante ai fini dell’intrattenimento, moltissimi attori di show televisivi hanno subito i danni del body shaming divenendo anche loro vittime di bullismo: scopriamo insieme i protagonisti di questa lista e i casi che li hanno visti protagonisti.
1) Jesse Plemons
Sicuramente il volto di Jesse Plemons non vi è nuovo, sia che abbiate visto il film conclusivo di Breaking Bad, El Camino, sia se non sappiate neanche di cosa stia parlando.
Non esiste persona sulla faccia della terra, infatti, che non abbia visto almeno una volta un meme su Todd – il personaggio interpretato da Plemons – il quale appare nel film, 6 anni dopo la fine dello show, ingrassato di alcuni chili.
Pioggia di like e tempesta di commenti sono state le immediate risposte al suo aumento di peso, un successo comico clamoroso che non ha mai destato in nessuno il sospetto che ridere della forma fisica altrui sia crudele.
Qualcuno si giustificherà dicendo che il protagonista delle prese in giro era il personaggio e non l’attore, dimenticandosi che le due entità sono strettamente correlate, ancor più se si parla di forma fisica e non di prestazione artistica.
Ma non si può ridere su niente? Se con ‘niente‘ si intende criticare e bullizzare una persona per il suo aumento di peso allora in questo caso no.
Ogni attore, personaggio famoso o comune mortale è una persona reale con sentimenti autentici, e ferirli senza pietà non è comicità ma cattiveria.
2) Diane Nguyen
È stato il caso di Diane Nguyen, protagonista di Bojack Horseman a darmi lo slancio per scrivere questo articolo, vittima anche lei di body shaming. Non ci credete?
Ebbene sì, mai avrei potuto pensare che un cartone animato – per quanto profondo sia – possa risultare soggetto a un atto di bullismo di questa portata. È proprio il fatto che si tratti di un’opera priva di attori, ma personaggi animati, a rendere la questione ancor più sconcertante.
Dai commenti negativi rivolti al personaggio di Diane, rea di aver preso peso, possiamo arrivare a due pesanti conclusioni. La prima riguarda il fatto che il body shaming sia così insito nel modo di esprimersi comune da essere rivolto a un personaggio di fantasia, disegnato a matita, a dimostrazione che l’atteggiamento derisorio ha superato addirittura il limite del reale.
La seconda considerazione invece è ancora più drammatica: Diane infatti prende peso come effetto collaterale all’uso di psicofarmaci, medicinali che assume per curare la sua depressione, aggravante che dovrebbe per lo meno far riflettere prima di commentare aspramente il suo fisico, cosa che invece purtroppo non accade.
Certo, Diane è solo un cartone, ma siamo davvero sicuri che la sua storia non sia qualcosa di già sentito nella realtà?
3) Patricia Allison
Con body shaming non si intende soltanto lo stigma rivolto a chi è soggetto ad un aumento di peso, ma riguarda ogni derisione rivolta al corpo in generale. Questo è il caso di Patricia Allison, interprete di Ola, uno dei personaggi principali di Sex Education.
Non è il peso il fattore predominante delle prese in giro rivolte ad Ola, ma il suo aspetto: Ola è brutta, ma brutta per chi?
I commenti rivolti all’attrice passano dalla comparazione con un calciatore, alludendo al fatto che sia così poco femminile da assomigliare a un uomo a commenti ancora più spietati riguardante il suo aspetto ‘non canonicamente bello’, ma bello per chi?
Fatemi conoscere chi decide i canoni perché non vedo l’ora di dirgli che non me ne frega niente.
Ma soprattutto, veramente stiamo parlando ancora di ‘femminile’ e ‘maschile’ come dogmi imprescindibili dell’estetica nel 2020, per di più associati ad una serie come Sex Education?
Va proprio contro lo spirito della serie essere giudicanti nei confronti dell’aspetto fisico di qualcuno. Se c’è una cosa che Sex Education ci ha insegnato è proprio questo, e assimilare i concetti esposti dalla serie è sicuramente un ottimo modo per cominciare a non essere più né schiavi né aguzzini di questi pregiudizi.
4) Sasha Pieterse
Chi avrebbe mai pensato che una bulla come Alison di Laurentis, protagonista di Pretty Little Liars, potesse essere stata vittima di bullismo? Ebbene sì, stiamo parlando infatti dell’attrice che la interpreta, Sasha Pieterse.
Per cercare questa foto ho digitato il nome dell’attrice su Google, e al terzo posto, dopo ‘Sasha Pieterse oggi’ e ‘Sasha Pieterse età’ ho trovato il risultato ‘Sasha Pieterse grassa‘, scoprendo tutta una sequela di articoli che segnalano e condannano il corpo dell’attrice.
Una feticizzazione, quella del suo peso che non ha eguali. Tutti si domandano quanto sia ingrassata e perché: un’insistenza immotivata che porta la Pieterse a rilasciare una dichiarazione dove comunica che il suo aumento di peso è stato influenzato dall’ovaio policistico di cui soffre.
Una giustificazione di cui non avremmo avuto bisogno ma che molto probabilmente ha portato un po’ di comprensione nella vita dell’attrice, stanca degli insulti e delle rimostranze nei suoi confronti.
Ma facciamo un passo indietro: è giusto che ci sia la necessità di dover giustificare ogni singolo cambiamento del proprio corpo per ricevere in cambio comprensione al posto di derisione?
5) Blake Lively
È stata definita ‘brutta’, ‘fuori forma’, ‘grassa’, e sì, sto proprio parlando di Blake Lively.
La protagonista di Gossip Girl ha calcato il red carpet 4 mesi dopo la nascita del suo terzo figlio e l’accoglienza che ha ricevuto non è stata delle migliori. La sua colpa? Non essere tornata tanto magra quanto prima, il suo reato? Essere una donna normale.
Per quanto i media vogliano convincerci del contrario, è assolutamente normale non rimettersi subito in sesto dopo una gravidanza o addirittura cambiare totalmente fisico senza tornare più come si era prima. Non è fantascienza ma normalità.
Certo, si può fare palestra, ci si può sottoporre ad una liposuzione, ma si può anche non voler fare niente e rispettare la sacrosanta scelta di chi preferisce vivere la vita secondo i propri desideri che non sono quelli della televisione e neanche quelli della rivista che ha definito Blake Lively ‘sciatta e fuori forma’ perché ha messo al mondo un essere umano: questa sì piuttosto che è fantascienza! –
In una società che non ci permette di ingrassare, non ci rende liberi di essere come siamo, non ci lascia invecchiare e non ci slega da questi continui pregiudizi, la vera rivoluzione è non promulgare più questi falsi miti e combattere affinché nessuno abbia più paura di essere ciò che di bellissimo è: semplicemente sé stesso.