Ogni anno porta ormai con sé centinaia e centinaia di serie tv, alcune splendide, alcune terrificanti, molte dimenticabili, fin troppe davvero deludenti. In questo articolo, che non rappresenta in nessun modo una classifica, vogliamo parlarvi di quest’ultima categoria di serie, quelle che aspettavamo con trepidazione e invece in un modo nell’altro hanno finito per deluderci. Non tutte le produzioni menzionate sono necessariamente delle brutte serie, come per esempio la tutto sommato godibile Blockbuster o la divisiva Gli Anelli del Potere, eppure in ognuno di questi dieci casi le aspettative che si erano create intorno all’uscita delle produzioni sono state disattese, a volte anche largamente.
In alcuni casi le produzioni nominate avranno la possibilità di rifarsi con le stagioni future, libere del peso schiacciante delle aspettative, in altri le potenzialità inespresse non troveranno mai il modo di essere mostrate al mondo per via di qualche cancellazione repentina, in altri ancora la cancellazione è stata una vera manna dal cielo, perché vi era ben poco da salvare nelle serie in questione. In tutti i casi però, ciò che rimane è l’enorme delusione che abbiamo provato guardando delle produzioni per le quali avevamo grandi speranze, puntualmente infrante.
1) Blockbuster
Blockbuster portava con sé aspettative altissime, tanto che prima che uscisse in molti la consideravano la potenziale comedy dell’anno. E invece, il suo destino è stato un altro.
Creata dai produttori di Brooklyn Nine-Nine e Superstore, con protagonisti Melissa Fumero e Randall Park e uno spunto di partenza davvero brillante, Blockbuster sembrava poter avere tutte le carte in regola per diventare una delle nuove workplace comedy di riferimento nel panorama televisivo. Eppure, fin dal primo episodio, è chiaro che la comedy ha potenziale ma non riesce a sfruttarlo, come era già successo all’altra grande delusione Netflix in ambito comico, ossia la Space Force con protagonista niente di meno che Steve Carell.
Blockbuster non è una serie brutta in senso assoluto, ma è una produzione che lascia indifferenti e che, cosa piuttosto grave per una comedy, raramente riesce a strappare anche solo un sorriso. I personaggi, soprattutto quelli principali, non sono mai messi del tutto a fuoco e le dinamiche che si instaurano tra di loro non riescono a funzionare come motore comico della serie, mentre quella che è la premessa principale della serie, ossia raccontare le vicende dell’ultimo Blockbuster, non viene mai esplorata sufficientemente a fondo. Questo non vuol dire che Blockbuster sia un totale fallimento, ma semplicemente che la sua prima stagione non si è avvicinata a quelle che erano le aspettative dei fan e infatti la sua repentina cancellazione non ha stupito nessuno.
2) Obi-Wan Kenobi
Che le produzioni seriali incentrate sull’universo di Star Wars abbiano una qualità altalenante è ormai qualcosa a cui ci siamo abituati, tanto che ormai quando ne iniziamo una lo facciamo affrontandola nello stesso modo in cui Forrest Gump si approcciava alle scatole di cioccolatini. Nel caso di Obi-Wan Kenobi, purtroppo, non ci siamo ritrovati ad ammirarla con devozione come abbiamo fatto per esempio con Andor e The Mandalorian, ma a osservare con crescente diffidenza una serie tv che ha finito col deludere le aspettative e soffre per una trama inconcludente, incapace di apportare qualcosa di nuovo a un franchise sterminato come quello di Star Wars. Il che è un vero peccato, perché la serie copre un periodo di tempo del quale ben poco è noto finora e, potenzialmente, ci sarebbero state molte cose da poter raccontare.
Obi-Wan Kenobi invece si protrae senza che accada molto per sei puntate, trascinata dalla splendida interpretazione di Ewan McGregor, che riesce a regalare una profondità non scontata a un personaggio che a livello di scrittura nella serie non appare del tutto riuscito. Essendo Obi-Wan Kenobi uno dei personaggi più amati di Star Wars e Ewan McGregor un attore incredibile, le aspettative riguardo a questa particolare miniserie erano altissime e purtroppo, sebbene non stiamo parlando di un brutto prodotto, queste non vengono mai del tutto rispettate.
3) Gli Anelli del Potere
Difficile trovare nell’attuale panorama seriale una serie più divisiva di Gli Anelli del Potere, la mastodontica produzione Amazon Prime Video che trasporta sul piccolo schermo l’universo creato da J.R.R. Tolkien. Impeccabile del punto di vista tecnico e uno spettacolo per gli occhi per quanto riguarda la realizzazione degli ambienti nei quali ha luogo la narrazione, per quanto riguarda quasi ogni altro aspetto di agli Anelli del Potere si sono scatenati dibattiti a non finire tra chi difende questo particolare adattamento e i, molto più numerosi, detrattori della serie Amazon Prime Video.
Per quanto ci riguarda pur non potendo mancare di sottolineare alcune evidenti debolezze di Gli Anelli del Potere a livello di costruzione della trama, gestione dei tempi narrativi ed evoluzione dei personaggi, fatichiamo a dare un giudizio definitivo su quello che è un primo capitolo dall’impostazione decisamente introduttiva e aspettiamo di vedere dove ci porterà la storia nelle prossime stagioni. Resta tuttavia innegabile che, date le aspettative altissime che accompagnavano una trasposizione in lavorazione da anni e attesa da milioni di fan, questa prima stagione di Gli Anelli del Potere sia da considerare almeno in parte una delusione.
4) Made for Love
Ebbene sì, a volte persino HBO ci delude. Schivato il più grande dei proiettili, ossia il rischio che fosse la ben più esposta House of the Dragon a deludere le aspettative, in realtà è stata la seconda e ultima stagione della bizzarra comedy con Cristin Milioti a lasciare il pubblico con diverse perplessità.
La serie, incentrata sulle avventure dei coniugi Gogol e costruita a partire da uno spunto innovativo ed estraniante come quello dell’uso della tecnologia come strumento di controllo nelle relazioni, riesce a regalare agli spettatori un finale conclusivo nonostante la cancellazione, ma se si esclude questo sono pochi gli aspetti che si salvano di un secondo capitolo decisamente non all’altezza delle aspettative. Il problema principale è che buona parte di questa stagione di Made for Love dà l’impressione di essere solo un contorno, il riempitivo di una storia che non sa cosa vuole dire e come dirlo. La serie resta comunque assolutamente valida, coinvolgente e godibile, ma manca la scintilla che aveva animato la prima stagione e il risultato finale sa troppo di già visto per soddisfare le aspettative del pubblico.
5) The Flight Attendant
Tra le comedy più attese dell’anno insieme a Blockbuster, la seconda stagione di The Flight Attendant ha lasciato il pubblico davvero perplesso.
La prima stagione di questa dramedy a tema spionaggio con protagonista la star di The Big Bang Theory Kaley Cuoco era stata una delle sorprese più positive della 2020, un’opera originale da gustarsi tutta d’un fiato che meritatamente si era conquistata il plauso di critica e pubblico. Se le aspettative per la sua prima stagione erano quasi nulle, lo stesso non si può dire di The Flight Attendant 2, che si era imposta come uno dei ritorni più attesi del 2022.
Accolta in modo decisamente più tiepido rispetto alla precedente, questa seconda stagione resta sicuramente valida, ma al di sotto di qualsiasi aspettativa del pubblico. La struttura della trama ricalca troppo fedelmente quella della prima stagione, dando l’impressione di stare guardando qualcosa di già visto, mentre appare depotenziato quel fattore grottesco che aveva caratterizzato finora The Flight Attendant rendendola una vera novità nel panorama seriale. L’impressione è che l’inaspettato successo della prima stagione abbia portato a un seguito non previsto e per il quale non c’erano progetti. Perciò, messi davanti al rinnovo, sembra che gli autori abbiano tentato di strafare per tentare di ripetere la magia, perdendo però la bussola della trama e finendo per replicare molte delle scelte già messe in scena precedentemente.
6) God’s Favorite Idiot
È vero, abbiamo detto che nessuna serie recente è stata divisiva quanto Gli Anelli del Potere, ma God’s Favorite Idiot, produzione Netflix con Melissa McCarthy e Ben Falcone, ci va molto vicino. Questa comedy è la classica serie che o si ama o si odia con la stessa intensità, che si finisce per elogiare come una delle più divertenti del 2022 o si abbandona presto sopraffatti dalla noia.
Qualsiasi sia il vostro personale parere su God’s Favorite Idiot, una cosa è certa: la serie comedy, passata in sordina nonostante i nomi piuttosto importanti che compongono cast e produzione, non ha sicuramente soddisfatto le aspettative altissime che la circondavano (esattamente come nel caso di Blockbuster). Il tema della religione, al centro dell’opera di Falcone, è trattato in modo divertente, ma senza grandi pretese di ambizione e originalità, una scelta che alla lunga non paga perché rende God’s Favorite Idiot solo una delle tante serie che trattano una tematica ormai inflazionata. Sebbene abbia momenti di brillantezza, il connubio tra sarcasmo e leggerezza ricercato dalla comedy non sempre appare efficace, lasciando l’amaro in bocca agli spettatori che avvertono tutte le potenzialità inespresse di God’s Favorite Idiot.
7) Resident Evil
Tante delle serie tv nominate sono presenti in questa lista perché, nonostante non siano di per sé delle produzioni di basso livello, hanno finito per deludere le aspettative che vi si erano create intorno. Questo non vale per Resident Evil, serie Netflix talmente inguardabile da essere riuscita a mettere d’accordo tutto il suo pubblico, che non si è affatto dispiaciuto per la sua repentina cancellazione. Quello di Resident Evil è un franchise di grandissimo successo che include produzioni di quasi ogni tipo e la scelta di creare anche una serie tv che espandesse l’universo era già di per sé un grosso rischio, ma probabilmente nessuno si aspettava un fallimento simile.
Non sono soltanto le divergenze enormi con il videogioco ad avare pesato sul giudizio negativo nei confronti di Resident Evil, ma soprattutto la trama sconclusionata e spesso senza senso, i personaggi senza alcuno spessore, un cast non altezza e una fondamentale piattezza di fondo, che impedisce un qualsiasi coinvolgimento emotivo sia con i protagonisti che con la storia. Il risultato è una serie trascurabile, senza alcuna tensione narrativa e incapace di suscitare un qualsiasi tipo di emozione diversa dalla noia, un esperimento fallimentare che preferiamo dimenticare.
8) Hard Cell
Parlare di Hard Cell vuol dire parlare di una delle peggiori comedy del 2022, una di quelle serie talmente brutte sotto ogni punto di vista da non lasciare spazio a quasi nessun commento positivo. Eppure la serie Netflix aveva tutte le carte in regola per poter sfondare: umorismo britannico, un carcere femminile, riprese in stile mockumentary e la presenza dell’elemento musical, che se usato nel modo migliore può dare vita a momenti di televisione brillante e indimenticabile.
Nonostante le premesse fossero positive, il problema di Hard Cell è la loro esecuzione, che dà vita a una sorta di ibrido tra The Office (non a caso la protagonista è Catherine Tate, già Nellie nella comedy NBC) e Orange is the new Black che però ha ben poco a che spartire con le due illustri serie a cui si ispira. I sei episodi della serie sembrano non trascorrere mai, popolati come sono da personaggi ai limiti della caricatura e battute scontate, il che è davvero un peccato se si considerano le aspettative create dalle ottime premesse di Hard Cell.
9) The Terminal List
Quella raccontata in The Terminal List non è una storia che brilla per originalità, ma questo era evidente fin dal trailer e comunque non era un problema di per sé, perché la serie poggiava su delle premesse sufficientemente interessanti da poter garantire del sano intrattenimento agli spettatori. L’intreccio di vendetta, guerra e complotti portato avanti nella serie con protagonista un dimenticabile Chris Pratt avrebbe anche potuto funzionare se solo tutte le puntate non avessero esattamente la stessa struttura, finendo per annoiare un pubblico che arrivato al quarto episodio sa già come si svolgeranno tutti i successivi.
Quello del marito che vuole vendicare la moglie uccidendo tutti coloro che erano stati coinvolti in qualche modo nel suo omicidio non è sicuramente uno spunto nuovo, ma se costruita con la giusta tensione narrativa (e durata la metà degli episodi), The Terminal List sarebbe potuta diventare una serie di intrattenimento di buon livello, non un’opera rivoluzionaria ma quanto meno piacevole. Invece la produzione Amazon Prime Video si accontenta di fare il minimo indispensabile e finisce per non convincere mai fino in fondo.
10) Roar
Fino a quest’anno, nel guardare serie tv due principi sembravano saldi e immutabili: Nicole Kidman e Apple Tv+ non sbagliano un colpo quando si tratta di fare grande televisione. Eppure, a dimostrare che nel mondo contemporaneo non esistono certezze, ecco che è arrivata Roar, la produzione che in un colpo solo ha fatto crollare due dei nostri miti. Come tante delle serie presenti in questa lista, Roar non è in realtà un prodotto così malvagio, ma paga necessariamente le conseguenze delle altissime aspettative dovute alla buonissima reputazione di Kidman e Apple Tv+ in materia di produzioni seriali.
Questa serie antologica, descritta come una sorta di Black Mirror nel mondo del movimento #MeToo, racconta 8 favole oscure riguardanti l’essere donna, passando in rassegna alcune delle tematiche più complesse e controverse che vanno a comporre il mosaico dell’esperienza femminile. Il problema di Roar è che, se le premesse sono davvero buone, soltanto tre delle storie raccontate riescono davvero a sconvolgere lo spettatore e lasciargli qualcosa, mentre le altre danno l’impressione di essere una grossa occasione sprecata. Un vero peccato, perché con un cast del genere e delle basi più solide Roar avrebbe potuto essere una delle produzioni più interessanti del 2022..