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5 personaggi delle Serie Tv che ci hanno parlato a cuore aperto di sé

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Serie tv come Bojack Horseman, sono una fonte costante di lezioni di vita, capaci di regalarci degli insegnamenti importantissimi utilizzando i modi più diversi. Uno show come Friends ci disegna un quadro dell’amicizia pura e genuina tra una risata e l’altra. Una serie tv come Lost ha molto da dirci sui legami che ci uniscono alle persone, attraverso fili invisibili ma resistenti. Ci sono poi certe serie tv i cui protagonisti non sono gli eroi con il mantello svolazzante, uomini inscalfibili e virili. Né sono le eroine dal fisico statuario, donne indipendenti che non si fanno piegare da nessuno.

Alcuni personaggi sono la copia carbone di uomini e donne come tanti. Persone dalle vite normali e la cui quotidianità non è poi molto lontana dalla nostra. Nelle loro parole e nei loro gesti, ritroviamo molto di noi stessi. Soprattutto, sono personaggi che hanno deciso di parlare senza paura dei loro problemi, del loro dolore e delle ansie. Quelle che li assalgono e che sono uguali a quelle che assalgono anche noi.

Ecco 5 personaggi, come Bojack Horseman, che ci hanno non solo ispirati ma ci hanno anche ricordato che essere imperfetti va benissimo.

1) Hannah Baker – Tredici

Bojack Horseman
Tredici (640×420)

“E così è cominciato, il mio nastro. E se stai ascoltando questo nastro, sei uno dei motivi. Ero davvero speranzosa che sarebbe stato facile per me. Speravo che la verità sarebbe venuta fuori, e potrei voltare pagina e ricominciare. Ma la verità è che non potevo più andare avanti. Non riuscivo a trovare un’altra via d’uscita. E per quanto mi sforzassi di far finta che tutto andasse bene, la verità è che stavo crollando dall’interno.”

Hannah Baker

Prima di parlare di BoJack Horseman, iniziamo con l’immergerci nella serie tv Tredici, prodotta da Selena Gomez e disponibile su Netflix. Qui le tematiche toccate sono molto delicate, almeno durante la prima stagione. C’è una sensibilità così profonda nell’affrontarle da aver lasciato un solco nell’impressione generale. La storia ruota attorno alla drammatica vicenda di Hannah Baker, una ragazza apparentemente felice e serena. Apparentemente, perché deciderà di togliersi la vita, con grande sgomento di amici e parenti, lasciandosi dietro 13 cassette, appunto, in cui racconta la sua storia. Ci sono numerose scene, quindi, in cui il personaggio di Hannah si rivolge direttamente al pubblico attraverso le cassette.

Sono registrazioni che Hannah ha deciso di lasciare alle persone che ritiene responsabili del suo atto estremo. Come un’oscura eredità che segnerà in maniera indelebile le vite dei suoi aguzzini. Lo show ha sempre ricevuto pareri contrastanti. C’è chi ha elogiato il modo nudo e crudo con cui vengono trattati argomenti quali il suicidio, la malattia mentale, il bullismo e la violenza sessuale. Mentre c’è chi ha reputato eccessiva la rappresentazione realistica della tragedia di Hannah.

Le registrazioni di Hannah Baker sono come briciole di pane che la ragazza lascia dietro di sé. Tredici cassette che servono agli altri personaggi a venire a patti con ciò che hanno fatto. Ma soprattutto servono a noi, pubblico silenzioso, a ripercorrere la storia di Hannah e a capirne pensieri e motivazioni. Sempre onesta e sincera, la ragazza non si trattiene mai raccontando i turbamenti del suo cuore e i pensieri terribili che, alla fine, hanno avuto la meglio.
Ma passiamo ora a BoJack Horseman.

2) Bojack Horseman – Bojack Horseman

Bojack Horseman
Bojack Horseman (640×360)

“Non so se ne sia valsa la pena. Non so se avrei fatto tutto questo se fossi stato una persona migliore. So solo che un giorno, sei lì che cerchi di sentirti una persona migliore, e poi una mattina ti svegli e ti rendi conto che sei stato uguale a quella persona per tutto il tempo, e non c’è niente che tu possa fare al riguardo. E all’improvviso, sei… spaventato. E non c’è nessuno a cui tu possa dire che la cosa ti spaventa, perché c’è questa vocina nella tua testa che ti dice che tutti dovrebbero preoccuparsi meno di se stessi e più degli altri. E forse dovrebbero, ma a volte, quando sei così concentrato a essere bravo e giusto con gli altri, dimentichi di essere buono con te stesso. E forse la cosa non ha importanza. E forse l’egoismo non ha importanza. E forse andare in giro che cercare di dare un senso a tutto il mondo non ha importanza. Ma non lo so. Forse c’è qualcosa di meglio là fuori. Forse dovrei trovare qualcosa di meglio.”

BoJack Horseman

Bojack Horseman non parla mai direttamente con il suo pubblico lasciandosi andare, piuttosto, a numerosi monologhi nel corso della serie tv. Durante questi monologhi si rivolge a sé stesso o agli altri personaggi che ruotano attorno a lui. Il personaggio di Bojack è una personalità autodistruttiva, che finisce per rovinarsi sempre con le sue stesse mani ogni qual volta un piccolo spiraglio di speranza gli si para davanti. Bojack è una star in caduta libera. Un divo di Hollywood che non è riuscito a gestire la fama finendo per farsi annientare dall’alcool e dai vizi. Condizionato da un’infanzia difficile e da un rapporto inesistente con i suoi genitori, Bojack lotta costantemente con la tara genetica che sembra pendere sulla sua testa come una spada di Damocle.

Una sorta di malattia ereditaria che il nostro cavallo antropomorfo utilizza spesso per giustificare le sue azioni più egoiste e becere, che sono davvero tante e volerci riflettere. Il malessere esistenziale del nostro protagonista tratteggia un personaggio molto diverso da quelli a cui siamo abituati, soprattutto nei cartoni animati. Attraverso i monologhi di Bojack Horseman e le sue costanti riflessioni, vengono esplorate senza fronzoli tematiche profonde come la depressione, l’ansia e la ricerca del significato della vita.

Per questo motivo, Bojack Horseman è molto più che un semplice cartone animato.

3) Fleabag – Fleabag

Bojack Horseman
Fleabag (640×360)

“Ecco, guardatemi, sto di nuovo facendo una di queste cose. Questa stronzata. Ma è come se non potessi fare a meno di farla. È così che mi rapporto al mondo, sa? Una specie di difesa. Mi aiuta a passare attraverso tutto il casino che ho in testa. Quindi, chi sei? Cosa fai qui? Oh, io lo so. Lo so.”

Fleabag

E dopo BoJack Horseman, passiamo a un altro personaggio cinico ma molto emotivo. Con Fleabag ci troviamo di fronte a un caso abbastanza unico. Qui la nostra protagonista si rivolge direttamente al pubblico rompendo in maniera spudorata la quarta parete. Escamotage narrativo molto interessante che avrà anche dei risvolti all’interno della trama, una volta introdotto il personaggio di Andrew Scott. Mentre, infatti, nessun altro sembra accorgersi dei momenti di “fuga” di Fleabag, sottolineando ancor di più il suo senso di isolamento e disagio rispetto agli altri personaggi, l’Hot Priest la vede davvero accorgendosi, dunque, anche delle continue perplessità della donna. Fleabag condivide frequentemente i suoi pensieri e le sue emozioni direttamente con il pubblico sotto forma di brevi commenti sarcastici o veri e propri monologhi.

Se superficialmente, la protagonista si presenta al mondo come una donna senza peli sulla lingua, brillante, sessualmente libera e un po’ autodistruttiva, il pubblico sa bene che la realtà dei fatti è ben diversa. Attraverso quei momenti liberatori, riservati solo a noi, riusciamo a comprendere davvero le paure, i dubbi e le vulnerabilità di questo personaggio straordinario. Un personaggio reale e autentico che, seppur con un humor nerissimo, non si fa remore a esprimere i suoi veri sentimenti, a mostrarsi metaforicamente nuda a un pubblico di sconosciuti.

4) Connell – Normal People

“Penso che sono solo un cazzo di codardo, sa? Non ho il minimo controllo sulla mia vita, non so cosa sto facendo. Ho perso il controllo. E le persone pensano che io sia un bravo ragazzo, che io sia intelligente, o qualcosa del genere. Ma sono solo un codardo che non riesce a fare le cose che dovrei fare, o che voglio fare, e sono completamente fuori controllo. Non ho niente che mi tengo, niente che sia mio. Non ho niente che mi definisca. Sono una persona vuota, cazzo.”

Connell

Dopo BoJack Horseman e Fleabag, cambiamo totalmente registro. Tra i numerosi momenti toccanti che la miniserie Normal People ci ha donato, quello in cui Connell si sfoga con la sua psicologa è sicuramente tra i più memorabili. Un monologo emozionate, profondo e in cui probabilmente tutti quanti noi possiamo ritrovarci. Più vulnerabile che mai, Connell si lascia andare completamente esprimendo la sua lotta senza tregua con la salute mentale che condiziona ogni aspetto della sua vita. Una malattia insidiosa che agisce come un veleno intossicando i rapporti con gli altri e la visione che ha di se stesso.

Così come in Fleabag, anche in Normal People la depressione è raccontata in maniera realistica e, a tratti, brutale mostrando come, giorno dopo giorno, finisce per influenzare sempre più negativamente la vita di chi ne soffre. Connell, per esempio, non è il ragazzo ideale che potrebbe ingenuamente apparire ma una persona complessa, piena di sfaccettature e fragilità . Nel corso della miniserie, lo vediamo lottare con la mancanza di autostima, il senso di vuoto e il disinteresse per le cose che una volta lo appassionavano.

Un’ansia sociale che lo assale e lo fa confrontare perennemente con le aspettative della società e i traguardi dei suoi coetanei. Sentimenti, purtroppo, sempre più comuni e condivisi in un mondo che ci chiede di essere perfetti, di essere ricchi, di essere insomma ma che non si preoccupa di vederci davvero felici.

5) Jessa Johansson – Girls

“Il mondo è pieno di persone che fanno cose stupide. Tutto il tempo. Ma non so se c’è qualcosa di peggio che fare cose stupide. Questo è quello che mi terrà sveglia di notte. Che cosa faccio se io stessa faccio cose stupide? Ma poi penso, va bene, se le faccio, allora posso sopravvivere alle cose stupide che fanno gli altri. E le cose che faccio hanno un senso, nel senso che le faccio per me stessa. E sono io a decidere se le voglio fare. Così, mi va bene. Io faccio cose stupide. E mi va bene. Ecco tutto. È solo un piccolo trucco che abbiamo imparato.”

Jessa Johansson

Un personaggio sicuramente diverso da BoJack Horseman e gli altri che abbiamo visto finora. Chiudiamo questo articolo su una nota e una confessione decisamente più positiva rispetto alle precedenti. Non è propriamente un monologo ma in queste frasi è riassunta tutta la filosofia di Jessa Johansson, a mani basse il personaggio migliore di Girls. Nello show, Jessa è ritratta come la pecora nera del gruppo – molto più della protagonista Hannah – e donna senza freni, catene o limiti che si ritrova spesso in situazioni dannose più per se stessa che per gli altri. Ma Jessa è anche l’incarnazione della libertà. Pur compiendo tanti errori, infatti, Jessa non smette mai di essere coerente con se stessa e con i propri ideali, scegliendo di vivere secondo le sue condizioni.

Anche a costo di sbagliare e di cadere, Jessa è sempre pronta a rialzarsi e a difendere le proprie decisioni risultando molto più genuina e vera delle altre ragazze. Lei è viva, coraggiosa e talvolta crudele. Ci viene presentata fin da subito come la ragazza problematica del gruppo: fa uso di sostanze, ruba, manipola ed è emotivamente instabile. Ma è l’unica a crescere davvero nel corso della serie tv. Contrariamente alle altre ragazze che, nel bene e nel male, rimangono le stesse del primo episodio, Jessa compie un’evoluzione significativa che le permette di accettare i propri demoni e di raggiungere un lieto fine.