Quando pensiamo al variegato mondo delle serie tv, ci vengono immediatamente in mente grandi successi americani, da Lost a Breaking Bad fino ai più recenti Game of Thrones o The Crown. È chiaramente lecito volgere subito il pensiero oltreoceano, ma se ci fermiamo un attimo a guardare in casa nostra, ci accorgeremmo della presenza di moltissime serie tv di alto livello, che a modo loro hanno fatto sicuramente la storia della serialità, quantomeno italiana. Negli ultimi anni abbiamo assistito a una vera e propria esplosione di serie tv anche in Italia. Prodotti come Boris o Romanzo Criminale hanno fatto da apripista, poi sono arrivate altre serie italiane come Gomorra, L’amica geniale o The Young Pope a impreziosire un universo sempre più ricco e di respiro internazionale. Ancora prima non mancano però i grandi successi capaci di calamitare l’attenzione del mondo intero, a partire da La Piovra, una delle pioniere dell’intrattenimento televisivo in Italia, fino alle lunghissime e amatissime Don Matteo e Un medico in famiglia. Insomma, anche il mondo delle serie italiane è vasto e pieno di prodotti di qualità: qui ne abbiamo selezionate 10, andando a scoprire per ognuna due curiosità che le contraddistinguono.
1. La sigla di Boris
Cominciamo da una delle più famose serie italiane di tutti i tempi, tornata di recente con una stagione revival che ne ha fatto rivivere il mito. Boris è stata una serie rivoluzionaria, capace di portarci con una dissacrante ironia dietro le quinte della televisione italiana. Sono tanti gli elementi iconici di Boris, a partire dall’amatissima sigla cantata da Elio e le Storie Tese. A tal proposito, ci sono diverse curiosità da raccontare.
In primis, il brano è una cover di Effetto memoria di Elio e le Storie Tese, contenuto nell’album Studentessi e a sua volta suddiviso in quattro brani, ognuno col titolo di una stagione ad accompagnare quello principale. Inoltre, Gli occhi del cuore non è l’unica colonna sonora della serie perché la prima stagione termina con la canzone Ciak, scritta ed eseguita proprio da Francesco Pannofino, il mitico Renè Ferretti della serie.
2. La vera Arianna di Boris
Uno dei personaggi più importanti e amati di Boris è Arianna Dell’Arti, l’aiuto regista di René (nella quarta stagione, in precedenza assistente alla regia) interpretata da Caterina Guzzanti. Quello di Arianna non è un personaggio inventato, ma esiste realmente: Arianna Dell’Arti ha alle spalle una lunga carriera da aiuto regista e conosceva gli sceneggiatori di Boris prima della produzione.
3. Non solo Boris: le auto in Romanzo Criminale
Passiamo a un’altra serie iconica, capostipite di tutto un filone che ha avuto un successo enorme nella televisione italiana, ovvero quello delle produzioni legate alle organizzazioni criminali. Col tempo sono proliferate, ma tutte, o quasi, devono molto proprio a Romanzo Criminale.
Sono molti i segreti dietro al successo della serie tratta dal romanzo di Giancarlo De Cataldo e tra questi c’è la ricostruzione di un periodo cruciale della storia italiana. Qualche dettaglio è però sfuggito anche al lavoro minuzioso dietro Romanzo Criminale, perché nella serie appare una Porsche 911 Cabrio del 1983, una vettura che risale a un periodo successivo rispetto all’ambientazione. Inoltre, il Libanese si muove su una Mini, mentre in realtà guidava un maggiolino. La gestione delle auto insomma è stata abbastanza libera nella serie.
4. Il provino del Libanese
Romanzo Criminale ha consacrato molti attori, tra tutti Francesco Montanari, che ha dato vita a un Libanese iconico. Uno dei punti di forza del personaggio è il suo sguardo intenso, su cui la camera nel corso della serie si sofferma spesso. Quello sguardo nasce proprio in sede di provino: dopo sei incontri, il regista Stefano Sollima ha chiesto come ultimo compito a Montanari di fare uno “sguardo da contratto” e così è nato il famoso sguardo del Libanese.
5. Non solo Boris: gli invadenti fan di Gomorra
A proposito di serie che devono molto a Romanzo Criminale. Gomorra ha saputo riprendere gli stilemi della produzione di Sollima e portarli a un livello ancora superiore, consacrandosi come una delle serie italiane più amate di sempre. Un successo incredibile, che ha mandato letteralmente fuori di testa i fan.
Ne sa qualcosa Salvatore Esposito, il famoso Genny Savastano della serie, che ha raccontato che durante il funerale della nonna una delle persone che portava la bara gli ha chiesto una foto. Una testimonianza di quanto i fan sanno essere talvolta inopportuni e invadenti, ma anche dell’amore che ha generato Gomorra.
6. Lo studio di Maria Pia Calzone
Da Genny passiamo a sua madre Imma, interpretata in modo magistrale da Maria Pia Calzone. L’attrice ha fatto uno studio molto particolare per immergersi nel personaggio: ha raccontato di aver frequentato una donna realmente sposata con un boss della camorra. Lo studio è stato talmente intenso che la donna ha finito per sospettare che l’attrice fosse in realtà una poliziotta sotto copertura, facendo vivere a Maria Pia Calzone un momento di tensione non indifferente.
7. Non solo Boris: il doppiatore di Strappare lungo i bordi
Strappare lungo i bordi è una delle serie italiane più recenti ad aver raggiunto un incredibile successo, merito della delicatezza e dell’efficacia con cui Zerocalcare ha saputo raccontare e affrontare tematiche molto profondo. Michele Reich, vero nome del fumettista, non è solo la mente dietro la straordinaria riuscita di Strappare lungo i bordi, ma ne è anche la voce.
È proprio Zerocalcare stesso, infatti, a doppiare tutti i personaggi della serie. Tranne uno: l’armadillo, che possiede la voce di Valerio Mastrandrea.
8. La Turchia contro Strappare lungo i bordi
Strappare lungo i bordi è piaciuta a tantissime persone, ma non proprio a tutti. Una particolare polemica sulla serie è arrivata dalla Turchia, in particolare dalla rivista Sabah che ha criticato la produzione per aver messo in mostra la bandiera del PKK, il Partito dei lavoratori del Kurdistan, che ad Ankara è considerato alla stregua di un’organizzazione terroristica.
9. Non solo Boris: l’adattamento teatrale de L’amica geniale
Siamo di fronte a una delle serie italiane più ambiziose di sempre. Tratta dai romanzi di Elena Ferrante, L’amica geniale è coprodotta insieme a HBO da Rai Fiction e Timvision e porta in scena i fortunatissimi libri dell’autrice dall’identità misteriosa. Premesse importanti per una serie che sa mantenerle in pieno, diventando una delle produzioni italiane più viste di sempre.
Il successo de L’amica geniale è testimoniato anche dall’adattamento teatrale che ne è stato fatto nel 2017, andato in scena al Rose Theatre di Londra il 25 febbraio.
10. Il casting de L’amica geniale
A contribuire al successo de L’amica geniale sono state sicuramente anche le due protagoniste, Ludovica Nasti ed Elisa Del Genio, le prime interpreti delle giovani Lenù e Lila. Le due attrici hanno ottenuto il ruolo al termine di ben 9 mesi di casting in cui sono state prese in considerazioni ben 9.000 aspiranti per i due ruoli. La scelta è stata decisamente azzeccata.
11. Non solo Boris: il nome di Don Matteo
Una delle serie italiane più longeve di sempre è senza dubbio Don Matteo, iniziato nel lontano 2000 e ancora in onda e seguitissimo da migliaia di spettatori. Nell’ultima stagione abbiamo assistito a un cambiamento epocale: l’addio di Terence Hill e di Don Matteo alla serie, col conseguente arrivo di Don Massimo e di Raoul Bova. È calato il sipario su uno dei personaggi più iconici della televisione italiana, che poteva essere conosciuto con un nome molto diverso.
Inizialmente, infatti, il nome del parroco doveva essere Don Teodoro, poi è stato Terence Hill stesso a far cambiare il nome, dando vita così all’immortale Don Matteo
12. Le guest star di Don Matteo
Negli anni Don Matteo ha fatto da trampolino di lancio a moltissimi attori e ha anche accolto tante guest star di rilievo. Da Renzo Arbore ad Antonella Clerici, fino a Nino Benvenuti e a Elena Sofia Ricci, protagonista di un particolare cameo nella serie. L’attrice ha infatti interpretato Suor Angela, lanciando proprio in un episodio di Don Matteo la serie Che Dio ci aiuti che la vede protagonista.
13. Non solo Boris: la sigla di Un medico in famiglia
Un’altra serie simbolo della televisione italiana. Iniziata nel 1998, Un medico in famiglia è andata in onda fino al 2016, quando dopo la decima stagione è calato il sipario sulla serie. Soprattutto le prime cinque stagioni hanno ottenuto un successo di pubblico e di critica strepitosi e un tratto distintivo di questo arco di Un medico in famiglia è la sua riconoscibilissima sigla.
Ai ai ai, sigla delle prime cinque stagioni della fiction, è una delle colonne sonore più famose della televisione italiana ed è firmata dai Los Locos, autori di un altro enorme tormentone: Macarena. La sigla è poi cambiata a partire dalla sesta stagione, con l’introduzione del brano Je t’aime.
14. Che fine hanno fatto i Martini
Anche Un medico in famiglia ha fatto da trampolino di lancio per moltissimi attori, ma paradossalmente i giovani protagonisti, i piccoli di casa Martini, non hanno voluto sfruttare questo enorme palcoscenico. Gli attori che interpretavano Maria, Ciccio e Annuccia, infatti, hanno finito per percorrere strade diverse e defilarsi dalla recitazione. Margot Sikabonyi (Maria) è diventata una maestra di yoga, Michael Cadeddu (Ciccio) si è affermato come fantino professionista in Germania ed Eleonora Cadeddu (Annuccia) si è dedicata agli studi facendo Lingue all’università.
15. Non solo Boris: il successo mondiale de La Piovra
Prima di Romanzo Criminale e Boris, prima persino di Don Matteo e Un medico in famiglia, c’è stata La piovra, probabilmente la prima serie italiana a ottenere un successo praticamente globale. In onda dal 1984 al 2001, La piovra è un pezzo di storia di televisione italiana, capace di attirare un pubblico enorme e di trascendere anche i confini nazionali.
Le dieci stagioni de La piovra sono state, infatti, trasmesse in addirittura 160 paesi del mondo col titolo internazionale The octopus. In particolare, la serie ha avuto un grandissimo successo in Germania, dove è conosciuta col titolo Allein gegen die Mafia, che significa “Solo contro la mafia”.
16. La scelta di Michele Placido
La piovra ha consacrato al successo Michele Placido, uno dei più grandi attori della scena italiana. Eppure, la storia poteva essere molto diversa: per il ruolo del protagonista la produzione voleva con forza Franco Nero, ma il regista Damiano Damiani ha spinto per Michele Placido e il risultato è stato a dir poco grandioso.
17. Non solo Boris: le origini di Montalbano
Una delle più grandi saghe letterarie italiane ha dato vita a una delle serie più amate dal pubblico nostrano. Stiamo parlando de Il commissario Montalbano, serie nata dalla geniale penna di Andrea Camilleri e capace di ritagliarsi un posto di prestigio nel panorama televisivo italiano grazie anche all’iconica interpretazione di Luca Zingaretti.
Il personaggio di Montalbano è uno dei simboli dell’intrattenimento italiano e le sue origini sono da rintracciare in un’altra grande figura della cultura mondiale. Camilleri per crearlo si è ispirato infatti allo scrittore Manuel Vasquez Montalbàn, autore spagnolo creatore dell’amatissimo detective privato Pepe Carvalho.
18. Le statue di Montalbano
Come cifra del successo di Montalbano ci sono ben due state che lo rappresentano. Una è situata a Punta Secca, dove si trova la casa del commissario nella serie. L’altra a Porto Empedocle, città che fa da location al racconto e che ha anche dato i natali a Camilleri. La particolarità di quest’ultima statua è che rappresenta Montalbano com’è descritto nei libri, quindi coi baffi e con una folta capigliatura.
19. Non solo Boris: l’abito di Jude Law
Chiudiamo questa rassegna con un’altra famosissima coproduzione internazionale che porta la firma di Paolo Sorrentino, uno dei registi più acclamati della nostra cinematografia. Stiamo parlando di The Young Pope, unica serie italiana, ad oggi, a essere candidata agli Emmy e ai Golden Globe.
Una particolarità della serie è che gli abiti di scena che indossa Jude Law, interprete di Papa Pio XIII, sono stati realizzati da una sartoria che produce davvero abiti per il Vaticano. Law è quindi vestito con gli abiti che avrebbe indossato veramente il Papa.
20. Nada ringrazia The Young Pope
La serie di Sorrentino ha ricevuto moltissimi apprezzamenti e collezionato moltissimi ammiratori. Chi, in particolare, deve ringraziare The Young Pope è Nada, che ha visto la sua canzone Senza un perché, realizzata ben 13 anni prima, schizzare improvvisamente in testa alle classifiche perché contenuta nella serie.