Chi ha tempo non aspetti tempo, e sarà anche vero che l’autunno è solitamente il periodo della malinconia, ma noi abbiamo anticipato di qualche mese con una lista che vi donerà moltissima nostalgia. Sappiate solo che è presente Breaking Bad. Nel 2013, infatti, forse non tutti ricordano quante e quali serie tv si siano concluse. Alcune sono diventate dei pilastri della serialità , altre ci riportano a un periodo della nostra adolescenza e altre ancora le avevamo, malauguratamente, dimenticate.
Per esempio, qualcuno si è reso conto che Breaking Bad e The Office sono finite ormai da dieci anni?
1) Breaking Bad
Nel 2008 andava in onda il primo episodio di una serie tv destinata a segnare un punto essenziale nella storia della televisione. Lo show, in onda sul canale via cavo AMC, aveva per protagonisti un attore noto per una sitcom di successo e un volto totalmente emergente. Avviene però che quei due attori così improbabili per il ruolo richiesto (la AMC non era convinta della scelta di Bryan Cranston mentre il personaggio di Jesse non era previsto durasse più di una stagione) diventino delle icone viventi della serialità .
Proprio per le interpretazioni rispettivamente di Walter White e Jesse Pinkman, Bryan Cranston e Aaron Paul si fanno conoscere dal vasto pubblico ottenendo il plauso della critica e svariati premi. Breaking Bad diventa metafora dell’eroe che si trasforma in cattivo. La malattia di Walter è solo la scusa con la quale il protagonista può per la prima volta dare sfogo al risentimento, all’invidia e alla superbia che vive dentro di lui.
Tra le primissime volte, con Breaking Bad, il cambiamento del personaggio principale non è affatto in positivo seminando distruzione per chiunque attraversi la sua strada.
2) Dexter
Dexter Morgan conduce una doppia vita. Di giorno lavora come tecnico per la polizia scientifica di Miami, di notte si trasforma in un killer con una coscienza. Si tratta, anche in questo caso, di un personaggio televisivo che, per i tempi in cui andava in onda, rompeva certe regole riscrivendone altre. Abituati a tutto un filone crime e poliziesco in cui i ruoli di cattivo e buono sono interpretati dall’assassino e dal poliziotto che gli da la caccia, Dexter arrivava come una rivoluzione.
Basata sul romanzo “La mano sinistra di Dio” di Jeff Lindsay, la serie tv in onda su FX è andata avanti per ben otto stagioni, cifra pressoché impensabile per uno show della nuova generazione. Dexter faceva, infatti, ancora parte di un periodo televisivo durante il quale le storie si prendevano largamente il loro tempo per essere raccontate. La costruzione dei personaggi, il loro lento cambiamento e la psicologia che muoveva le loro azioni erano, in passato più di adesso, il vero motore che alimentava tutta la baracca.
Così, alla pari di Breaking Bad, anche in Dexter larghissima attenzione veniva affidata più alla psiche del protagonista che che alle azioni in se e per se.
3) Fringe
C’è chi l’ha definita la X-Files degli anni Duemila, chi non ne ha mai sentito parlare e chi la considera una delle serie tv più sottovalutate di sempre. Perché Fringe si presentava come il classico prodotto sci-fi dalla trama verticale e i casi della settimana, per trasformarsi poi in qualcosa di completamente diverso. La serie tv creata da J.J. Abrams, Alex Kurtzman e Roberto Orci era l’ennesima scommessa televisiva, l’ennesimo tentativo di sperimentazione nel trovare una via di mezzo tra procedural e d’autore. Certo, non sempre Fringe è stata in grado di portare a casa il premio di serie tv dell’anno ma indubbiamente si è guadagnata il titolo di esperimento riuscito.
Intricata quanto basta, emotiva e ricca di colpi di scena, Fringe aveva trovato un accordo tra fattore umano e intrattenimento capace di funzionare anche con il passare delle stagioni. Purtroppo, si tratta anche di uno show che ha vissuto sulla propria pelle i cambiamenti del 2013, quando il dominio seriale cominciava sempre più definitivamente a passare nelle mani delle piattaforme streaming.
4) Nikita
Ecco un’altra serie tv che vi farà sicuramente sentire dei vecchi decrepiti, nonostante siano in fondo passati solo una decina di anni. Motivo ulteriore del nostro sentirci delle cariatidi di fronte a Nikita è certamente il fatto che andasse in onda sulla The CW, canale per eccellenza dei teen drama della nostra adolescenza. Basata sull’omonima serie tv canadese del 2007 (a sua volta basata sul film del 1990 diretto da Luc Besson), Nikita vedeva protagonista Maggie Q nei panni dell’ex killer professionista. Addestrata da una agenzia segreta nota come la “Divisione”, Nikita adesso disposta a tutta pur di smantellarla e distruggerla per sempre.
L’action drama andato in onda per tre stagioni era una sorta di Walker Texas Ranger e co. al femminile, dove Nikita raccoglieva l’eredità lasciatale da un’illustre collega come Alias, per citare un’altra serie tv vintage. In questo caso, la struttura dello show era davvero classica, figlia di quegli anni Duemila che macinavano procedural uno dopo l’altro.
5) The Office
Oggi una serie tv come The Office non potrebbe mai esistere. L’umorismo nero, il politicamente scorretto e il sessismo presente in maniera massiccia nello show, sono tutti elementi che non sarebbero mai tollerati dalla cancel culture in cui viviamo oggi. Poco importa che tutto l’umorismo utilizzato fosse un modo molto intelligente di fare della critica sociale e culturale. Il politicamente corretto non conosce sfumature di grigio.
D’altronde, The Office fa parte di un mondo che non c’è più. Televisivamente parlando. Lo show che ha lanciato definitivamente la carriera di Steve Carrell e che ci ha deliziati per ben nove anni con le sue battute da denuncia, i suoi comportamenti infantili e un tempo comico impareggiabile. Lo show, a metà tra sitcom e mockumentary, traeva ispirazione dall’omonima sorella britannica, portando in America un tipo di serie tv comedy molto diversa dai soliti standard.
6) La vita segreta di una teenager americana
Credevate davvero che potesse mancare un teen drama in questa lista? Dal 2008 al 2013 andava in onda, sul canale ABC family, La vita segreta di una teenager americana. La serie tv, cha ha fatto conoscere Shailene Woodley, ruotava attorno alla storia della teenager Amy Juergens, incinta a quindici anni con tutto ciò che questo comporta.
La serie, generalmente apprezzata anche da pubblico, riuscì a conquistare una nutrita schiera di fan grazie alla rappresentazione realistica di questi adolescenti alle prese con i soliti problemi ma senza romanzarci eccessivamente attorno. Certo, è pur vero che per un pubblico di ragazzi e ragazze italiani, l’adolescenza americana appare sempre come un mostro tentacolare a più teste.
7) Spartacus
Dai banchi di scuola all’anfiteatro romano di Spartacus. Passiamo a parlare di una serie tv rivolta a un pubblico decisamente diverso rispetto a quello di La vita segreta di una teenager americana. Lo show storico trasmessa sul canale Starz è noto soprattutto per la violenza e le numerose scene di sangue e sesso, di certo favorite dalla produzione su un canale privato e non su un emittente qualsiasi. Del resto, così come Game of Thrones, proprio Spartacus è stato uno degli show apripista per una minore censura nel panorama televisivo, caratterizzato dalla quasi totale assenza di nudità e brutalità visiva.
La serie tv, composta da tre stagioni, raccontava la storia un po’ imbellettata del gladiatore Spartaco, fatto prigioniero dai romani e in seguito rivoltatosi contro la Repubblica nel 73 a.C. Ogni stagione viene raccontata come una miniserie, cercando di narrare in tal modo una storia che non debba per forza essere legata a quella seguente. E si, seppur oggi quel tipo di narrazione possa sembrarci decisamente più consueta, per i tempi Spartacus è stato un piccolo sovvertimento di certe regole non scritte.
8) 30 Rock
Si torna alla comedy con una sitcom poco conosciuta in Italia ma davvero molto amata negli Stati Uniti. Sviluppata e prodotta nel 2005 da Tina Fey e nata da un progetto bocciato dall’emittente NBC, 30 Rock è andata in onda fino al 2013 raccontando il dietro le quinte di un programma televisivo. Una specie di Boris all’americana ma meno cringe e molto più rock appunto. Anche se il termine potrebbe trarre in inganno chi non conosce benissimo il mondo della televisione americana. Il titolo 30 Rock trae infatti spunto dal 30 Rockefeller Plaza di New York, dove si trovano realmente gli studi della NBC e del Saturday Night Live, dove Tina Fey ha lavorato per tantissimi anni.
Liberamente ispiratasi alla propria esperienza come sceneggiatrice per il SNL, Tina Fey crea il personaggio di Liz Lemon. Donna di successo e capo sceneggiatrice del programma “The Girle Show” che però deve non solo far fronte ai capricci degli attori protagonisti ma anche destreggiarsi con i continui intoppi e problemi della produzione del programma.
9) CSI: NY
Gli anni Duemila verranno ricordati anche come quel periodo storico di dominio incontrastato della saga di CSI. E si, abbiamo utilizzato il termine saga perché la portata di quel franchise televisivo è stata tale da fare concorrenza ai più moderni multiversi tra Marvel e DC. Nel 2004 e fino al 2013, andava in onda per esempio CSI:New York, secondo spin-off della serie madre andata in onda per ben 15 anni.
Ecco, questo si che è un franchise che ci può davvero dare una misura del tempo che passa. Quando ripensiamo a CSI, ci vengono in mente i pomeriggi tardi quando si aspettava di venire chiamati per cena. Pomeriggi che erano passati all’insegna dei compiti a casa, dei messaggini su MSN e di altri programmi televisivi storici come Veronica Mars. Era il tempo dei Tamagotchi, dei jeans a vita bassa, dei Motorola e dei film al cinema la domenica con gli amici.
10) A tutto ritmo
Concludiamo questa lista con un ultimo e definitivo ritorno al passato. Se avete riconosciuto le due ragazzine in foto, avrete avuto un’idea di quanto vecchi siamo diventati in confronto. Le signorine protagoniste di Shake it Up! (in Italia conosciuto come A tutto ritmo) erano infatti Bella Throne e Zendaya. Le ennesime stelline di Disney Channel, i cui cammini di vita si sono molto differenziati e allontanati l’uno dall’altro.
Prima di diventare l’icona della Gen Z, Zendaya si faceva chiamare per nome e cognome quando recitava in questo teen drama musicale. Nella serie tv, interpretava la giovanissima Raquel “Rocky” Blue, il cui sogna di diventare ballerina riesce a realizzare quando viene presa, insieme alla migliore amica CeCe, nello show Shake it Up Chicago. Quando la serie tv è andata in onda per la prima volta nel 2010, Zendaya aveva solo quattordici anni. Ora potete sentirvi vecchi.