Ogni puntata è un viaggio, una narrazione che porta la storia alla sua destinazione finale. I tasselli, man man che tutto va avanti, si uniscono tra loro aggiungendo ingredienti, eventi e sfumature sempre differenti. Attraverso un singolo episodio acquisiamo la possibilità di conoscere maggiormente ognuno dei singoli protagonisti. Basta il racconto di un evento, un flashback, una discussione che porta i personaggi a perdere la testa facendoci scoprire anche loro parti oscure o, al contrario, delle buone azioni che svolgono l’effetto totalmente opposto. Ogni episodio è fondamentale per il nostro viaggio, anche quando sembrano non metterci d’accordo tutti. Esistono, infatti, degli episodi capaci di creare una vera e propria divisione all’interno dei fandom, due schieramenti totalmente opposti: c’era chi urlava al capolavoro, e chi invece non riusciva a comprenderne il motivo. E’ chiaro che in questi casi le puntate protagoniste di questo tipo di divisione possiedano un carattere totalmente differente rispetto a quello degli altri episodi, e risultino per questo anche molto controverse. Sono puntate bottiglia, episodi in cui – apparentemente – sembra non succedere nulla, ma invece tra la righe succede tutto. Sono frasi non dette o, al contrario, sono cose dette tutte insieme e senza ordine. Sono quanto di più ambiguo potesse essere costruito, e sono per questo oggetto di continue lotte tra i fandom. C’è chi sente di non riuscire a comprendere il motivo di quella meravigli di cui tutti parlano, e per questo si pone delle domande, e chi sostiene a gran voce quanto sia fondamentale quell’episodio. In qualsiasi maniera la si ponga, una certezza resta: sono sempre stati in grado di far rumore, sia in un senso che in un altro. Dentro di loro esiste qualcosa di forte che sì, può non essere compreso o sotto gli occhi dei molti, ma non può essere non notato. Breaking Bad in questo senso ha scritto una delle pagini più importanti della serialità, e lo ha fatto con Fly, uno degli episodi più strani e controversi mai realizzati. La puntata è stata in grado di mandare in crisi i fan più sfegatati della serie dividendoli totalmente in due fazioni, ribattezzando quell’episodio, appunto, come un capolavoro incompreso.
Ma Breaking Bad non è stata la sola: insieme a questa altre Serie Tv hanno diviso il fandom con le loro puntate controverse note al pubblico come capolavori incompresi. Pronti a scoprirle?
1) Fly – Breaking Bad
Una mosca da acchiappare: ecco cosa tormenta Walter White durante la decima puntata della terza stagione. Siamo al giro di boa che introduce le ultime puntate prima della quarta stagione, e Vince Gilligan decide di togliere di mezzo qualsivoglia tipo di antagonista o evento spiazzante per far spazio a una mosca apparentemente innocua. Ma Walter White è un chimico, è uno che conosce gli effetti che ogni cosa ha su un’altra. E’ uno attento, non si lascia sfuggire nulla e, soprattutto, non fa volare una mosca, letteralmente. Quell’insetto, all’interno del laboratorio, è quanto di più distruttivo potesse esserci in termini chimici, ma l’ossessione di White va oltre queste ragioni. Fly è infatti uno degli episodi più importanti per l’evoluzione del protagonista, ed è proprio la mosca a personificare la sua ultima parte di integrità. Non è un caso che nella stessa puntata parli con Jesse della morte di Jane, non è un caso che si liberi da questo tipo di pesi. Non lo fa per espiare il senso di colpa, lo fa soltanto per affermare a se stesso cosa è davvero diventato. Ed è proprio per questo motivo che, un attimo dopo la confessione, la mosca viene fregata. I due momenti coincidono perché sono co-dipendenti. Perché la mosca rappresenta quel che rimaneva di Walter White, e la sua sconfitta l’entrata in gioco ufficiale di Heisenberg. L’episodio, nonostante ciò, non ha convinto tutti i fan di Breaking Bad. Alcuni sono infatti convinti che Fly non sia altro che un episodio inutile ai fini della narrazione, cosa che li porta a non vedere nella mosca la metafora dell’evoluzione.
2) Euphoria – Tutta la mia vita, il mio cuore ha desiderato una cosa che non posso nominare
Lexie non può più riuscire a trattenere il peso di tutto quel tanto che gli accade intorno. Non può più reggerne il peso. Il suo personaggio non è come quello degli altri. Non si alza e non urla, non lancia in aria le cose. Sta calma, pensa. E per tutto questo tempo, mentre tutti urlavano e lei stava zitta, stava riflettendo sul come reagire, dando così vita a un’opera teatrale. Il suo show sarà il protagonista indiscusso del finale della seconda stagione di Euphoria, e darà a tutti gli effetti vita a una narrazione dentro una narrazione. Teatro e Serie Tv diventano così parte di un’unica cosa creando della caricature fittizie di altrettanti personaggi fittizi. Eppure tutto funziona. Conosciamo bene quel che sono, i loro segreti, quel che non va in loro, i traumi. Li conosciamo e li riconosciamo, e ci facciamo così largo all’interno di una narrazione che restituisce un finale in cui ogni personaggio viene messo di fronte a uno specchio in cui può vedersi per com’è davvero. La seconda stagione chiude così facendo un riassunto di tutti quel che è successo, ma attraverso gli occhi bassi di chi non ha mai voluto urlare. In questo senso molti fan di Euphoria si sono detti però delusi da questo finale, proprio perché totalmente irrisolto. Tutto è stato lasciato in sospeso concludendosi solo con un riassunto particolare delle puntate precedenti: questo è quel che molti hanno pensato. Al tempo stesso, però, esiste un’altra fetta di pubblico che ha parlato del finale come una vera e propria metafora, spiegando quanto sia stato geniale vedere le reazioni dei personaggi mentre venivano descritti nel modo peggiore. Lexie ha preso il peggio di tutti, ha raccolto le ombre che le toglievano luce, e ha poi lasciato agire la loro essenza direttamente sul palco. La potenza di questo episodio è per questo indiscutibile, un capolavoro incompreso che ha scritto un’importante pagine per i teen drama.
3) Black Mirror – Metalhead
Black Mirror è di certo una delle Serie Tv più controverse di sempre. Il suo modo cinico e spietato di raccontare il paradosso della tecnologia ha spesso dato vita a degli episodi contorti capaci di mandare il telespettatore totalmente fuori di testa confondendogli le idee su cosa fosse giusto e cosa invece sbagliato. Tra questi, però, spicca inevitabilmente Metalhead, una narrazione in bianco e nero lunga quaranta minuti. Nel dettaglio, la puntata in questione racconta la storia di un mondo postapocalittico in cui i protagonisti cercano disperatamente una scatola che sembra contenere qualcosa di importante. Riuscire nella loro impresa risulterà fin da subito estremamente complicato: ad attenderli ci sono infatti dei robot a quattro zampe pronti a tutto pur di fargli la guerra, riuscendo anche ad averla vinta. Questo episodio è così presto stato definito uno dei più intricati ed enigmatici della serie per svariati motivi. Ma la regia di Slade sa bene in realtà quel che sta facendo: il suo obiettivo era mostrare la solidarietà degli umani di fronte a ogni situazioni di terrore e, al tempo stesso, andare a fondo su quelle che sono le pecche della tecnologia. Tra le righe, infatti, Slade spiega che qualsiasi tecnologia – anche la più perfetta – nasconde in realtà dei malfunzionamenti, anche quando si tratta di sistemi costruiti per la sicurezza. La sensazione di ansia e di soffocamento comprime il nostro schermo portandoci di fatto all’interno della narrazione come ben pochi altri episodi, ma al tempo stesso risulta poco chiaro – per alcuni fan della serie – quale fosse davvero l’obiettivo, a parte quello di mettere in scena una guerra tra robot e umani. Eppure, in qualsiasi modo si mescolino le carte, una certezza rimane: Metalhead possiede una scrittura tecnica e registica perfetta, capace di lasciare una firma che lo porta a essere definito come un capolavoro (incompreso) per molti dei fan di Black Mirror.
4) BoJack Horseman – Un pesce fuor d’acqua
BoJack Horseman è riuscito a raggiungere chiunque con la sua puntata bottiglia Churro Gratis, ma lo stesso non possiamo dire di un altro suo episodio: Un Pesce Fuor D’acqua. Analizzandolo bene scopriremo fin da subito che siamo di fronte a un vero e proprio racconto di cosa sia davvero BoJack Horseman, ma per comprenderlo ci vorrà della pazienza. Tutto quello che avviene, perfino il titolo dell’episodio, non è altro che un mezzo per la serie di raccontare in modo concreto il disagio del nostro cavallo antropomorfo. L’incomunicabilità, da sempre stata ingestibile per Horseman, in questa puntata diventa protagonista. I silenzi, il cavalluccio marino da cui inizialmente cerca di staccarsi ma a cui poi si affeziona, Kelsey: ogni cosa ha un obiettivo, ed è proprio quello che viene raccontato all’interno di quella che poi diventerà la frase simbolo della puntata: in questo mondo terrificante, ci restano soltanto i legami che creiamo. Prima dell’arrivo di Churro Gratis, Un pesce fuor d’acqua era di certo la puntata più strana e poetica di BoJack Horseman, ma è importante sottolineare una differenza sostanziale tra questo episodio e il sesto della quinta stagione, differenza che ha portato poi molti a preferire uno piuttosto che un altro: nel secondo Horseman non lascia intendere niente, arriva dritto al punto con una scarica continua di parole, mentre in questo tutto viene detto tra le righe, lasciando posto solo a delle azioni che vanno interpretate e analizzate. Una volta fatto questo, riuscire a comprendere la potenza e il motivo per cui Un pesce fuor d’acqua venga definito un capolavoro sarà immediato.
5) X-Files – Prometeo post-moderno
Anche X-FIles, la regina del mondo delle Serie Tv fantascientifiche, ha scritto diversi episodi controversi, ma tra tutti spicca di certo il fascino di Prometeo post-moderno. Guardare questo episodio ci darà la sensazione di aver a che fare con un mini corto di Tim Burton, una favola horror dal lieto fine. Senza alcuna ambientazione e come se fosse staccata da tutti gli eventi e dal tempo, Prometeo post-moderno racconta la storia di un paesino in cui si recheranno Mulder e Scully. In questo posto c’è una grande percentuale di madri single ingravidate da una terribile creatura di laboratorio. Andando avanti con l’episodio si scoprirà che in realtà non esiste alcun mostro, ma soltanto una creatura che l’intero paesino vuole uccidere perché diversa. Il finale della puntata è uno dei più affascinanti e poetici mai scritti: Fox e Dana riescono ad aiutare quello che da tutti viene considerato un mostro ad andare a un concerto, realizzando così uno dei suoi sogni. L’episodio è una chiara rielaborazione del Mostro di Frankenstein di Mary Shelley, e il modo con cui viene narrata la storia dà vita a una favola horror capace di parlare sia dell’odio raziale che della scienza. Un capolavoro incompreso girato in bianco e nero di cui molti fan di X-Files si sono innamorati come non mai, e che ha fatto porre molte domande ad altri.
6) WestWorld – Kiksuya
I creatori di WestWorld, attraverso l’ottavo episodio della seconda stagione, si spingono ancora più oltre, restituendoci un episodio che si impone subito come uno dei più pittoreschi e studiati di sempre. Per riuscirci hanno deciso di concentrare la loro attenzione verso chi, fino a quel momento, non aveva mai avuto davvero un ruolo, se non quello di far avvertire la propria ansiosa presenza anche nell’apparente assenza. Gli indiani della Nazione Fantasma si limitavano a essere dei portatori di morte che si nascondevano tra la natura e poi si preparavano ad attaccare. Ma qualcosa sembra fin da subito non quadrare: il loro comportamento, nel non uccidere nessuno dei loro prigionieri, insospettisce chiunque, e con ragione. Al centro dell’intero episodio sussiste infatti un assioma che accomuna tutti gli androidi: la ricerca della libertà. Ognuno di loro la ricerca, ma diverso è il modo in cui lo fa. Kiksuya è un episodio che mostra che ciò che indirizza i loro percorsi non è quel che vogliono – perché è condiviso – ma il modo in cui decidono di raggiungerlo. E’ questa differenza a dar vita a percorsi diversi, capaci di cambiare le sorti del mondo che abitano. La puntata si tinge inoltre di inquadrature affascinanti, dialoghi pieni di spiritualità e degli accenni interessanti riguardanti la condizione dei nativi durante la conquista dell’Ovest. Ed è proprio attraverso questo mezzo che i creatori di WestWorld prendono una pausa dalla narrazione lineare aggiungendo dettagli, fino a quel momento nascosti, di cui si mostrano grandi conoscitori, dando così vita a un altro episodio capolavoro delle Serie Tv.
7) Love Death and Robots – Jibaro
Love Death and Robots è come un fiume in piena di immagini a cui attribuire un significato. Le allegorie e le metafore sono tutto quello che fanno di questa storia un prodotto unico nel proprio genere. In questo senso gli episodi controversi non sono mai mancati, ma non possiamo non fare una menzione d’onore a Jibaro, la puntata in cui vediamo come protagonisti una sirena e un soldato. I due sono in realtà la rappresentazione metaforica di un rapporto tossico in cui nessuna delle due parti è una vittima. Entrambi vogliono qualcosa dall’altro e sono per questo spinti dal solo egoismo: il soldato vuole i gioielli della sirena, mentre quest’ultima era incuriosita da lui solo perché sordo e dunque la sua voce non poteva ucciderlo. Quel che muove le loro adulazioni non è mai amore, ed è per questo che finiscono entrambi per perdere. La tossicità dell’amore viene così spiegata all’interno di Love Death and Robots, riuscendo di fatto a dar vita a una nuova storia affascinante e piena di originalità. Il regista della serie ha spiegato l’episodio ai fan che non sembravano aver colto la potenza della metafora da lui scelta. Di seguito le sue parole:
Usiamo e scegliamo le persone per una ragione completamente sbagliata. E ci scelgono anche per una ragione completamente sbagliata. E finiamo per soffrire tutti.
Con le sue allegorie profonde e ricercate, Jibaro è per questo un episodio che non è stato compreso da tutti. La sua potenza non è mai stata negata, ma in giro molti si chiedono perché sia definito un capolavoro. Eppure è proprio questo il bello dei capolavori incompresi di cui abbiamo parlato: sono diversi da tutto quanto, e sono pieni di significati da ricercare con un’attenta analisi. Danno vita a dei confronti, fanno ragionare. Dividono e fanno discutere, non stando mai in silenzio. Non è forse questo uno dei compiti dell’arte?