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7 personaggi importanti delle Serie Tv che sono stati interpretati da un attore non professionista

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Il seguente articolo contiene spoiler su Breaking Bad, The West Wing, Una Mamma per Amica, Game of Thrones, I Soprano, Twin Peaks e The Office.

Siamo abituati a pensare che dietro un grande personaggio delle serie tv vi sia sempre un grande attore che, grazie ad anni di esperienza in questo settore, abbia imparato a rendere sempre migliori le proprie interpretazioni. In molti casi è così; i vari James Gandolfini, Martin Sheen, Bryan Cranston, Anthony Hopkins erano prima di tutto dei mostri sacri. Eppure per ogni regola vi è un’eccezione e per ogni eccezione vi è un’estremizzazione di essa. Non solo abbiamo visto grandissimi personaggi interpretati da attori mal giudicati fino a quel momento o ruoli che hanno fatto rinascere intere carriere. A volte la prima volta è l’occasione della vita.

Trovarsi al posto giusto, al momento giusto, può compensare una scelta professionale diversa. Oggi siamo qui a raccontare sette storie, in bilico tra nozioni note e piccole leggende che giravano sui set, dietro ad altrettanti personaggi. Parliamo di ruoli in produzioni gigantesche, alcune delle più grandi di sempre, da Breaking Bad a Game of Thrones, con cast sublimi e pieni di stelle in ogni ruolo. Eppure questi sette attori non professionisti sono riusciti a risplendere grazie alle loro interpretazioni o più semplicemente al loro modo di fare.

C’è chi vi è arrivato grazie ad una risata, chi con un videoclip musicale e chi era semplicemente troppo bravo per leggere un copione e farsi da parte. È stata una rinascita un po’ per tutti loro, da giovani appena arrivati nell’ambiente a chi lo viveva già da molti anni sotto altre vesti e con un diverso punto di vista. Eppure a volte i sogni diventano realtà e ci fa sempre piacere essere narratori di queste piacevoli vicende.

Jesse Pinkman (Breaking Bad) – Aaron Paul

Jesse Pinkman

A differenza di altri in questa lista, Aaron Paul era un attore non professionista più per sfortuna che per mancato interesse. La recitazione lo aveva appassionato fin da bambino e appena possibile decise di trasferirsi a Los Angeles per fare carriera. Le cose non andarono bene inizialmente, riuscì a partecipare a qualche video musicale e apparizioni sporadiche, ma era una carriera intenzionata a non ingranare. Oggi invece siamo qua, nel 2022, a ricordarci di lui come uno dei più grandi interpreti dietro uno dei più grandi personaggi in una delle più grandi serie tv: Breaking Bad.

Vince Gilligan ci vide più lungo di tutti e non per un colpo di fortuna, perché Aaron era solito presentarsi a provini e cercare parti, ma fino ad allora nessuno vide quelle qualità attoriali notate da Gilligan. Per un insieme di circostanze e fattori, poi, quello che sarebbe dovuto morire nella prima stagione di Breaking Bad è stato uno dei pochissimi personaggi che hanno concluso la serie in vita, seppur distrutti e dilaniati dagli eventi. È così che Jesse Pinkman rappresenta, alla lontana, la vita del suo attore: notato per la sua genialità dopo che tanti lo ritenevano inadatto, con la differenza che Aaron ha avuto molta’ più fortuna alla fine.

BOB (Twin Peaks) – Frank Silva

Villain

La storia di Frank Silva è una delle più casuali, mistiche e al tempo stesso divertenti che possiate mai immaginare. L’uomo era uno scenografo dietro le quinte di Twin Peaks e la leggenda vuole che Lynch lo scelse dopo che apparve per sbaglio nel riflesso di uno specchio. Rimase stregato dall’espressività dell’uomo in quella singola ripresa della telecamera, decidendo di dargli uno dei ruoli più iconici dell’intero prodotto. BOB è un’entità malefica, la vera e propria quintessenza del male e della paura, per questo è incredibile come un semplice scenografo lo portò a schermo.

Le espressioni facciali dell’uomo, terrificanti e in grado di raggelare le vene, sono ancora oggi al centro di alcune delle scene più famose del prodotto. Per anni i fan hanno avuto incubi a causa di questa figura. L’intero personaggio è incentrato su un uso della risata fenomenale, essendo BOB un personaggio senza dialoghi complessi o bisogno di ammaliarti a parole. Questa creatura – che così ci piace definire – è ancora oggi una delle perle miliari della televisione e questa storia ci ricorda non solo che dentro ognuno di noi potrebbe nascondersi un attore, ma anche una creatura sinistra.

Silvio Dante (I Soprano) – Steven Van Zandt

breaking bad

Nato come chitarrista di Bruce Springsteen – ripetiamo: chitarrista di Bruce Springsteen, questo era già a posto per tutta la vita – David Chase lo sentì fare un discorso e disse che aveva un ottima capacità ad esporre. Silvio Dante è il braccio destro di Tony, quello che fa piazza pulita per lui e non era per niente facile per qualcuno fuori dal mondo della recitazione essere il secondo di James Gandolfini. Un po’ come nella situazione di Breaking Bad precedente, Steven Van Zandt si rivelò un ottimo interprete, arricchendo un personaggio così silenzioso e duro con del sarcasmo – quasi macchiettistico – che non stonava mai e un’impronta italo-americana per niente semplice.

E se vi dicessimo che sarebbe potuto andare ancora più su? Pare infatti che Chase lo volesse ingaggiare inizialmente per il ruolo di Tony Soprano stesso. La HBO si rifiutò di avere un attore non professionista al centro del prodotto, e lo stesso Steven diede ragione a loro in un’intervista anni dopo, ma ora il dubbio rimane. Se quest’uomo è riuscito a rendere così prezioso un braccio destro, sarebbe stato in grado di gestire anche il fulcro dell’intera serie? Non lo sapremo mai, ma questo tarlo vivrà per sempre nelle nostre menti.

Night King (Game of Thrones) – Vladimír Furdík

Nota dolentissima di questa lista, perché il Night King poteva essere il ruolo che avrebbe lanciato la carriera di Furdík. Per tutto Game of Thrones la trama sembra avanzare verso questo gigantesco scontro tra estranei e il resto della popolazione. Questi esseri rianimati dal Night King, il Re della Notte il cui mistero aleggiava nella testa dei personaggi e degli spettatori. Quali sarebbero state le sue intenzioni? Quanto si sarebbe spinto per ottenere quello che voleva? Cosa voleva? Quanto diamine devono camminare questi estranei se altri personaggi attraversano tutto il continente in una puntata?!

A volte diciamo che sarebbe stato meglio che queste risposte non ce le avessero mai date, ma così esageriamo un po’. Tutta la trama del Night King e degli estranei viene risolta in men che non si dica da un colpo d’Arya che neanche nei peggiori passaggi da inverno a primavera. Potremmo quantomeno complimentarci per la concitata espressione di Vladimír Furdík prima di venir colpito, ma dalla prima visione potremmo aver confuso la sua faccia con una roccia lì per terra. Un ruolo iconico concluso nel peggiore dei modi, se non altro non si è visto molto.

Phyllis Vance (The Office) – Phyllis Smith

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È sempre difficile valutare la recitazione in The Office, il tipo di serie e dei personaggi traccia una flebile linea che separa realtà e finzione. L’intento è voluto, ma per un articolo come questo è veramente difficile approcciarci ad un personaggio come Phyllis Vance. L’ennesima impiegata dell’ufficio è un mix di quel sano bigottismo casa in The Office e one-liner veramente divertenti. Un mix non troppo esagerato che rende il personaggio un degno membro di questa lista, benché singolarmente non sia così importante come altri nomi.

Non possiamo negare che, per quanto il lavoro di Phyllis Smith sia stato lodevole, Vance non sia il personaggio iconico che metteremmo in cima ad ogni classifica. Quindi perché l’abbiamo selezionata? La risposta è intrinseca in questo stesso approccio diverso. Per un’attrice non professionista, venir catapultata sul set di una serie così importante potrebbe spingerla ad esagerare con battute o interpretazioni fuori dagli schemi. Il grande merito di Smith è stato il rimanere coerente al suo ruolo, un valore attoriale che diamo fin troppo per scontato. Mai una volta appare fuori dal personaggio o ci verrebbe da dire che non sia un’attrice professionista e questo vuol dire tanto.

Rory Gilmore (Una Mamma per Amica) – Alexis Bledel

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Rory Gilmore è uno dei personaggi più iconici nella storia delle comedy, uno di quelli che conoscono tutti e nel corso degli anni è diventata nota a tutti. Ora immaginate questa pressione del ruolo e della fama in ascesa, rivolta ad un attrice che ai tempi non era una professionista. L’interpretazione di Alexis Bledel è un accurato punto di vista sulla vita adolescenziale americana, portata a schermo da chi la sta ancora vivendo in tutto e per tutto. Parliamo di una ragazza che ai tempi non aveva fama o successo, eppure doveva scindere sé stessa dal personaggio.

Non è sempre facile farlo per attori professionisti, figuriamoci per una ragazza alle prime armi in questo mondo. E benché Rory Gilmore non sia il miglior personaggio di sempre, l’attrice è riuscita a trasmettere a schermo tutte le paure, gli errori, le sbandate e le confusioni che una ragazza di quell’età deve vivere. Una Mamma per Amica ci ha accompagnato in diversi pomeriggi e se vedevamo così tanto noi stessi in quei personaggi, è anche per la genuinità attoriale di un’interprete alle prime armi. Una bellissima aggiunta ad una serie che rimarrà nei nostri cuori.

Dr. Bartlet (The West Wing) – Lawrence O’Donnell

A volte servono stagioni intere per padroneggiare un personaggio, altre volte un personaggio che abbandona una serie fa capire quanto non fosse poi così importante. Andando contro entrambe queste situazioni, Lawrence O’Donnell decise di rubare una parte di scena in una delle migliori puntate della storia delle serie tv: Two Cathedrals. Il Dr. Bartlet, così chiamato per il titolo di studio e la mancanza di nome fatto sapere ai fan, era il padre violento del Presidente degli Stati Uniti. L’uomo ha traumatizzato la crescita a Jed e la sua ombra non è sparita nemmeno dopo la sua morte.

Durante la lettura del copione della puntata, ancora in attesa di un attore per il ruolo, Aaron Sorkin scelse come tappabuchi temporaneo uno degli scrittori ed editor della serie. Fu però rapito così tanto dalla sua interpretazione che gli chiese di recitare in puntata per il ruolo e Lawrence – ovviamente – accettò. Il suo tempo a schermo è poco più di una manciata di minuti suddivisi in due scene, eppure qualsiasi fan di The West Wing può dirvi che quell’interpretazione ha cambiato per sempre il seguito e la percezione della serie e del presidente Bartlet.

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