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7 Serie Tv che diventano qualcosa di completamente diverso dopo un rewatch

breaking bad
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Quando si parla di rewatch lo si fa spesso e volentieri in base alle proprie serie tv preferite: ognuno di noi ha la propria comfort zone seriale (discorso che vale anche per il cinema, per esempio) da cui difficilmente riesce a spostarsi, soprattutto quando si è indecisi sulla prossima serie da vedere; esistono però alcuni casi in cui il rewatch non è soltanto una necessità di natura fisica, ma anche e soprattutto un modo per comprendere al meglio ciò che si è visto o, come nel caso di Breaking Bad, giusto per citarne una, per apprezzare meglio la serie nel complessivo. Nella particolare lista che vi proponiamo oggi ci sono titoli di serie tv grandissime, note per la propria complessità e per la propria indubbia qualità, ma ciò che le accomuna è dato proprio dal fatto che tutte possono essere apprezzate ancora di più dal primo rewatch in poi, per via delle mille chiavi di lettura che alla prima visione possono sfuggire a chiunque: d’altronde siamo tutti dei comuni mortali.

1) Breaking Bad

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Breaking Bad (640×360)

Non potevamo non considerare il capolavoro di Vince Gilligan all’interno di questa particolare lista sulle serie tv che si trasformano con un rewatch: Breaking Bad, insieme a Better Call Saul che vedremo subito dopo, è frutto della mente geniale di un uomo che ha fatto della cura dei dettagli la propria caratteristica principale in qualità di autore; anzi, potremmo tranquillamente affermare che Breaking Bad è una di quelle serie che necessitano una seconda visione per essere comprese meglio: decine di dettagli emergono a ogni visione, sia relativamente ai personaggi che alla struttura narrativa della serie; parlando di personaggi, uno di quelli più sorprendenti dopo un rewatch è per esempio Hank Schroeder: il cognato di Walter White svolge un percorso molto interessante all’interno della serie, un percorso caratterizzato da una crescente frustrazione che lo avvolge sempre di più, perché Hank è il personaggio più corretto e moralmente impostato di tutta la serie e rivederlo dalla prima stagione fa un certo effetto se si pensa alla crescita che affronta, oltre al fatto che si possono cogliere molti aspetti del suo carattere burbero e privatamente insicuro, fin dall’inizio. Hank è solo un esempio, potremmo stare a parlare per ore dell’evoluzione dei protagonisti di Breaking Bad, e potremmo fare lo stesso per tutti i riferimenti cinematografici presenti all’interno della serie: tutte chicche che sapranno sorprendervi a ogni rewatch.

Se poi la riguarderete dopo aver visto la serie che affronteremo nel prossimo punto, non parliamone.

2) Better Call Saul

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Better Call Saul (640×360)

Siamo sempre nel suo territorio, sempre nel cortile di casa sua: Vince Gilligan, con Better Call Saul, ha decisamente alzato l’asticella se parliamo di dettagli; lo spin-off di Breaking Bad incentrato sulla vita di Saul Goodman, l’avvocato del diavolo (oltre che di Walter White e tanta altra bella gente), è un trattato di rimandi, riferimenti e citazioni con pochissimi paragoni nel panorama seriale recente: l’arma in più a disposizione di Better Call Saul è data proprio dalla consequenzialità temporale con Breaking Bad, che ha dato la possibilità a Gilligan di sbizzarrirsi nella scrittura del passato di alcuni dei protagonisti della serie principale, arricchendo la totalità della narrazione di dettagli indispensabili per comprendere al meglio l’opera temporalmente successiva. Al di là del rapporto tra le due serie, Better Call Saul gioca molto anche sullo stesso Saul, che è di fatto l’eroe dei due mondi di Gilligan: un rewatch permette di ripercorrere le orme del fu Jimmy McGill con la consapevolezza della sua fine e dell’evoluzione del suo personaggio, che per tutte le sei stagioni dello spin-off erano state i più grandi dubbi in assoluto.

3) True Detective II

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True Detective II (640×360)

Il secondo capitolo di True Detective, nonostante non abbia rispettato le aspettative dei fan orfani del primo indimenticabile gioiello sfornato da HBO, è una di quelle serie che, a nostro avviso, si riesce ad apprezzare meglio concedendole una seconda possibilità. Innanzitutto, si riesce ad ammirare meglio ciò che ha effettivamente funzionato nella seconda stagione di True Detective, ossia la scrittura dei personaggi e l’uso della colonna sonora, che ha avuto un ruolo fondamentale nell’accompagnare e definire la narrazione nei momenti più importanti della storia; ma ciò che effettivamente cambia della seconda stagione di True Detective dal primo rewatch in poi è proprio la prospettiva che si ha di questa serie: senza i presupposti del primo capitolo e senza l’aspettativa di assistere a un’altra storia in cui temi filosofici e ragionamenti sul senso della vita la fanno da padrone, ecco che True Detective II diventa improvvisamente un più che godibile crime, con una storia ben costruita, che funziona, contornata da personaggi ben scritti e che restano impressi nella memoria nonostante la fama dei propri predecessori; si tratta di un caso specifico in cui, paradossalmente, una seconda visione è senz’altro più funzionale rispetto alla prima per non lasciarsi ingannare dalle aspettative che tutti avevano riposto nella penna di Nic Pizzolatto.

4) Game of Thrones

Game of Thrones (640×360)

Veniamo ora alle cose quasi banali: tra tutte le serie tv presenti all’interno di questa particolare lista capeggiata da Breaking Bad, Game of Thrones è la più complessa e pesante in termini di dettagli, perché non basta nemmeno un solo rewatch per mettere insieme tutti i pezzi del puzzle, rappresentato dalla mappa di Westeros e dalle decine di casate sparse per i Sette Regni; Game of Thrones è tratta da un’opera letteraria mastodontica, Le cronache del ghiaccio e del fuoco di George R.R. Martin, e nella transizione verso la serialità si sono persi tantissimi dettagli che per ovvi motivi non sono stati riportati on screen; questo per capire quanto Game of Thrones sia una di quelle serie che non solo necessitano di essere viste e riviste per poter cogliere al meglio tutte le sfumature, ma che a ogni rewatch regalano nuovi punti di vista e chiavi di lettura che arricchiscono la comprensione: questo discorso non vale soltanto per la linea narrativa principale, ma anche per tutte le sotto trame legate a rivalità tra casate, intrecci amorosi e giochi di potere, tutte tematiche che rendono Game of Thrones unica nel suo genere e che rappresentano la forza di quella che per anni è stata la serie evento di HBO, e che continua a esserlo oggi con il suo primo spin-off House of the Dragon.

5) Lost

Lost (640×360)

Qui si parla, dopo Breaking Bad, di un altro capolavoro, una pietra miliare non solo della serialità moderna, quanto più dell’intera narrativa attuale: Lost non ha di certo bisogno di presentazioni, né tantomeno di motivi validi per capire che è una serie da guardare almeno una volta nella vita; siamo qui per parlare di rewatch, d’altronde, e Lost anche in questo senso è una serie diversa dalle altre: non si tratta soltanto di riuscire a comprendere meglio passaggi e avvenimenti che, può capitare, a prima vista possono perdersi nell’oceanica portata di sensazioni e significati che questa serie racchiude, il discorso rewatch di Lost è diverso da quelli delle altre serie presenti in questa lista perché parliamo di un’opera, che infatti è la più longeva qua dentro, che si può guardare e riguardare a distanza di anni, decenni e forse di più, ma che nonostante l’inesorabile scorrere del tempo non perderà mai di significato e, anzi, ne acquisirà sempre di più per certi versi. Proprio come accade per i grandi classici di un tempo che, riletti nel presente, spesso sembrano parlare della e alla società attuale: proprio per questo restano immortali.

6) Dark

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Dark (640×360)

Un altro gioiello di tecnica e filosofia, una perla rara e sorprendente da cui non ci siamo ancora ripresi del tutto: Dark è stata come un fulmine a ciel sereno nella storia recente della serialità, ma siamo anche ben consapevoli del fatto che non sia una serie per tutti, anzi. Dark parla di viaggi nel tempo e sfrutta questo pretesto centrale per diramarsi su tematiche complesse come il senso del destino e il libero arbitrio, servendosi di personaggi ben scritti ma imperfetti, anch’essi caratterizzati da una certa complessità che va ben interpretata: per tutti questi motivi Dark è forse la serie per antonomasia che non solo cambia dopo un primo rewatch, ma che ha proprio bisogno di essere rivista per essere compresa, per essere apprezzata fino in fondo. La trama così intricata e tutti gli elementi che fanno apparentemente da contorno necessitano di un secondo sguardo (e forse anche un terzo, in questo caso) per chiudere il cerchio: in Dark non ci si può mai distrarre, vista la ricchezza di dettagli e passaggi chiave, ed è per questo che va rivista con la giusta consapevolezza.

7) Succession

Succession (640×360)

Anche Succession merita un discorso a parte per quanto riguarda il tema rewatch: intendiamoci, non è soltanto la serie più recente all’interno della lista (insieme a Better Call Saul), ma bisogna considerare il fatto che si è conclusa da poco, dopo quattro stagioni di altissimi livello in cui l’asticella si è vertiginosamente alzata puntata dopo puntata: è proprio questo il motivo per cui Succession meriterebbe di essere rivista una volta conclusa, perché un primo rewatch in blocco dell’ennesimo capolavoro HBO offre la possibilità di constatare ancora più a fondo la grandezza dell’opera in via definitiva. In modo particolare chi trae più vantaggio da un rewatch sono i personaggi di Succession: lungo le quattro stagioni hanno affrontato dei percorsi singoli davvero notevoli che, con una visione completa, acquisirebbero ancora più valore sia ai fini della trama che nei singoli percorsi. Per certi versi è un discorso un po’ analogo a quello fatto per Breaking Bad, ma trattandosi appunto di una serie evento conclusasi da poco, il rewatch in blocco è un ottimo modo per cogliere al meglio tutte le sfumature che Succession racchiude.