Il 2008 è stato un anno grandioso per il mondo delle serie tv. Alcuni tra i più grandi successi degli ultimi decenni venivano mandati in onda in quell’anno, da Breaking Bad a Sons of Anarchy. L’anno in cui venne scoperta l’acqua su Marte, si tennero i XXIX Giochi Olimpici a Pechino, fallì la Lehman Brothers e Barak Obama divenne il quarantaquattresimo Presidente degli Stati Uniti d’America, il piccolo schermo accoglieva alcuni tra i migliori gioiellini che siano mai passati in tv. Il 2008 sembra così lontano eppure così vicino. Distante, ma non troppo. È passato più di un decennio dal primo episodio di serie tv come The Mentalist o Merlin, tanto per citare alcuni titoli. Show che, nell’anno appena iniziato, compiranno quindici anni. Quando questi prodotti vedevano la luce per la prima volta, le piattaforme di streaming non erano ancora diventate così pervasive, Netflix non era ancora leader del settore on demand e Don Luca c’è riportava Luca Laurenti su Italia 1, ammesso che a qualcuno importi qualcosa.
Breaking Bad faceva la sua primissima comparsa sul piccolo schermo, preparandosi a diventare uno dei migliori prodotti televisivi di sempre anche se noi ancora non potevamo saperlo.
Lo avremmo capito solo qualche tempo dopo e lo confermiamo oggi, a distanza di quindici anni dall’esordio dello show e nel bel mezzo della stagione d’oro dello streaming. Ma non fu solo Breaking Bad a debuttare nel 2008. Altri popolarissimi show videro la luce in quell’anno complicato e di grandi stravolgimenti socio-economici. Nella lista che segue, abbiamo messo in fila sette grandi successi usciti nel 2008 e che quest’anno compiranno quindici anni. Quale occasione migliore per festeggiare la ricorrenza se non con un piccolo rewatch di ognuno di loro?
1) True Blood
Era proprio il 2008 quando nelle sale cinematografiche si affacciava per la prima volta quella che sarebbe diventata una delle saghe più popolari del decennio: Twilight. Il film fece esplodere la passione per i vampiri, alimentata da un’altra famosa serie che sarebbe arrivata sul piccolo schermo di lì a qualche mese, nel 2009: The Vampire Diaries. Ma non si può parlare del genere senza citare True Blood, lo show basato sui romanzi del Ciclo di Sookie Stackhouse della scrittrice americana Charlaine Harris. La serie ha totalizzato qualcosa come 101 nomination e 30 premi vinti, tra cui spiccano un Golden Globe e un Emmy. L’impatto della serie – che racconta le vicende della cittadina fittizia della Louisiana Bon Temps, in cui vampiri e umani vivono insieme – fu straordinario e la sua crescente popolarità contribuì ad alimentare ulteriormente il mito dei vampiri, che in quegli anni conquistava soprattutto il pubblico più giovane. Il tono non è però affatto quello del teen drama a tinte romantiche in stile Twilight. In True Blood ci sono sangue, azione, violenza, sesso e scene splatter. Lo show è rimasto per molto tempo quello che ha saputo elaborare il ritratto più provocante dei vampiri e lo ha fatto in un modo che il pubblico, a distanza di quindici anni, non ha ancora dimenticato.
2) Fringe
Proprio mentre negli Stati Uniti entrava nel vivo la campagna elettorale per le Presidenziali che di lì a poco avrebbero portato Barak Obama alla Casa Bianca, sul piccolo schermo usciva una serie tv che è unanimemente considerata tra le migliori del genere sci-fi degli ultimi decenni. Fringe è l’erede di X-Files, uno show che esplora universi paralleli, linee temporali differenti, forme alternative di vita. L’elemento fantascientifico si unisce a quello crime a al thriller, per portare avanti una storia – durata cinque anni e novantanove episodi – che mischia scienza, politica, azione, relazioni interpersonali e tanto altro, in quello che è uno splendido viaggio alla scoperta dell’ignoto e di se stessi. Quale è il bello di Fringe? La capacità di andare oltre la scienza – e la fanta scienza – e di regalarci personaggi intensi e in grado di suscitare empatia. I fan della serie non hanno ancora digerito la sua cancellazione, considerando il materiale a disposizione per mettere in piedi nuove stagioni e approfondire filoni tematici diversi. Ma quelle cinque stagioni sono bastate per rendere Fringe una delle migliori serie dei primi anni Duemila e tra le più belle e più apprezzate del genere da molto tempo a questa parte. Il 2023 sarà l’anno del suo quindicesimo compleanno, ma anche il decimo anniversario della sua ultima messa in onda. Una parte di pubblico non si è ancora rassegnata alla triste realtà dei fatti.
3) Merlin
Si può parlare già di nostalgia quando annoveriamo Merlin tra le serie tv che quest’anno compiranno quindici anni. In Italia è arrivata a dicembre 2008, quando venne trasmessa per la prima volta su Italia 1. Motivo per cui poté godere di grande popolarità soprattutto tra gli spettatori più giovani, incollati allo schermo della tv generalista a guardare le avventure di Artù di Camelot e di mago Merlino, rivisitate in una chiave del tutto nuova e originale. Merlin è uno dei fantasy più riusciti dei primi anni Duemila perché tra i più seguiti dal pubblico. Il personaggio di Merlino, così distante dagli stereotipi della letteratura e del cinema, il suo rapporto con Artù, le loro avventure e quella linea comica che attraversa tutta la serie, ne hanno fatto uno dei prodotti più conosciuti e apprezzati del 2008. Più leggero di una serie come Breaking Bad, decisamente meno impegnativo degli altri titoli citati, Merlin rimane comunque un prodotto apprezzato a ogni latitudine, in grado di strappare sempre un sorriso, ma di regalarci anche momenti più intensi e squisitamente drammatici. Quando la guardavamo quindici anni fa eravamo solo ragazzini, ma anche a distanza di tempo non si può non riconoscerne il valore e l’impatto sul pubblico.
4) Breaking Bad
Ma veniamo a la serie tv, quella che ha fatto scuola a una miriade di altri prodotti simili che sono venuti dopo. Quella che ha reso celebri Bryan Cranston e Aaron Paul e che è a tutt’oggi, dopo quindici anni, uno di quei modelli inarrivabili che conserveranno sempre un posto di prestigio nella storia della televisione. Il primo episodio di Breaking Bad usciva il 20 gennaio 2008 su AMC, mentre in Italia sarebbe approdata solo in autunno. Si tratta di uno dei migliori show di sempre, considerata tra i prodotti televisivi scritti meglio in assoluto.
La storia di Breaking Bad ci ha regalato così tanti risvolti, così tanti personaggi, così tante sfumature, che forse non riusciamo ancora a percepirne del tutto la portata. Neppure dopo quindici anni.
L’abbiamo amata come poche altre cose trasmesse sul piccolo schermo. L’abbiamo amata di un amore difficile, contorto, spassionato, elettrizzante e viscerale. E lei ci ha restituito indietro solo tanta qualità e ogni volta una ragione in più per apprezzarla ancor di più. Basterebbe anche solo questo titolo per capire che anno è stato il 2008 per la storia della televisione.
5) Breaking Bad e non solo: The Mentalist
Simon Baker leggeva attraverso le bugie. La serie tv The Mentalist, apparsa per la prima volta sugli schermi a settembre 2008 – in Italia nell’aprile successivo -, è costruita attorno a un personaggio estremamente complicato ed affascinante come Patrick Jane, un consulente della California Bureau of Investigation impegnato a risolvere crimini grazie alle sue doti da mentalista. È un uomo estremamente interessante, vigile e carismatico, attento a ogni minimo dettaglio e totalmente padrone della scena. È lui il mentalista, il grande volto di questa serie che è stata lunghissima e che si è conclusa solo nel 2015, dopo sette stagioni e 151 episodi. The Mentalist si è aggiudicata decine di premi e nomination. È una serie scritta bene, avvincente e con la giusta dose di mistero, in grado di accattivarsi il pubblico e fidelizzarlo per quasi un decennio. Il merito è soprattutto del personaggio di Patrick Jane, interpretato appunto da Simon Baker, un protagonista con un talento innato per la risoluzione dei casi ma anche profondamente provato da un passato turbolento che sembra non averlo mai abbandonato del tutto. Pochi prodotti successivi dello stesso genere sono riusciti a fare altrettanto bene e a mantenere alta la qualità complessiva della serie. Motivo per cui c’è da andarne ancora orgogliosi a distanza di quindici anni.
6) Romanzo criminale
Tra i grandi titoli del 2008 non può mancare neppure l’italianissima Romanzo criminale, l’unica made in Italy presente in questa lista. La serie tv celebrerà nel 2023 i suoi quindici anni dal debutto ufficiale. Un debutto targato Sky, che ebbe una straordinaria risonanza a livello mediatico, nel nostro Paese ma non solo. Romanzo criminale è stata apprezzata in tutto il mondo. Si colloca in un genere, quello crime, con cui noi italiani abbiamo più dimestichezza e racconta uno spaccato della nostra storia recente che attizza l’attenzione anche del pubblico internazionale. La verità però è che Romanzo criminale la si può considerare a tutti gli effetti una di quelle serie tv epocali, di quelle che cambiano cioè il modo stesso di approcciarsi alla televisione. In Italia, c’è stato un modo di intendere le serie tv prima di Romanzo criminale e uno dopo. Lo show sulla Banda della Magliana ha dimostrato quanta qualità possa esprimere la nostra televisione e i prodotti successivi dello stesso genere hanno cercato di trarne vantaggio. Romanzo criminale è un’opera che ha segnato una tappa importante nella storia della serialità italiana, rivoluzionandola e dandole quella spinta in più che ha portato ad alzare notevolmente la qualità dei prodotti nostrani. Le produzioni Sky sono andate avanti seguendo lo stesso trend e qualcuna ha avuto persino più successo – basti pensare in quanti Paesi è stata esportata Gomorra – ma la serie sulla Banda della Magliana ha rappresentato il capostipite, il primo splendido esemplare di un nuovo modo di fare televisione. Televisione di altissima qualità . Per questo, quindici anni dopo, questa serie rimane ancora uno dei piccoli capolavori inarrivabili del made in Italy.
7) Sons of Anarchy
E veniamo a Sons of Anarchy, un’altra big del piccolo schermo che quest’anno compirà quindici anni. La serie di Kurt Sutter debuttava a settembre 2008 e andava in onda mentre sullo schermo c’erano già serie tv come Breaking Bad, Mad Men, I Tudors, The Big Bang Theory, Californication, Chuck e in Italia Boris. Una bella schiera di titoli che ci ricordano come in quegli anni non ci si annoiasse per niente davanti alla tv! La serie sui motociclisti del Sons of Anarchy ci ha regalato momenti di sorprendente drammaticità . La dinamicità dell’azione si bilanciava perfettamente con la narrazione lenta dello show, che ha saputo regalarci personaggi straordinari, con cui siamo sprofondati nel fango nei momenti di difficoltà e che abbiamo visto conquistarsi un pezzo di agognata libertà nei momenti di rivalsa. È una serie che ci ha fatto piangere e ci ha buttati in strada, lasciandoci a cullare dal rombo della motocicletta e dal ritmo frenetico di quelle vite al limite che abbiamo imparato a conoscere stagione dopo stagione. Sono passati nove anni dall’ultimo episodio e da allora ci siamo convinti ogni giorno di più del valore di una serie come Sons of Anarchy, capolavoro da scomodare solo per elogiarne tutti i punti di forza e perdonare eventualmente quelli (quali?) di debolezza.