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10 villain delle Serie Tv che è letteralmente impossibile odiare

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Se da bambini tendevamo a preferire gli eroi ai villain, oggi la situazione si ribalta. Film, libri, serie tv alla Breaking Bad hanno contribuito a creare una figura del cattivo affascinante, oscuro, irresistibile. Sono personaggi complessi che nascondono fragilità, sofferenze e dolori. Ed è proprio da quelli che nasce la loro storia. Certo, le loro azioni non sono scusabili, ma capiamo perché si comportano in quel modo. E poi sono loro il motore della storia.

Come dice Moriarty a Sherlock:

In tutte le fiabe c’è bisogno di un cattivo vecchio stampo. Tu hai bisogno di me altrimenti non sei nulla.

Ci sono alcuni villain costruiti così bene, interpretati in maniera impeccabile, così profondi e misteriosi di cui condanniamo le azioni, ma che in fondo non riusciamo mai a odiare davvero.

In questo pezzo sono riportati 10 esempi, compreso uno da Breaking Bad. Andiamo a vederli insieme.

1) Jim Moriarty (Sherlock)

Arthur Conan Doyle lo ha creato, Andrew Scott gli ha dato vita. Quello che l’attore irlandese fa in Sherlock è impressionante.

Il Moriarty del piccolo schermo fa paura. Mette i brividi, ci terrorizza. E lo fa perché è uno psicopatico e sa di esserlo. È perfettamente conscio di chi sia, lo esibisce con orgoglio. Non è un caso che il suo soprannome è “Napoleone del Crimine”. Sintetizza perfettamente la sua essenza: una mente geniale e criminale, l’unica in grado di rivaleggiare con quella di Sherlock (infatti sono tra quei protagonisti e antagonisti che hanno un rapporto di ambigua interdipendenza).

Brillante, malvagio, ironico, senza morale. Desidera solo una cosa: portare il suo rivale a vedere il mondo sotto una luce nuova, la sua. Per riuscirci è disposto a tutto, anche ai gesti più estremi. E noi semplicemente lo amiamo, anche se non dovremmo.

Perché senza Moriarty, Sherlock non sarebbe lo stesso.

2) Hannibal Lecter (Hannibal)

Don Draper - Hannibal Lecter

Hannibal Lecter è il villain per eccellenza: killer spietato, crudele, incurante della vita umana. Dovremmo odiarlo, eppure ne siamo terribilmente affascinati. Era difficile interpretare questo personaggio dopo Anthony Hopkins. Mads Mikkelsen ha raccolto il guanto di sfida, rappresentando in tv il suo Hannibal. Nessuna imitazione, nessuna caricatura: solo un cattivo diverso, intelligente, elegante ed estremamente intrigante

Hannibal è indecifrabile. Un mistero che ci attrae.

Noi come Will Graham, attirati dal magnetismo di Hannibal, nonostante sappiamo chi sia.

Questi due sono gli unici in grado di comprendersi. Hannibal è diverso, lo sa Will e lo sappiamo noi. Secondo il suo codice, lui non uccide perché è malvagio: chi non vede la bellezza dell’arte e della vita non merita di esistere. Libera il mondo da chi lo rovina, ci permette di guardare il suo operato. Ci fa sentire migliori, speciali.

3) Villanelle (Killing Eve)

serie tv Orphan Black

Villanelle si presenta come un’assassina spietata e psicopatica, un’egocentrica con zero bontà. Eppure l’amiamo. Perché un amore così profondo per un personaggio così cattivo?

Poche persone entrano in una stanza con la sua sicurezza. È sempre sé stessa e non si scusa per questo. Non ha filtri: dice esattamente quello che vuole senza tener conto delle conseguenze. Ha un suo umorismo spesso assurdo, con battute che non dovrebbero far ridere. Ma non è così. È contagioso perché quello è il modo in cui tenta di divertirsi e di divertire gli altri. Ha qualcosa in più, nonostante tutti personaggi di Killing Eve siano ironici. E questo la rende umana. Soprattutto Villanelle prova gioia in tutto quello che fa. Niente con lei è banale e noioso. E il suo rapporto con Eve è semplicemente ipnotico.

La sua intelligenza e il suo stile l’hanno già resa un’icona del mondo televisivo.

4) Negan (The Walking Dead)

Breaking Bad

Crudele, sadico, spietato, omicida, alla ricerca del potere. Negan è la follia umana in un’apocalisse zombie. Lutti e tragedie lo hanno segnato in maniera indelebile. Per far sopravvivere il suo gruppo e placare la sua voglia di vendetta verso l’umanità compie gesti orribili. E non gli interessa.

Ma non è il solito criminale.

Fiducia in sé stesso, imprevedibilità e umorismo lo contraddistinguono, così come un’intelligenza fuori dal comune. Agisce come la persona più brillante e dura ovunque vada perché lo è. Ha una visione per costruire una nuova civiltà ma nessuno è abbastanza sveglio da capirla. Anche se lo sembra, non è totalmente un bastardo. Non tollera determinati crimini come i furti, le violenze insensate e gli stupri.

Negan è il nemico che serviva a The Walking Dead. Oltretutto, come potremmo odiare Negan se a dargli voce e corpo è Jeffrey Dean Morgan?

5) Kilgrave (Jessica Jones)

Serie Tv

Kilgrave è tutto quello che dovremmo detestare. È uno stalker arrogante, un bastardo che non ha nessuno scrupolo, limite o rispetto per la vita umana. Ed è terrificante. Perché se Kilgrave comanda, non abbiamo altra scelta che obbedirgli. Annulla la forza di volontà e non c’è nessuna difesa contro un potere del genere. Anche Jessica, con la sua superforza, è impotente contro di lui. L’ha rapita e costretta a fare cose terribili, azioni di cui l’eroina sente ancora il peso.

E allora perché quando apparve sullo schermo ne rimanemmo ammaliati?

Semplice: è uno dei migliori villain mai rappresentati in tv. Affidare il ruolo a David Tennant è stata la mossa vincente. Ha dato a Kilgrave quel magnetismo, quell’incisività, quella presenza scenica e quell’eleganza che l’ha reso immortale.

Occhi vuoti che si infiammano all’improvviso, voce profonda e calma, passo lento e sicuro. Questo è Kilgrave. Il padrone del mondo, colui che ha reso la prima stagione di Jessica Jones memorabile.

6) Gustavo Fring (Breaking Bad)

Breaking Bad

Gustavo Fring non è quello che sembra. Dietro quell’aria da cittadino modello si nasconde uno dei cattivi più riusciti di sempre.

Gus è un uomo posato, dalle buone maniere, ma è anche freddo, spietato. Un manipolatore eccezionale, semplicemente brillante: non è da tutti sottomettere i cartelli della droga più crudeli e costruire un impero della metanfetamina. La sua carriera non ha punti deboli e non ha ostacoli sul suo cammino per raggiungere il potere totale. Solo Walter. Ma con le sue capacità riesce a tenergli testa.

In Breaking Bad ha rivoluzionato l’idea del boss a cui eravamo abituati.

Si espone in prima persona, non ha paura di sembrare meno importante pur di concludere gli affari e si sporca le mani se serve. Se Breaking Bad è considerata LA serie tv, merito va anche a Gus Fring e al suo monumentale interprete: Giancarlo Esposito.

7) Benjamin Linus (Lost)

Breaking Bad

Come Gus Fring di Breaking Bad, Benjamin Linus sembra all’apparenza innocuo. In realtà è una mente subdola e imprevedibile, un leader bugiardo e doppiogiochista, una violenza nascosta dietro modi pacati. Fa tutto ciò che è in suo potere per proteggere l’Isola, usando l’intelligenza e ricorrendo ai trucchi più meschini. Ricatti, manipolazioni, inganni, omicidi: non si ferma davanti a niente per adempiere al suo compito.

Ben è l’ambiguità fatta persona: impossibile capire cosa pensa o cosa farà. Perché quando pensiamo di averlo scoperto, lui cambia le carte in tavola. Ed è questo che lo rende geniale e riuscito come cattivo.

Man mano che Lost prosegue, si scopre che Ben (qui 10 motivi per amarlo) non è l’onnipotente conoscitore dell’Isola. Da burattinaio passa a burattino. La morte della figlia lo cambia totalmente, trasformandolo in una persona piena di dubbi, sensi di colpa e tristezza.

8) Il Maestro (Doctor Who)

Doctor Who

Il Maestro è tutto quello che il Dottore sarebbe se perdesse l’empatia che lo caratterizza. Perché intellettualmente i due sono alla pari. È a livello morale che si trovano agli antipodi. Il Dottore ama l’Universo, lo vuole esplorare e proteggere. Il Maestro invece vuole possederlo, esserne il padrone. L’adorazione è quello che cerca: è il motivo per cui ha scelto quel nome.

Cerca più volte di spezzare il Dottore, di manipolarlo, perché sa quali sono i suoi punti deboli, anche se il più delle volte non ci riesce.

Grazie alla rigenerazione, il volto del Maestro è cambiato nel corso di Doctor Who e ogni attore ha dato la sua impronta. Come non ricordare John Simm con il suo Maestro un po’ Joker e un po’ Tony Blair, oppure la versione di Michelle Gomez che mixava nichilismo maniacale e sensibilità vittoriana all’amore per l’anarchia?

In poche parole il Maestro è il Moriarty di Doctor Who. E per questo lo amiamo, qualunque volto abbia.

9) Kai Parker (The Vampire Diaries)

Serie Tv

Non è un caso che Julie Plec inserisca questo villain in tutte le sue creazioni. Kai è uno stregone senza scrupoli e morale, perfettamente e fieramente conscio di essere un sociopatico. Uccide, tortura, manipola e maledice: questi sono i suoi hobby preferiti. Eppure è un cattivo così affascinante che non riusciamo ad odiarlo, non importa quanto male faccia.

Un sorriso magnetico, uno sguardo penetrante e soprattutto le sue battute lo rendono uno dei personaggi preferiti dai fan.

Kai ci conquista perché non ha mai smesso di combattere. È un emarginato, diverso dai membri della sua famiglia. Lotta per essere accettato per tutta la sua vita. E possiamo capirlo in un certo senso. Quando si fonde con il gemello recupera quell’empatia che aveva perso. Prova a rimediare ai torti fatti perché capisce i suoi errori. Per tutta risposta si ritrova al punto di partenza, con una grande voglia di vendicarsi. E lo fa in grande stile perché Kai forse merita quell’umanità che gli è stata negata da sempre.

10) Jerome e Jeremiah Valeska (Gotham)

Interpretare Joker è una sfida per qualsiasi attore data la complessità del personaggio e l’amore del pubblico verso di lui. Il peso sulle spalle è enorme, specie per un giovane come Cameron Monaghan. Anche se tecnicamente Jerome e Jeremiah Valeska non sono mai stati chiamati Joker, sono chiaramente due rappresentazioni diverse della nemesi di Batman.

Jerome è un sadico, folle anarchico privo di qualsiasi emozione che vuole solo portare il caos nel mondo. Non sempre ha un piano definito e quando ce l’ha è più interessato a trovare un pubblico per i suoi “spettacoli” piuttosto che portarlo a termine. Jeremiah è invece tattico, strategico, interessato solo al risultato finale, capace di controllare la sua pazzia e i suoi peggiori impulsi. Di conseguenza è più letale e malvagio.

L’interpretazione di Monaghan è così elevata che ruba la scena a tutti. E se un personaggio è rappresentato così bene, non possiamo far altro che rimanerne incantati e tifare per lui, nonostante tutto.