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10 Serie Tv diventate cult dopo un inizio balbettante

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Ci sono serie tv che diventano cult nell’istante in cui vanno in onda, come Stranger Things e Game of Thrones, il cui successo mediatico è stato tanto straordinario e quanto immediato. Tuttavia, non sempre quelli che sono diventati veri e propri classici della televisione hanno avuto un inizio scoppiettante e anzi, ci sono casi in cui il rischio di essere cancellate o, forse ancora peggio, di finire nel dimenticatoio, è stato così concreto da divenire quasi realtà. Che fosse per una questione di ascolti troppo bassi, come nel caso di Roswell, o perché gli autori non avevano ancora conferito alle loro creazioni la maturità necessaria per sviluppare un’identità propria e definita, com’è stato per Buffy l’ammazzavampiri, è spesso accaduto che veri e propri cult seriali abbiano avuto un percorso piuttosto accidentato nella loro strada verso il successo. Abbiamo raccolto qui 10 serie tv considerate dei cult del loro genere, alcune delle quali hanno fatto la storia della televisione trasformandola per sempre, che durante le loro primissime stagioni hanno dovuto superare ostacoli differenti prima di potersi affermare come i prodotti iconici che tutti conosciamo e amiamo.

1) The Office

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Probabilmente ogni fan di The Office, trovandosi a consigliare la comedy a qualche amico, si sarà raccomandato con grande attenzione di non giudicarla da quella sua prima, goffa stagione. I sei episodi che compongono la stagione introduttiva dalla serie risultano macchinosi ed eccessivamente “cringe”, una brutta copia dell’originale inglese (qui abbiamo confrontato le due versioni) che non solo non stupisce, ma mette anche lo spettatore piuttosto a disagio. Non sorprenderà nessuno sapere che dopo il disastro della prima stagione The Office abbia seriamente rischiato la cancellazione e solo in seguito a un cambio di registro netto, che ha finalmente dotato la serie di quella sua comicità indimenticabile, è diventata il cult che ancora oggi – dopo oltre 15 anni – attira migliaia di appassionati.

2) Parks and Recreation

Quella di Parks and Recreation è una parabola non dissimile da quella di The Office, serie con cui per altro condivide il creatore (Greg Daniels, a cui si aggiunge il già autore di The Office Mike Schur). Anche in questo caso ci troviamo davanti a una prima stagione brevissima, composta di soli sei episodi, che non ha convinto né la critica né il pubblico e a cui è stata concessa una seconda occasione soprattutto perché The Office aveva già dimostrato quanto potenziale potessero avere le comedy di Daniels una volta che veniva concesso loro un margine di autonomia sufficiente. Parks and Recreation non ci ha messo molto a trovare la sua dimensione, diventando a partire dalla sua terza stagione una delle serie comiche più di successo di tutti i tempi, un vero e proprio gioiello in grado di descrivere con arguzia e ironia l’America di nicchia, dando risalto alla vita e alla politica nel suo svolgersi locale e quotidiano.

3) Buffy l’ammazzavampiri

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Eroina femminista, studentessa e temuta cacciatrice di demoni, Buffy ha il grande merito di aver portato sullo schermo un modello di femminilità totalmente innovativa in televisione.

Eppure il teen drama a tinte splatter, al giorno d’oggi considerato una pietra miliare della televisione fantasy e non solo, non ha avuto il più brillante degli inizi. La prima stagione di Buffy appare acerba, molto introduttiva eppure allo stesso tempo piena di episodi filler, dal tono incerto e non ancora ben definito. Una mancanza di identità che sappiamo essere solo temporanea, ma che ha seriamente rischiato di costare alla serie di Joss Whedon la cancellazione, poiché non riusciva a coinvolgere del tutto il pubblico, soprattutto considerando le enormi novità e la contaminazione sperimentale tra generi di cui fa uso la serie. In ogni caso, superata la prima stagione, la serie migliora costantemente fino almeno al finale della quinta, considerabile l’apice dell’intera Buffy l’Ammazzavampiri (se volete approfondire qui vi abbiamo proposto una classifica delle singole stagioni).

4) Sex and the City

Quasi contemporanea a Buffy, anche Sex and The City comporta un rivoluzione nella rappresentazione dell’universo televisivo in televisione.

Carrie, Samantha, Charlotte e Miranda sono prototipi di femminilità differenti eppure ugualmente emancipate, indipendenti, forti. La prima stagione della serie di Darren Starr è tuttavia ben diversa dalle successive e ha poco da spartire con il glamour, il divertimento fresco e sboccato e l’ironia effervescente che hanno reso Sex and the City un vero pilastro della serialità. Durante i primi episodi infatti il tono è più cupo, la narrazione della vita delle quattro donne molto più opprimente. Pur non essendo un prodotto in alcun modo malvagio, la prima stagione di Sex and the City non aveva le qualità per diventare un cult, poiché ancora non aveva trovato quella dimensione a metà tra il cinismo e il romanticismo, il dramma e la commedia, l’utopia e la finzione che sarebbe poi diventata la cifra distintiva della serie HBO.

5) Breaking Bad

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Mettiamo subito le cose in chiaro: la prima stagione di Breaking Bad non è brutta, nemmeno un po’. Tuttavia non possiamo negare che sia davvero lentissima, quasi claudicante. Sappiamo oggi che il ritmo di quei primi sette episodi e la loro natura fortemente introduttiva sono stati assolutamente necessari per mettere le basi di quanto poi avverrà in seguito, quasi la stagione fungesse come una sorta di prologo alla narrazione vera e propria. Coloro che però hanno visto la serie in contemporanea con la sua prima messa in onda non potevano sapere che a lungo termine la decisione di Vince Gilligan li avrebbe ripagati con gli interessi, pertanto la corsa straordinaria di Breaking Bad è partita piano, balbettante fino a trasformarsi in poesia.

6) Star Trek: The Next Generation

Le prime due stagioni di Star Trek: The Next Generation sono considerate pressoché all’unanimità un vero disastro. I personaggi mancano di carisma, la trama non sembra ingranare, l’intera produzione appare bizzarra, poco convincente, del tutto priva del fascino e delle peculiarità che l’avrebbero resa in seguito un cult per intere generazioni. Tra le accuse di razzismo, la sostanziale incoerenza narrativa e la totale mancanza di chimica tra gli attori, nessuno riuscirebbe a salvare alcunché delle serie. Fortunatamente il cambio avvenuto ai vertici a partire dalla terza stagione, che vede Rick Berman e Michael Piller prendere finalmente il controllo, porterà a una rivoluzione di Star Trek: The Next Generation, che diventerà poi nota come un capolavoro sci-fi.

7) Roswell

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La storia d’amore tra l’adolescente Liz Parker e l’alieno Max Evans avrebbe potuto avere vita molto breve, poiché la prima stagione non aveva avuto ascolti abbastanza alti da garantirne il rinnovo. Eppure i fan più fedeli di Roswell non si sono arresi e in una delle prime grandi mobilitazioni di massa del piccolo schermo, prima che internet e le petizioni prendessero il sopravvento, hanno deciso di inondare la sede della rete di produzione The WB con bottigliette di tabasco, la passione degli alieni all’interno della serie.

Roswell ha avuto solo tre stagioni, ma ha conquistato il cuore di un’intera generazione di adolescenti e lasciato il segno nell’immaginario collettivo, tanto che CW ha deciso di produrre un reboot della serie (Roswell, New Mexico) che attualmente conta due stagioni, con una terza in arrivo e il rinnovo per la quarta già ufficializzato.

8) Doctor Who (New Who)

Il revival di Doctor Who è probabilmente il più di successo di tutti i tempi, un vero cult che è stato capace di coinvolgere sempre più fan nell’universo del Dottore e che ha saputo reinventarsi costantemente, regalandoci alcune delle più belle ore di televisione mai andate in onda. Tuttavia la sua rinascita televisiva non è iniziata nel migliore dei modi, perché quando nel 2005 è tornato sullo schermo Doctor Who sembrava aver perso il suo smalto. Sperimentale, caratterizzata da un eccesso di cambi di tono repentini ed episodi che hanno diviso il pubblico, la stagione con protagonista Christopher Eccleston nei panni del Nono Dottore è piuttosto fallimentare. L’arrivo di David Tennant come Decimo Dottore a partire dalla stagione successiva rappresenta però una vera svolta, che riporta Doctor Who ai fasti della serie classica.

9) Baywatch

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Baywatch conta 11 stagioni e 242 episodi, ma il suo cammino non è iniziato nel migliore dei modi. Dopo una prima stagione dagli ascolti deludenti, NBC aveva cancellato la serie e solo il lavoro instancabile dei creatori della serie e del suo protagonista David Hasselhoff hanno permesso ai bagnini più famosi del mondo di proseguire le loro avventure. Attraverso un processo noto come sindacazione, per cui i diritti delle repliche di una serie vengono venduti ad altri emittenti minori, Hasselhoff e gli altri riuscirono riuscirono a raccogliere abbastanza soldi per produrre nuove stagioni e allo stesso tempo a coinvolgere il grande pubblico televisivo, facendo sì che Baywatch diventasse infine un grande successo internazionale.

10) Seinfeld

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Seinfeld è la regina di tutte le comedy, il capolavoro che ha dato origine all’era d’oro della comicità televisiva, il pilastro seriale senza cui Friends, The Big Bang Theory, Modern Family e tutte le altre grandi serie comiche non sarebbero mai diventate realtà. Eppure la sua prima stagione è a dir poco acerba, a essere onesti piuttosto mal riuscita, tanto che il rischio di essere cancellata è stato scampato per un soffio e solo grazie all’intervento di Rick Ludwin, che convinse i suoi colleghi ai vertici di NBC a dare un’altra occasione alla serie di Jerry Seinfeld e Larry David. Il problema della prima stagione di Seinfeld è che fa troppo affidamento sulla carriera precedente di stand up comedian del suo protagonista e creatore, poco adatta alle logiche televisive e non in grado di coinvolgere il pubblico. Andando avanti la serie ha tuttavia trovato la sua dimensione e proprio il suo essere un prodotto “basato sul nulla” l’ha resa una delle comedy più popolari di tutti i tempi.

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