Gentilissimi lettori, sì, Californication è proprio quella serie che ha come protagonista Hank Moody, Bukowski contemporaneo, magistralmente interpretato da David Duchovny (quello di X-Files). Sì, Californication racconta le avventure di uno scrittore in piena crisi creativa ed esistenziale che nel mezzo del cammin della sua vita si ritrovò in una selva oscura fatta di sesso occasionale, droga e alcool. La sua Beatrice, Karen, continua ad essere la sua musa, però neanche le donne angelicate possono tollerare continue marachelle e quindi lo ha mollato, lui ne soffre, vuole riconquistarla, ma ogni cosa positiva che fa per riavvicinarsi a lei e alla figlia (Becca) viene annullata dall’ennesimo passo falso. Non parliamo poi di come spreca il suo talento dietro tutti questi tira e molla.
Come si fa allora ad accostare la parola cuore a una serie tv che parla di sesso, droga & rock and roll?
Si può e si deve perché Tom Kapinos ha ideato un personaggio molto complesso, dalle mille contraddizioni: un artista dissoluto ed un amorevole padre e compagno che, però, non riesce a fare pace con nessuno dei suoi due lati e questa perenne lotta interiore lo porta a distruggere tutto ciò che fa di buono; ogni gesto poetico viene annullato da un gesto prosaico.
La complessità, il nichilismo e il narcisismo di Hank sono i motivi per cui in molti episodi di Californication, tra un personaggio grottesco, una serata a base di alcool e droga, il nostro cuore si spezza insieme a quello del protagonista, a volte anche solo osservando il suo sguardo.
Come dicevamo, in Californication sono tanti i momenti che ci hanno spezzato il cuore in mille pezzi ma in quest’articolo vogliamo elencarne cinque, quelli più emblematici. Scommettiamo che in almeno una di queste scene il vostro cuore ha fatto crack? Scommettiamo che vi siete identificati in almeno uno di questi mood?
Attenzione: ogni scena è elencata in ordine di apparizione, questa lista non è una classifica.
Preparate i fazzoletti, Californication ci regala anche un po’ di dramma.
1. Californication- 1×08 “Figlio della California”:
L’episodio in questione è una disamina muta del complicato rapporto padre-figlio; il padre di Hank è morto, il loro rapporto non è mai stato idilliaco, molti non detti, tanto risentimento; un po’ quello che succede in tante famiglie anche se vostro padre non è impersonato da Hector Salamanca. A causa di queste incomprensioni, il nostro eroe non vuole nemmeno andare al funerale. La scena che ci spezza il cuore vede Hank seduto sul letto con l’espressione di chi ha capito di essere stato uno stupido a non comprendere l’amore paterno e che ha finalmente elaborato il lutto senza essere ottenebrato dalla droga, dall’alcool e dal sesso. Il modo in cui si piega sul letto e si abbandona al dolore è davvero molto commovente; Hank sembra tornare bambino.
L’elaborazione del lutto avviene grazie alla lettura di una lettera che gli ha scritto il padre, il quale, in buona sostanza, gli scrive che lo ama e che lo stima anche se ha sempre avuto difficoltà a dirglielo. Sfidiamo tutti voi a non immedesimarvi in questo momento.
L’espressione di tenero dolore di Hank, l’amorevole supporto di Karen e il messaggio centrale della lettera “stai facendo il meglio che puoi” (frase che gli sarà ripetuta più volte nel corso delle stagioni dai personaggi che più ama), “sei un bravo scrittore ma più di tutto devi essere un bravo padre ed un bravo marito” ci spezzano il cuore perché ad ognuno di noi sono capitati fallimenti familiari e lavorativi e perché queste parole riassumono ciò che il protagonista vorrebbe essere ma che fatica a raggiungere.
Un altro momento dolcissimo si ha quando Hank decide di volare a New York per il funerale del padre e all’aeroporto chiede a Karen il nome della pianta di cui, un tempo, il padre gli aveva chiesto e di cui, a lui, fino a quel momento non era mai importato nulla.
2. 2×04 “Invito a cena con Bebè”:
In questo episodio di Californication Hank ha da poco chiesto a Karen di sposarlo, sperando così di porre fine a tutti i loro problemi ma “he can’t always get what he wants”. E infatti durante una cena salta fuori che una delle varie donne con cui è stato potrebbe aspettare un bambino da lui; è qui che l’illusione, che una promessa dal peso di un carato possa magicamente ricomporre la vita del nostro poeta maledetto, svanisce. In un misurato ma solenne dialogo Karen ed Hank capiscono che non è il matrimonio la chiave di volta della loro relazione e la cosa che fa più soffrire è la consapevolezza e la lucidità con cui prendono la decisione di non sposarsi; entrambi sono pienamente consapevoli dei problemi di Hank e della sua natura contraddittoria. Commovente è anche il momento in cui la figlia Becca, nonostante veda il padre mandare al diavolo, per l’ennesima volta, la possibilità di ritornare a essere una famiglia, lo congeda con un semplice: “va bene così, hai fatto quello che hai potuto” perché anche lei nonostante sia la figlia e nonostante sia una adolescente è pienamente conscia della incapacità del padre di non perdersi tra le tentazioni.
È molto triste vedere come Hank sia impegnato in una costante lotta contro se stesso, contro la sua tendenza autodistruttiva e nichilista.
3. 2×12 “La piccola morte”:
Hank ha appena terminato di scrivere la biografia di un grande produttore discografico di musica rock, Lew Ashby. La profonda amicizia che lega sin da subito i due personaggi è un passaggio fondamentale per la crescita del protagonista . Lew, infatti, rappresenta ciò che Hank potrebbe diventare se continua nella direzione presa. Un uomo ricco, pieno di donne, ma profondamente solo e triste. La differenza fra Lew e Hank sta nel fatto che il primo si è rassegnato definitivamente alla propria natura. Il tragico epilogo della seconda stagione rappresenta una lezione importantissima per il protagonista. Ashby muore per aver accidentalmente sniffato eroina.
In questa scena di Californication, Hank immagina un dialogo con il suo amico da poco scomparso, il quale gli rammenta che “alla fine del giorno quello che conta è Lei“. Hank sembra capire di dover dare una sistemata al suo vivere sregolato (spoiler: non lo farà ). La scena è resa struggente dalle luci, dalla scenografia, e soprattutto dalla scelta della Colonna sonora: “Keep me in your heart for a while” di Warren Zevon che descrive magnificamente quello che ognuno di noi desidera: “restare nel cuore della persona amata” che poi è quello che fa Ashby in quello di Hank e quello che Hank vorrebbe fare per le persone che ama e che vorrebbe che la sua arte facesse per la comunità.
4. 3×12 “Mea Culpa”:
La scena finale della terza stagione di Californication con “Rocket man” di sottofondo è l’apoteosi del dolore, del dramma tv: Hank confessa a Karen di aver avuto una relazione sessuale con una minorenne; non è mai stato così distrutto, non è mai stato così profondamente rammaricato e deluso da sé stesso; questa volta ha fatto davvero una cosa non giustificabile e lo sa, e tutto il suo dolore si sente, si vede. Il dolore della consapevolezza dello star distruggendo ogni cosa bella della sua vita. In un climax ascendente di pathos la scena termina con Hank arrestato e Becca che gli corre incontro. La velocità della scena, leggermente rallentata, rende tutto ancora più drammatico. Rocket man poi è la canzone simbolo della storia di Karen ed Hank, un amore che sembra irrealizzabile che però esiste, forse per entanglement, e non smetterà mai, come il sogno di un astronauta. Qui c’è un interessante approfondimento sul rapporto Hank-Karen.
5. Californication- 4×12 “E giustizia per tutti”:
Hank è a processo per “corruzione di minorenne”, il giudice lo condanna e ammonisce moralmente; Hank si dichiara dispiaciuto di aver messo in imbarazzo le sue donne.
La condanna peggiore, però, sembra essere quella in cui molti di noi ci identifichiamo: lo spreco del proprio talento; l’avere un dono e non coltivarlo, non metterlo a disposizione di sé stessi e degli altri.
Ancora una volta Hank fa i conti con la sua natura che non fa altro che creargli problemi: l’inquadratura sul suo sguardo sembra indagare dentro la sua anima, sembra mostrare un uomo che ha capito la lezione, peccato che poi sia solo un attimo fugace di presa di coscienza perché poi nuovamente il nostro eroe si perde, come molti di noi, che magari non siamo manco così prestanti, non abbiamo una Porsche e non abbiamo manco scritto “Dio ci odia tutti”. Piangiamo.