5) Banane in pigiama (1992)
Questa serie animata rappresenta l’esempio perfetto dei miei ricordi legati alla musica, dato che la canzone della sigla per me è praticamente un cult. Mi è risuonata nelle orecchie per anni e anni, nei momenti più insospettabili, accanto all’immagine di queste due banane che scendono le scale con indosso un pigiama a righe. La storia del cartone inizia in Australia, dove è stato creato e prodotto, ma dall’isola si è diffuso velocemente in oltre 70 paesi del mondo, diventando un successo internazionale. Le protagoniste sono, come anticipato, B1 e B2, due banane gemelle per aspetto ma non per carattere. Entrambe però sono delle inguaribili ottimiste, sempre di buon umore e pronte ad aiutare i loro amici, dei teneri orsetti di peluche.
I personaggi vivono in un paesino circondato dalla campagna, dove ogni giorno si trovano a dover risolvere un’avventura o un problema diverso. Oltre alla sigla ricordo che le due banane si esprimevano a turno. L’una completava la frase iniziata dall’altra, un po’ come Pincopanco e Pancopinco di Alice nel Paese delle Meraviglie. Banane in pigiama per me è un grande classico, anche se la semplicità delle storie raccontate lo rendono un cartone animato perfetto per i bambini piccoli ma un po’ meno per gli adulti.
6) Un fiocco per sognare, un fiocco per cambiare (1996)
“Fiocco di magia, fiocco di magia…” Questa era la formula pronunciata dalla protagonista, Himi, ogni volta che voleva trasformarsi in un’altra persona realmente esistente. Attenzione, però. Il cambiamento poteva durare un’ora al massimo, altrimenti la ragazzina sarebbe rimasta in quelle nuove sembianze per sempre. Questo è uno di quei cartoni animati che si portano nel cuore a vita. Mi piacevano tantissime cose di quest’anime. Prima di tutto Himi, perché era un maschiaccio e mi ci rivedevo. Poi l’idea del poter impersonare essere umani diversi, un po’ come fanno gli attori quando accettano il ruolo per un film o per una serie tv. Infine le gag, le situazioni equivoche e il segreto del fiocco magico che Himi doveva riuscire a mantenere durante tutto il corso della storia.
I personaggi inoltre erano ben caratterizzati. Non solo Himi ma anche la sorella maggiore, che lei ammirava, e Daichi, il ragazzo più corteggiato della scuola ma che alla fine si innamora della protagonista. Gli episodi erano collegati uno all’altro e spesso una puntata si concludeva sul più bello, lasciando agli spettatori un po’ di suspence e di curiosità fino a quella successiva. E poi c’era il leoncino Pokota…Insomma, questo è un cartone che fa sognare a occhi aperti, perché aggiunge un tocco di magia che, soprattutto per noi adulti, è sempre più che mai necessaria.