Syfy è un canale abbastanza alternativo dove non troverete prodotti di qualità eccelsa ma comunque Serie Tv alle quali vale la pena dare un’occhiata. Soprattutto, come d’altronde dice il canale stesso, troverete Serie Tv di genere fantasy, fantascienza e anche horror. Dopo anni ad aspettare una seria alternativa ad American Horror Story nel panorama televisivo, da fine 2016 abbiamo potuto apprezzare la Serie Tv antologica Channel Zero.
La Serie Tv non ha raccolto consensi ovunque, ma ha sicuramente convinto Syfy a investire ancora su questo progetto rinnovandolo per altre tre stagioni. Il concept di Channel Zero trova le sue origini nel fenomeno creepypasta (quelle brevi storie horror che prima che internet esistesse venivano raccontate intorno al fuoco, di notte, o durante i pigiama party), genere letterario internettiano che si basa sulla condivisione peer to peer, attraverso un banale copia-incolla, di racconti dell’orrore su blog, siti o social network. L’adattamento di Candle Cove, dal racconto del web writer Kristopher Straub, racconta la storia di Mike, psichiatra infantile in crisi che decide di fare ritorno alla sua città natale per fare luce sulla propria infanzia, segnata dalle sparizioni di alcuni bambini del luogo, tra cui suo fratello gemello Eddie, e da un bizzarro programma televisivo andato in onda precisamente in quello stesso periodo.
Nei suoi sei episodi, Channel Zero trasporta lo spettatore in un incubo visionario e macabro, dove il mistero che aleggia intorno a tutta la vicenda si dischiude lentamente, rivelando mano a mano una verità ancora più terribile ed inaspettata.
Il fulcro narrativo di Candle Love è rappresentato dall’inquietante show televisivo, in cui delle marionette in abiti pirateschi a bordo di un galeone invitano i loro piccoli spettatori a inoltrarsi insieme a loro in una grotta buia. Persino i personaggi che dovrebbero apparire positivi nel programma per ragazzi sono invece inquietanti e spaventosi, è come se vedessimo una versione dell’Orso nella Casa Blu in salsa horror. Presto ci rendiamo conto che il messaggio subliminale è molto più diabolico del previsto: non si tratta di attirarli verso il pericolo ma di un vero e proprio invito a essere protagonisti del gioco. Channel Zero diventa quindi narrazione di un’infanzia corrotta, più che negata, mostrando come anche l’atto più crudele possa essere commesso con puerile e ludica incoscienza.
È forse il mezzo televisivo il responsabile di questa corruzione? Di fronte agli sguardi spenti e vacui delle piccole vittime è una domanda che ci si può porre durante la visione di questa prima stagione, salvo poi rendersi conto che la realtà contro cui il dito è puntato è molto più complessa. Nella piccola provincia americana, dove chiudono le fabbriche e la povertà è sempre in aumento, i genitori lavorano quasi tutto il giorno lasciando i figli da soli a casa, senza una guida.
Il mondo immaginifico di Candle Cove, tra pirati, tesori e teschi parlanti, rappresenta l’ideale fuga dal reale e verso l’avventura.
Il protagonista Mike (Paul Schneider), da adulto e genitore, non ha i mezzi per comprendere la natura di questa vicenda: la sua unica arma è tornare indietro e recuperare i pezzi perduti e dimenticati di ciò che è veramente avvenuto. Sia detto, Channel Zero non è una Serie Tv che si prodiga nelle spiegazioni più dettagliate: pur partendo da premesse tipiche del thriller, il suo obiettivo è mostrare e inquietare, nello spirito del vero horror. L’importante non è sapere cosa veramente sia il “bambino-dente” o qualsiasi altro mostro che fa capolino nella storia, come d’altronde non è neppure chiaro da dove esattamente il programma Candle Cove abbia avuto origine o se ci sia una mente dietro.
Piuttosto è necessario che anche lo spettatore accetti, senza riserve, di addentrarsi nella grotta oscura, poiché nella soluzione della vicenda non troverà alcuna spiegazione razionale.
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