Chuck Lorre, il Re Mida delle sit-com. Qualsiasi cosa pensi e produca ha successo. Il sempre presente consenso di pubblico che raccolgono le sue serie ha anche permesso al genere sit-com di avere ancora lunga vita, esito non scontato. Con i nuovi tempi e modi di fruizione delle serie e l’asticella del giudizio in termini di qualità e modalità di narrazione che lo stesso pubblico seriale ha alzato, se il genere sit-com resiste lo dobbiamo sicuramente a Chuck Lorre e alla sua capacità creativa anche negli inverni del nostro scontento.
Vanity Card
Dal primo episodio di Dharma & Greg, nel lontano 1997, Lorre dà inizio al suo vezzo (non per niente parliamo di “Vanity” Card) d’inserire alla fine dell’episodio un suo commento, un piccolo testo sui più svariati argomenti. La sua firma di appartenenza, il suo marchio di fabbrica, inequivocabilmente un prodotto Chuck Lorre. Quest’anno ha festeggiato il 700esimo biglietto da visita personalizzato proprio per il 100esimo episodio di Young Sheldon. Le sue riflessioni vanno dal metodo ottimale per mangiare i biscotti a letto senza sbriciolare a considerazioni sulla società e sulla politica. Su Trump ha espresso il suo meglio. Le sue pillole di saggezza hanno avuto così tanto successo da essere raccolte nel libro “What Doesn’t Kill Us Make Us Bitter”, gioco di parole tra better/migliori, com’è nella frase originale (quello che non ci uccide ci rende migliori), e bitter/amareggiati.
Chuck Lorre’s touch
Come Lubitch che con il suo tocco ha cambiato il Cinema, così Chuck Lorre ha dato nuova linfa al genere sit-com e serie brillanti. Partendo da Dharma & Greg, con la e commerciale che già introduce a un nucleo familiare fuori dalla convenzione, passa per Due Uomini e Mezzo con due fratelli, un figlio, una domestica a dare vita alla massima disfunzionalità familiare in una sit-com. Si arricchisce con The Big Bang Theory e la famiglia allargata di amici in versione Friends 2.0 che genera lo spin-off Young Sheldon che si decontestualizza da subito e potrebbe benissimo essere un prodotto a sé. A riprova di questo, il primo episodio viene trasmesso nel 2017, due anni prima della conclusione di The Big Bang Theory, non il classico prodotto a traino della fine di una serie di grande successo. A onor del vero gli ottimi risultati non hanno generato la pletora di premi che ci si aspetterebbe. La serie ha infatti un solo Golden Globe all’attivo vinto da Jim Parsons (Sheldon) su 17 nomination in totale con i SAG Award. Un destino sicuramente migliore rispetto a Due Uomini e Mezzo che non ha mai vinto un premio con un totale di appena 5 nomination. Il primo Golden Globe personale lo riceve solo nel 2019 con Il Metodo Kominsky, altro gioiello della sua collezione, la prova che per creare un’ottima serie brillante bastano pochi elementi ma di qualità. Il suo tocco va comunque oltre i premi. Le sue serie, che abbiano nomination, che vincano o meno, conquistano le preferenze della sua platea. È un bravissimo “lettore” dell’umore del pubblico e per questo è spesso autore oltre che produttore. Scrive per i suoi personaggi che, oltre a beneficiare di un’ottima scelta di casting, traggono vigore dalle battute ironiche, caustiche, divertenti, intelligenti, irriverenti, sempre efficaci perché hanno altissime difese immunitarie contro il germe della banalità. La sua capacità come autore credo che l’abbia espressa al meglio in Mom. Il tema scivoloso delle dipendenze e l’alcolismo è difficile da calibrare. Parlare di fragilità in una sit-com restando credibili e rispettosi ma strappando comunque la risata è un lavoro di cesello che richiede un grande equilibrio. Facile cadere nella caricatura se non si ha una buona penna. Il suo segreto viene svelato da lui stesso. “Hai questo contratto con il pubblico. Se è una commedia ci saranno delle risate. I personaggi saranno efficaci e in qualche modo troverai la tua strada in quella storia e l’empatia per loro. La risata sarà legittima. E se quel contratto viene rotto, non torneranno. Perché dovrebbero?“. Semplice e diretto. L’uomo giusto per tutte le stagioni, non solo quelle seriali ma anche quelle del nostro pazzo e insano mondo.