Uno dei motori che spesso mandano avanti le trame delle Serie Tv è senza dubbio la vendetta: per quanto alcuni inizino ad etichettarla come banale, il fascino della rivincita dell’eroe ferito che sceglie di percorrere una strada impervia e dolorosa per riscattarsi e, per l’appunto, vendicarsi fa ancora molta presa sul pubblico ed è proprio su questo concetto che si basa “The Night Manager“.
Questa miniserie, basata sull’omonimo romanzo di John le Carré, racconta di come un uomo distinto ed elegante decida di abbandonare i suoi valori e il suo stile di vita per amore, un amore monco, potato per volere di un individuo che nonostante le apparenze sfarzose e accomodanti nasconde dentro di sé un anima nera come il catrame.
Proviamo ad entrare nel dettaglio e, se ce lo permetterete, a convincervi a dargli uno sguardo.
Il protagonista è Jonathan Pine, uno che in passato faceva il militare in Medio Oriente e che adesso di mestiere fa il direttore di notte, ovvero la figura adibita a gestire gli hotel di lusso dopo il calar del sole senza lasciare che il sonno e la lussuria intoppino il normale ritmo di lavoro. Pine è irrimediabilmente bello (grazie al cavolo, hanno scelto nientemeno che Tom Hiddleston per interpretarlo), oltre che professionalissimo ed educato: una serie di caratteristiche che fanno perdutamente innamorare di lui le ospiti dell’albergo egiziano in cui lavora, che puntualmente vengono dignitosamente respinte, eccezion fatta per Sophie Alekan. Nel momento in cui la vede per la prima volta, Jonathan è già perdutamente innamorato di quella femmina selvaggia e al contempo nobile che contraccambia immediatamente i suoi sentimenti, lasciando che la fisicità e le parole suggellino questo amore repentino ma tutt’altro che effimero.
Una serie di circostanze porteranno alla morte della donna, lasciando il direttore con il cuore spezzato e un desiderio di vendetta che di lì a qualche mese troverà il suo bersaglio: Richard Roper, un mercante d’armi mascherato da filantropo. Pine verrà scelto da una sezione speciale dei servizi segreti britannici per mettersi sulle tracce di questo losco figuro, entrando nella sua cerchia sotto copertura, una tattica estremamente efficace che però lo obbligherà a ridere, mangiare e fare affari insieme a un uomo che vorrebbe brutalmente uccidere.
E’ un confronto fra due belve feroci travestite da agnelli che dietro apparenze guascone e delicate procedono a passo di marcia verso il compimento dei propri interessi, pecuniari o romantico/decadenti che siano.
Già si è parlato del buono, meno del cattivo…che ha la faccia di Dr. House! Hugh Laurie, ve lo anticipiamo, è semplicemente fenomenale nell’interpretare questo cinico e bastardissimo trafficante di morte, macchiatosi in passato di genocidi e altri orribili crimini di guerra per portare avanti la propria impresa che oltre al danno di dispensare morte, si macchia pure della beffa di mascherarsi dietro l’accogliente bandiera degli aiuti umanitari.
“Maschera”. Questo concetto è fondamentale all’interno di “The Night Manager”, un intrigante duello tra una spia e un truffatore dove anche i personaggi secondari non sono particolarmente trasparenti: troviamo Jed, la stupenda amante di Roper, sulle cui spalle grava un segreto struggente; Corky, il suo viscido e ambiguo braccio destro; l’agente Angela Burr, un carroarmato di donna che combatte in nome dei fantasmi del suo passato etc etc.
La sola certezza che vi diamo è che dietro ogni maschera troverete sempre e comunque il cinismo, declinato magari sotto sfumature innovative ed estreme, ma tutt’altro che spoglio della propria intensità. Il nostro consiglio è quello di guardarlo senza aspettarvi un capolavoro, ma con l’esigenza di gustarvi un prodotto ottimamente ideato e girato, magari sotto una chiave di lettura che ha trovato d’accordo molti fan.
Come molti sapranno, Tom Hiddleston è il candidato numero uno a ricoprire il ruolo di “007” dopo l’abbandono di Daniel Craig: ebbene, secondo molto “The Night Manager” è stato una sorta di “campo d’addestramento” per vedere se il ragazzo di Londra fosse davvero all’altezza di vestire i panni di James Bond!
Il fascino, la classe, il sorriso, l’animo tormentato, il lusso, il multiforme ingegno, lo sprezzo del pericolo: c’è molto in comune tra il personaggio di Pine e quello dell’agente segreto più famoso del cinema. Per gli amanti della saga, questo parallelo potrebbe essere un enorme spunto d’interesse per valutare non solo e non tanto il prodotto nel suo insieme, ma la singola performance di un attore che, questo è certo, ha davanti a sé un’occasione d’oro per entrare nella leggenda e tutte le qualità giuste per coglierla.