Anno di nascita 2007, all’attivo due stagioni e 23 episodi totali. Dirty Sexy Money non sarà ricordato negli annali delle serialità ma di certo rappresenta, in termini di ascolti e promesse non mantenute, uno dei più grandi flop. Coloro che lo amano considerano la serie creata da Craig Wright (reduce dal successo di Six Feet Under), una novella “Dinasty”, e allo stesso tempo un’antesignana del modello Gossip Girl. Nonostante un iniziale riscontro molto positivo, la sua cancellazione è dovuta ad un progressivo calo degli ascolti. La critica e gli appassionati hanno trovato nella serie grandi qualità, una trama promettente, un cast da invidiare, ottimi spunti di riflessione e un esempio concreto di come si possano possedere tutte le carte in regola per affermarsi e invece fallire irrimediabilmente.
Il grande pubblico (non) ha sempre ragione, e il fallimento non è sinonimo di prodotto scadente, o almeno non sempre.
La trama iniziale aveva tutti i presupposti per poter attirare l’attenzione. Il pubblico ama sbirciare dal buco della serratura la vita di chi è più ricco, attraente ed importante. In aggiunta l’ingrediente thriller dava al contesto patinato un’aria accattivante.
I Darlings sono tutto quello che una famiglia vorrebbe essere e stesso tempo non dovrebbe. I suoi componenti sono attratti e uniti solo dallo “sporco attraente denaro” e la schiettezza con cui non perdono occasione di ricordarselo a vicenda è uno dei punti a chiave dello show. Questa crudele sincerità nel nucleo familiare si sposa perfettamente con la profonda ipocrisia pubblica: il perfetto figlio pastore protestante che predica bene e razzola malissimo quando si tratta di andare a trovare il figlio illegittimo, l’irreprensibile figlio senatore che nasconde dentro l’armadio un’amante transessuale, l’apparente armonia coniugale dei signori Darlings che nasconde odio, tradimenti e bugie. Gli unici sempre sinceri nel mostrarsi per ciò che sono, rimangono Jeremy E Juliet, i due gemelli di casa, che non nascondono dietro una faccia perbenista i loro vizi e la sfrontatezza nel condurre la loro vita agiata.
I fans amano i loro discorsi pieni di insulti, frecciate, e il ribadire continuamente i vizi altrui. Amano altresì il modo in cui Nick Georg, il nuovo avvocato di famiglia, idealista e timido, rimane intrappolato nella rete degli intrighi.
Il cast scelto e le guest star sono uno dei punti forti di Dirty Sexy Money. Parliamo di attori di pluriennale esperienza come Peter Krause, già visto e apprezzato come protagonista di Six Feet Under, l’intramontabile Donald Sutterland, l’indimenticata Jill Clayburgh e non più emergenti Seth Gabbel e Samaire Armstrong. A completare l’opera Lucy Liu e Sofia Vergara, guest star di lusso. Molto era stato puntato sulla capacità degli attori di reggere la scena e di caratterizzare al meglio i personaggi. Si può dire che l’obiettivo è stato raggiunto. Tutti si calano bene nei rispettivi ruoli e la chimica tra i personaggi è facilmente percepibile.
Cosa amiamo davvero di Dirty Sexy Money?
Amiamo vedere cosa si nasconde davvero dietro la faccia pubblica di una famiglia tipo del jet set, i Darlings potrebbero benissimo sostituirsi ad una delle tante dinastie che popolano i nostri giornali rosa, come gli Hilton o i Kardashian. Attraverso la serie possiamo provare ad immaginare cosa realmente si cela dietro i sorrisi, le feste, la sbandierata felicità che i soldi sembrano dare. Ci dà quasi soddisfazione smascherare le imperfezioni dell’apparente perfezione. Noi comuni mortali non possiamo far altro che ammirare uno stile di vita simile e provare ad immedesimarci nel loro mondo, quel mondo di decisioni che non avremmo preso o strade che non avremmo imboccato, ma chi può davvero saperlo quando non si è un Darlings?
Purtroppo non abbiamo avuto l’occasione di sapere come si concludono le vicende della famiglia Darlings. Possiamo immaginare come si siano sviluppate le loro vite, sicuri solo della costante morbosità che hanno verso il denaro. Ed è questo il più bel ricordo che ci hanno lasciato.
“Bang bang, we’re beautiful and dirty reach” …quanto ci mancate, Darlings.