And the Oscars goes to… Dark!
Signori, è tempo di Oscar. No, non quelli dell’Academy che si svolgono ad aprile, ma quelli di Hall of Series. Sì, perché abbiamo deciso di continuare il nostro periodo di riepiloghi bomba di un anno tanto assurdo quanto prolifico in termini di serie tv con una cerimonia simbolica. Niente statuette né vestiti da gala, ma una figurativa targa a imperitura memoria. E, se siamo stati attenti all’introduzione, sappiamo già chi è la regina incontrastata del nostro 2020 nonché la nostra collezionatrice assoluta di targhe figurative…
Ma andiamo con ordine.
Cominciamo dalla nostra classifica per le migliori nuove serie tv, ossia tutte quelle piccole perle che sono nate proprio durante il 2020. Non possiamo dire che quest’infausto anno non sia stato prodigo di belle serie e, soprattutto, di fenomeni particolari. Primo tra tutti, non potevamo non citare La Regina degli Scacchi, che ha messo sotto scacco (scusate) il panorama seriale degli ultimi mesi. La serie è prima anche nella nostra classifica delle 10 migliori miniserie del 2020, segno di come sia riuscita in pochissimo tempo ad attrarre il pubblico con un argomento inaspettato come quello degli scacchi. Tratta dall’omonimo romanzo di Walter Trevis, ne riprende le atmosfere grazie all’ottimo lavoro di Scott Frank e Allen Scott. È una serie molto affascinante, recitata intensamente da un’ottima protagonista e con una fotografia e una scenografia stellari. Ma il suo punto forte è il mix tra approfondimento psicologico e tensione.
Passando a due delle più grandi piattaforme di distribuzione, abbiamo stilato due classifiche per premiare le migliori produzioni originali sia Netflix che Amazon Prime.
Per Amazon, sicuramente merita il podio una delle serie più anticonformiste dell’ultimo periodo: The Boys. Irriverente e adrenalinica come solo il suo creatore poteva essere (lo stesso Eric Kripke di Supernatural), la serie ribalta brillantemente il trope del Supereroe, qui visto come una divinità piena di sé e al di là di ogni legge. I protagonisti, invece, sono persone normali alle quali all’improvviso capitano dei poteri. La regia e la sceneggiatura sono ben confezionate e la trama riesce a tenere testa a tutto il filone supereroistico del cinema di oggi.
Per quanto riguarda Netflix, la fortunata selezionata è, ma non ci aspettavamo nulla di diverso, l’altro fenomeno di questo periodo: Dark. Avevamo già anticipato che sarebbe stato un caso particolare. Innanzitutto Dark è una serie tedesca e già questo la rende diversa: ideata, sceneggiata e diretta dallo svizzero Baran bo Odar, presenta tutte le atmosfere fosche e cupe della Germania centrale, con le sue foreste fitte e misteriose. La trama di Dark non è facile da riassumere ed è proprio qui che si trova la sua bellezza. Certo è che Dark si basa su una concezione del tempo affascinante, ossia il cosiddetto principio dell’autoconsistenza di Novikov, secondo cui il passato è immutabile e pur viaggiando nel tempo non si può far altro che assecondarlo. Una premessa complessa e uno svolgimento ancora più complesso, eppure senza alcuna sbavatura. Dark è stata premiata per il suo coraggio di osare e, allo stesso tempo, per il suo coraggio nel rimanere fedele a se stessa senza snaturarsi in nome del successo ottenuto.
E apriamo tutta la sezione degli “Oscar di settore” dove abbiamo premiato le migliori serie tv che si sono distinte in un genere preciso. Partiamo dalla classifica delle 5 migliori serie storiche, dove non potevamo esimerci dal dare la simbolica targa al fenomenale The Crown, che aveva già dimostrato le sue enormi qualità nelle stagioni precedenti. Anche i muri sanno che racconta le vicende della monarchia inglese, ma quello che veramente stupisce è quanto in profondità riesca a scavare in ogni personaggio, mostrando quanta umanità ci sia incastrata in quella macchina faticosa e luccicante che è la monarchia.
Passando da prove attoriali divine, scenografie e costumi da urlo e sceneggiature raffinate, The Crown senza dubbio merita il suo posto sul red carpet.
E un sapiente viaggio nella psicologia dei protagonisti è anche la nostra prossima vincitrice, prima classificata tra le 5 migliori serie horror del 2020: The Haunting of Bly Manor. A riprova che horror non è solo splatter o mostri inspiegabili, Mike Flanagan (uno che di orrore ci capisce) dà vita a un horror d’atmosfera intelligentemente girato per creare suspense senza cadere nei banali trope del genere. The Haunting è una scoperta dell’animo dei personaggi e dei loro traumi del passato più che un horror classico e costringe lo spettatore a fare i conti con la parte più oscura di sé, quella che ognuno di noi ha ben sepolta in qualche recesso della mente. Questa serie ci insegna che è inutile nascondersi, perché prima o poi qualsiasi fardello del passato può tornare a tormentarci.
Passando a una statuetta un po’ più leggera, è ora di premiare la migliore comedy del 2020. Sì, perché potrà sembrare assurdo, ma il 2020 ci ha riservato anche qualche risata. A netto di una new entry, ma soprattutto tanti addii celebri e giustamente celebrati, non potevamo che dare l’ambito premio a Brooklyn Nine-Nine. Una serie che con i suoi sette anni di vita continua non solo a divertire, ma a presentare materiale di ottima qualità e riuscendo a bilanciare storyline interessanti, dinamiche spassose, humor divertente e personaggi memorabili. La serie merita il suo posto anche perché non ha mai deluso le aspettative dei fan e, nonostante i numerosi anni di messa in onda, non stanca mai!
Parlando di generi, non possiamo che chiudere con la classifica delle 5 migliori serie sci-fi del 2020 (lasciamo volutamente fuori le serie drama, capirete perché). Il 2020 si è dimostrato un’ottima annata per la fantascienza, complice un reparto grafico sempre più stellare e una tecnologia sempre più presente. E, parlando di stelle, non possiamo non premiare The Mandalorian, il fiore all’occhiello di casa Disney. Creata da Jon Favreau, la serie è un omaggio bellissimo e nostalgico al mondo di George Lucas del quale riprende atmosfere, musiche e temi. The Mandalorian ricalca alla perfezione le ambientazioni polverose, al contempo western e futuristiche, dello Star Wars originale, recuperandone le tematiche più importanti: la paternità simbolica e reale, l’equilibrio tra il bene e il male in ognuno di noi, la scelta.
Categoria particolare è poi quella dei 10 migliori episodi delle serie tv nel 2020, dove finalmente diamo il giusto spazio a un altro grande prodotto di quest’anno: Better Call Saul, con il suo Lo scarafaggio nel Deserto (5×08). Un episodio che si regge quasi completamente su un simbolismo indolente, come indolente è il deserto che riempie la scena e come indolente è la natura desertica, coriacea, resiliente, trasformativa. Vince Gilligan ci ha abituati da tempo a una narrazione stratificata, dove spesso la protagonista della scena è la psicologia più profonda dei personaggi, la messa a nudo totale dell’animo umano. E, in questo caso, quest’episodio rappresenta l’essenza stessa della serie e la testimonianza vivente della sua scrittura.
Muovendoci sempre nel regno di Gilligan, Better Call Saul vince la statuetta dorata anche in altre due classifiche: le 5 migliori serie tv drama del 2020 e le 10 migliori serie tv del 2020 a pari merito con Dark. Anche se in modo diverso, entrambe le serie meritano il primo posto.
Per quanto riguarda Better Call Saul, la serie è riuscita in qualcosa che di solito è impensabile e lo ha fatto con un aplomb invidiabile che, da solo, si merita il podio: essere all’altezza del suo predecessore. Noi addicted sappiamo quanto sia difficile che uno spin-off riesca a farsi valere e la cosa diventa ancora più difficile quando l’originale è uno dei capolavori di maggiore successo della storia. BCS non è solo riuscita nell’impresa, ma lo ha fatto sviluppando un’identità propria, con i suoi tempi e senza cedere a un facile fanservice. Better Call Saul si è dimostrata capace di muoversi saldamente sulle sue gambe, addirittura originando il fenomeno inverso: portare qualcuno alla serie madre.
Abbiamo già parlato di Dark, ma ci preme sottolineare in questo punto come (con queste due statuette figurative) rappresenti senza dubbio la serie tv di maggiore successo di quest’anno. Ci sembrava giusto premiare una serie per una volta non americana che è riuscita a raggiungere la stessa perfezione stilistica, recitativa e registica (cose che spesso mancano nelle produzioni europee) di prodotti più esperti. E Dark lo ha fatto senza clamori, imponendosi sul podio delle migliori serie dell’anno.
Già che parliamo di coraggio di osare, non possiamo non nominare The New Pope, prima nella classifica delle 10 migliori serie tv italiane del 2020. Un po’ come per Dark, ci piaceva l’idea di premiare qualcosa di coraggioso, che spiccasse come un faro in una categoria altrimenti asfittica come quella della serialità italiana. Lo ammettiamo, qualcosa sta cambiando ma non tanto velocemente quanto vorremmo. The New Pope è figlia dell’estetismo decadente di Sorrentino e già solo questo vale la statuetta. Nella sua storia registica, Sorrentino ha dimostrato una certa propensione a inserire l’italianità un po’ a tradimento, a sbattertela in faccia contaminata da un filtro di crudele nostalgia applicato dall’esterno e per questo molto meno indulgente di quello a cui siamo abituati. The New Pope agisce come una sveglia al vetriolo, sostenuta però da un’attorialità stellare e quell’estetismo tanto caro a uno dei registi italiani più amati al mondo.
Sulla scia di The New Pope, non possiamo non nominare lo spettacolare John Malkovich al primo posto della nostra classifica dei 10 migliori attori delle serie tv nel 2020. Durante la sua lunga carriera, Malkovich ha dimostrato più volte la capacità di far convivere all’interno di una sola figura elementi diversi e contraddittori, riuscendo a farli trasparire nello spazio di uno solo sguardo o movimento. La fascinazione naturale che questa capacità sottende si mostra tutta nella figura carismatica di Giovanni Paolo II: un Papa magnetico e affascinante, ambivalente e rassicurante, fragile e forte allo stesso tempo. L’Emblema di una Chiesa costantemente e irrimediabilmente schiacciata dalle sue infinite contraddizioni.
È molto affascinante la sua ambiguità e al contempo il suo modo di essere rassicurante: in fondo nelle persone ci attraggono le contraddizioni, quando ci spiazzano. Lui è così: leggero ma capace di dare importanza alle cose, ironico ma molto serio. E poi, ha un’eleganza naturale.
Paolo Sorrentino
Stesso magnetismo e capacità interpretative sono condivise dalla prima posizione della nostra classifica delle 10 migliori attrici delle Serie Tv nel 2020: Helena Bonham Carter. Come Malkovich, la Carter è famosa per una recitazione immersiva, anche se più passionale ed eccentrica. E anche se la stessa attrice sottolinea gli elementi di connessione con la principessa Margaret, soprattutto a livello emozionale, resta incredibile il modo in cui un’attrice dalla personalità così prominente riesca a scomparire letteralmente all’interno della pelle di un’altra persona. Si narra che l’attrice abbia consultato un astrologo per capire meglio la principessa, si dice che abbia ricercato in profondità informazioni non convenzionali per rappresentarla al meglio. In ogni caso, il lavoro che c’è dietro si vede!
Chiudiamo la nostra nottata degli Oscar con la classifica dei 10 migliori film del 2020. E l’ultima statuetta della nostra immaginata cerimonia se l’aggiudica Tenet, la nuova creatura del sempre polarizzante Nolan. Ancora una volta ci piace votare il coraggio della prima produzione a rischiare l’uscita nelle sale dopo la chiusura forzata. Un film sfacciatamente Nolaniano sia nei pregi che nei difetti ma, allo stesso tempo, uno dei suoi prodotti più onesti.
Non cercare di capire, sentilo.
Per la prima volta Nolan, in realtà sempre ben cosciente della sua tendenza a costruire puzzle senza fine, parla direttamente al pubblico. E ordina di sentire con tutti i sensi una storia che corre a mille giri e che questa volta fa degli spiegoni quasi un vezzo registico più che un elemento di trama. Complice il particolare periodo che stiamo vivendo, sembra augurare solo due ore di adrenalinico piacere, senza inerpicarsi in arzigogolati meccanicismi. Forse augurandoci, per il futuro prossimo, di tornare a sentire a 360 gradi senza più barriere.
Così si conclude la nostra serata degli Oscar, pronti a sfilarci i vestiti da gala e tornare in pigiama, si spera ancora per poco.