2) Re:Mind
Una ragazza si sveglia con i piedi ancorati a terra, seduta a una tavola imbandita, circondata da altre dieci persone incappucciate come lei. Queste poco a poco riprendono i sensi e cercano di ricostruire gli eventi che le hanno portate fino a lì. Tentano quindi di identificare il colpevole e di capire il legame che unisce i presenti agli oggetti della stanza.
“I guess everything reminds you of something”
Sapendo quanto possono essere creepy gli horror giapponesi, le mie aspettative erano alte. La tensione all’inizio è notevole ma cala drasticamente a causa di una sceneggiatura altalenante, che va a privilegiare sempre di più dialoghi e tematiche stucchevoli. Molti interrogativi rimangono senza risposta, persino nello spiegone finale. Anche la recitazione non è omogenea: alcune prestazioni sono buone, altre davvero imbarazzanti. Peccato perché le premesse erano ottime.