“Di tutte le ricerche la più bella è proprio questa: indagare quale debba essere l’uomo, cosa l’uomo debba fare…” sosteneva Platone in uno dei suoi Dialoghi facendo riferimento alla filosofia antropocentrica di Socrate, basata sull’indagine dell’uomo e della sua anima. In quanto centrale per la conoscenza del mondo, lo studio della psiche e delle pulsioni umane è infatti alla base di tutte le arti, compresa dunque quella cinematografica. La psicologia dell’uomo si è man mano imposta anche nell’universo televisivo, diventando uno dei principali topoi delle serie tv e trovando la propria dimensione soprattutto nel genere crime. Quest’ultimo infatti attraverso le figure dei serial killer e dei detective/profiler si propone sempre di più di indagare i confini della mente, analizzando la sfera della moralità e i limiti del libero arbitrio; la riflessione esistenzialista è, non a caso, alla base della caratterizzazione di alcuni tra i più amati detective delle serie tv crime, le cui peculiari indagini si spingono ben oltre la semplice raccolta di prove, attraversando gli invalicabili limiti della mente umana, esplorando quale debba essere l’uomo partendo dall’analisi di se stessi.
Più che semplici detective delle serie tv, quelli elencati di seguito sono dunque dei veri e propri investigatori dell’animo umano, nonché i personaggi più affascinanti a cui il piccolo schermo abbia mai dato vita.
1) Rust Cohle (True Detective)
Nato dalla penna di Nic Pizzolatto, il detective Rust Cohle (Matthew McConaughey) è tra i personaggi più iconici nella storia delle serie tv, simbolo immortale e inarrivabile della produzione HBO True Detective.
Detective o filosofo post-moderno? Per Rust Cohle è impossibile sollevare lo sguardo dall’orrore infinito dell’esistenza, tanto quanto lo è per noi resistere al suo fascino. Il tormentato detective conduce infatti le sue indagini con il distacco imposto dal pensiero pessimista e nichilista, tenendo persino testa al pragmatismo del collega Marty Hart (Woody Harrelson). Divorato dai traumi del suo passato, Cohle assiste inerme al trionfo della morte sulla vita come un profeta venuto dal futuro per avvisare l’umanità che ciò a cui diamo la caccia è il nulla cosmico, e che quella ricerca costante di un senso ultimo della vita ci porterà alla rovina. Ogni consapevolezza è una tortura per il paranoico detective simbolo della società decadente, che tuttavia riesce a trovare nonostante tutto la sua luce in quell’oscurità che “se toccata ti toccherà a sua volta”.
2) Sherlock (Sherlock)
È il detective per antonomasia, il personaggio della letteratura più conosciuto al mondo: è impossibile non cedere al fascino di Sherlock Holmes anche nella sua trasposizione televisiva.
Si può parlare di detective delle serie tv senza nominare Sherlock Holmes?
Pur non essendo nato sul piccolo schermo, il brillante adattamento televisivo con protagonista Benedict Cumberbatch è riuscito a dare un volto a uno dei migliori personaggi della letteratura di sempre, rappresentando alla perfezione la genialità che lo contraddistingue. Dotato di intuito sopraffino e un’intelligenza ben al di sopra della media, Sherlock riesce a risolvere anche il più intricato dei misteri grazie alle sue doti innate e all’aiuto del fedelissimo amico Watson (Martin Freeman); tuttavia è nel cinico sarcasmo che è racchiuso tutto l’irresistibile fascino del sagace detective sopra le righe.
3) Javier Peña (Narcos)
Javier Peña è stato tra i principali investigatori nella caccia al signore della droga colombiano e leader del cartello di Medellín Pablo Escobar. Gli eventi romanzati dalla serie tv Narcos hanno dato vita a una delle più significative interpretazioni dell’attore Pedro Pascal.
Il detective e agente speciale dell’agenzia federale antidroga (DEA) Javier Peña non si è tuttavia “limitato” ad abbattere uno dei principali cartelli della droga; una volta realizzata l’impossibilità dell’impresa, l’instancabile agente si è infatti dedicato a smascherare i casi di corruzione all’interno dello stesso Governo Colombiano, puntando i riflettori sullo scandalo che ha coinvolto anche il governo degli Stati Uniti, personificando tutto il fascino della lotta per la giustizia e dimostrando quanto un singolo uomo può fare la differenza per la collettività intera.
4) Bill Tench (Mindhunter)
Nessuno meglio dell’impenetrabile e carismatico detective Bill Tench (Holt McCallany) è riuscito a scavare negli abissi più oscuri delle menti dei più efferati serial killer della storia, mostrati con spaventosa fedeltà dalla serie tv crime Mindunhter.
Il protagonista di Mindhunter Bill Tench, a differenza del suo collega Holden Ford (Jonathan Groff), non si lascia mai cogliere impreparato dal male che ha di fronte, né tanto meno dalle proprie emozioni. Risultando essere talvolta persino rude, Bill incarna tuttavia quel senso di autorità che caratterizza i grandi mentori, il cui (solo) apparente distacco emotivo è volto unicamente all’insegnamento di una regola fondamentale per chi si ritrova faccia a faccia con degli spietati serial killer: non bisogna mai mostrare i propri punti deboli.
5) Colin Zabel (Omicidio a Easttown)
Il detective Colin Zabel (Evan Peters) porta sul piccolo schermo l’importanza dell’empatia tra colleghi di lavoro, dando vita a uno dei più affascinanti personaggi interpretati dal giovane attore vincitore di un Golden Globe.
La comprensione dell’altro non si limita allo studio delle menti dei serial killer. Colin Zabel, co-protagonista al fianco della detective Mare Sheehan (Kate Winslet) nella serie Omicidio a Easttown, riesce infatti a tirar fuori un lato inedito della sua tormentata collega detective, in lotta con i propri demoni interiori dopo aver perso suo figlio, aiutandola a superare traumi e blocchi che le rendevano impossibile procedere con le indagini dell’omicidio che ha scosso la piccola e tranquilla cittadina di Easttown.
Il ruolo di spalla è centrale tanto quanto quello di protagonista quando si parla di detective delle serie tv, e Colin Zabel ne è la conferma.
6) James R. Fitzgerald (Manhunt: Unabomber)
La specularità tra detective e criminale è il vero punto di forza della serie antologica Manhunt: Unabomber, nonché ciò che rende il personaggio di James R. Fitzgerald (Sam Worthington) tra i più affascinanti del suo genere.
Il resoconto romanzato della caccia a Theodore Kaczynski, criminale noto con il soprannome di Unabomber poiché specializzato nell’uccidere e mutilare spedendo pacchi esplosivi, porta sul piccolo schermo un interessante riflessione sulle similitudini che talvolta intercorrono tra i detective e i criminali a cui danno la caccia. Unabomber è infatti il più inusuale dei killer, una mente profondamente brillante quanto totalmente tormentata dai pericoli del progresso tecnologico, che lo spingono a vivere ai margini della società pur di non cedere alla schiavitù dell’innovazione. Altrettanto brillante e inadeguato nelle dinamiche relazionali è l’agente Fitzgerald, responsabile della sua cattura grazie all’uso dell’allora sperimentale linguistica forense. L’incontro tra i due simili protagonisti ha dato vita a una delle migliori serie tv crime degli ultimi anni.
7) Jeb Pyre (In nome del cielo)
Per arrivare alla verità è necessario mettere in discussione tutte le proprie più ferrate convinzioni; ce lo insegna il detective Jeb Pyre (Andrew Garfield) attraverso il fascino discreto delle sue fragilità.
Il detective mormone Jeb Pyre paga un prezzo molto alto per gli omicidi che hanno scosso la sua comunità religiosa, riconsiderando la propria fede e tutti quelli che erano i suoi punti fermi fino a quel momento. Protagonista della miniserie In nome del cielo, Pyre riesce a scindere totalmente le proprie convinzioni dalle proprie indagini, riuscendo a mettersi come pochi altri detective delle serie tv nei panni dei killer a cui dà la caccia, arrivando alla loro cattura solo attraverso la profonda comprensione delle loro menti.