3) Walter White – Heisenberg (Breaking Bad)
Vince Gilligan non ci offre mai, in nessuna delle sue opere, una visione ingentilita dell’uomo. Scruta con curiosità e inesausto bisogno di verità la complessità di un essere che può essere angelo e diavolo. Che è mosso da nobili principi ma finisce (inevitabilmente?) per cadere nel compromesso morale.
Quella di Walter White in Breaking Bad non è una trasformazione. Non è il cambiamento di una brava persona in un criminale. No, è un percorso di riscoperta interiore. Perché la parte più vera, più autentica di Walter è sempre stata Heisenberg. Sepolta sotto la remissività di una rabbia repressa, il perbenismo formale, e l’accettazione stanca di una condizione di inetto si nascondeva un uomo pronto a imporsi sopra a tutto. Un uomo mosso da un desiderio di potenza indicibile. La maschera, man mano nel corso di Breaking Bad, cade e lascia il posto all’autenticità di un uomo che si fa mostro.