3) Hannibal
Andiamo sul podio con Hannibal. Will Graham è un profiler dell’FBI che riesce a immedesimarsi negli assassini dei suoi casi così tanto da uscirne psicologicamente distrutto. Ed è così che incontra Hannibal Lecter, il più stimato psichiatra che ci sia. Elegante, intellettuale, freddo e spietato. L’uomo riconosce il suo essere deviato e non tiene le sue pulsioni sotto chiave, come fa Dexter. Anzi, le amplifica.
Hannibal è un mostro.
Will lo sa, lo riconosce e ciò lo porta a riflettere non solo sul loro legame ma anche su quanta oscurità ci sia dentro di lui. Perché Hannibal, incuriosito da questo ragazzo, tramite la psicanalisi, lo manipola. Vuole far emergere la parte malvagia di Will, l’alimenta al punto da trasformarsi nella sua coscienza. Sono due persone distinte all’inizio della serie tv. Si sfidano continuamente in una lotta fisica e psicologica, seducendo l’altro con gli sguardi, le parole, i gesti. Hannibal è il fascino del male, Will è la resistenza. I confini tra i due si assottigliano sempre di più, bene e male si confondono. E i due finiscono per essere un’anima in due corpi distinti.
Hannibal ci mostra cosa si nasconde sotto ogni personaggio, sotto ognuno di noi. Dipingendo un incredibile affresco psicologico di uno dei legami meglio costruiti nella storia della serialità .