I protagonisti di questo articolo sono tutti quei personaggi incatenati alla loro freddezza, incapaci di mostrare e provare affetto per qualcun altro. Poco importa se si tratta del protagonista della serie, come nel caso di Dexter Morgan, o di personaggi secondari che influenzano il destino dei protagonisti con la loro anaffettività.
Ecco, quindi, l’elenco dei 10 personaggi più anaffettivi nella storia delle serie tv partendo proprio da Dexter
1) Dexter Morgan – Dexter
Debra, la mia sorella adottiva, è un po’ sboccata. Ha un gran cuore ma non permette a nessuno di vederlo. Lei è l’unica persona al mondo che mi ami. Ah… penso che sia bello. Io non provo alcun sentimento, per nulla, ma se riuscissi ad averne qualcuno ne avrei per lei.
Dexter Morgan è in costante lotta con se stesso e con la sua oscurità.
Ha imparato a convivere con le ombre e a plasmare la maschera di normalità che indossa ogni giorno. In quella normalità si sente un pesce fuor d’acqua e a volte vorrebbe davvero essere capace di provare dei sentimenti, del calore umano.
Ma la verità è che Dexter non è fatto per i sentimenti.
Qualsiasi cosa tocca sfiorisce, appassisce lentamente fino a morire avvolta dal rosso sangue che lo tormenta e lo affascina da sempre.
2) Anthony Cooper – Lost
Dexter Morgan, per quanto si qualifichi come uno degli assassini più spietati della storia, aveva pur sempre una sua morale e un briciolo di affetto per suo figlio.
Anthony Cooper, invece, è un uomo senza scrupoli.
In Lost la maggior parte dei personaggi nasconde oscurità e luce. Non è il caso di Anthony Cooper, individuo il cui unico motore vitale è l’egoismo becero e spietato. Si ripresenta nella vita di Locke come una condanna, abusando della sua ingenua bontà e della sua fede cieca nella vita e nell’Universo. Cooper è consapevole delle fragilità del figlio e lo raggira continuamente, requisendogli tutto.
Allo stesso modo, entra di soppiatto nella vita del giovane James Ford inquinando la purezza della sua infanzia e infondendogli tanto odio da trasformarlo nel Sawyer che aveva sempre odiato.
3) Robert Ford – Westworld
Robert Ford, il creatore di Westworld interpretato da un magistrale Anthony Hopkins, si è calato anima e corpo nel suo progetto. Assorto da una visione romantica dei suoi androidi, tende quasi ad astrarsi dal mondo delle relazioni umane, risultando elegantemente scostante.
Nonostante il suo essere anaffettivo non si traduca in assenza totale di emozioni, Ford risulta imperscrutabile e disinteressato a condividere i suoi pensieri con altre persone. Nulla conta al di fuori del suo progetto, soprattutto se agli occhi insulsi degli altri esseri umani si traduce in mera fonte di guadagno.
4) Livia Soprano – The Sopranos
Se Anthony Cooper vince il premio di padre dell’anno, quello di madre dell’anno non può che essere di Livia Soprano.
Certo, essere la moglie del boss più temuto del New Jersey non è un ruolo semplice, ma la sua durezza e la tendenza a manipolare le persone che la circondano hanno inevitabilmente segnato la personalità dei figli.
A poco a poco, attraverso le sedute di Tony con la dottoressa Melfi, scopriamo un rapporto malato con la figura materna che fa leva sulle fragilità dei figli per raggiungere i suoi scopi e tenerli saldamente al guinzaglio del suo vittimismo.
5) Sir Reginald Hargreeves – The Umbrella Academy
L’adozione di un bambino è quasi sempre uno dei più grandi gesti d’amore di un uomo. Purché non si tratti di Sir Reginald Hargreeves, che di umano ha solo l’aspetto, per il quale l’adozione si traduce in un mero esperimento.
I sette bambini, nati nello stesso giorno del 1989 da madri che non davano alcun segno di gravidanza, sono dotati di poteri speciali e vengono cresciuti e addestrati da veri supereroi. Tuttavia, dietro la maschera e le abilità speciali, si celavano pur sempre dei bambini bisognosi d’affetto. Un affetto che il padre non è mai stato interessato a concedergli e la cui mancanza si è poi tradotta nella più grande fragilità dei nostri 7 supereroi della Umbrella Academy.
6) Joffrey Baratheon – Game of Thrones
Vi sfido a menzionare un solo pregio del personaggio in questione, sono sicura che non basterebbero ore intere di meditazione per potare a termine la sfida. Joffrey Baratheon è indubbiamente uno dei personaggi più odiati della storia delle serie tv.
Spocchioso, indisponente e sadico, non c’è persona al mondo che sia degna della sua considerazione o del suo affetto, sempre che sia capace di provarne per qualcuno che non sia lui. Complice una madre iperprotettiva che lo ha viziato oltre ogni limite, Joffrey Baratheon non sa accettare un no come risposta e si sente in diritto di trattare chiunque lo circondi come carta straccia, provando sano gusto nel torturare il prossimo e piagnucolando come un bambino capriccioso quando non gli si concede ciò che vuole.
7) Sherlock Holmes – Sherlock
Sherlock Holmes, il più grande detective di tutti i tempi, si mantiene in bilico tra la straordinarietà della sua mente e l’incapacità di adattarsi alla società. Il contrasto tra il genio e le emozioni umane è una tortura che non riesce a sostenere. Sono pochissime le persone che riescono a oltrepassare la coltre di sociopatia che lo circonda ed entrare in qualche modo a far parte della ristretta cerchia di persone per le quali Sherlock prova una forma tutta sua di affetto.
Per lui qualsiasi altro essere umano è semplicemente troppo stupido per essere degnato di attenzioni. La sua mente lavora a una velocità diversa e questo lo fa apparire come una persona antipatica, strana e a volte anche cattiva. Una cattiveria che, però, mal si concilia con la vera personalità di Sherlock.
8) Sheldon Cooper – The Big Bang Theory
Come nel caso di Sherlock, anche il buon Sheldon Cooper è tutto cervello e zero empatia. La sua visione del mondo è prettamente razionale e la consapevolezza della sua intelligenza lo fa rientrare nella classifica dei personaggi più narcisisti della storia delle serie tv (che potete leggere qui).
Proprio il suo ego sproporzionato lo rende miope di sentimenti, incapace di mostrarsi interessato a chiunque non sia lui, partendo dal presupposto che chiunque esso sia sarà sicuramente piuttosto stupido.
9) Dr. Kelso – Scrubs
Tra i corridoi del Sacro Cuore aleggia un solo terrore: Bob Kelso. Lo conosciamo come il cinico e anaffettivo primario dell’ospedale. Pensate a quante volte il suo black humor e le sue freddure da vero infame ci hanno strappato una risata.
Ma chi è davvero Bob Kelso? Nel corso delle stagioni di Scrubs iniziamo a conoscere l’essere umano dietro il camice bianco. Lo stesso camice che veste come una divisa e che ha forgiato un carattere così spigoloso e chiuso in se stesso. Iniziamo a percepire l’idiosincrasia tra la bontà d’animo e la spietata quotidianità che un dottore del suo calibro è chiamato a fronteggiare ogni giorno.
Ha dovuto modellare questa immagine di sé per sopravvivere, inconsapevole che quella stessa immagine gli si sarebbe impressa addosso per sempre come una prigione. Lui stesso ci si abitua e veste la sua maschera ogni mattina con naturalezza. Tuttavia, è proprio nell’ottava stagione che fa capolino la vera essenza del Kelso Uomo, la cui anaffettività è diventata sì una posa naturale ma dietro alla quale sopravvivono ancora la sensibilità e il calore umano.
10) Gregory House – Dr. House
Cambiamo personaggio, cambiamo serie tv ma rimaniamo nell’ambiente ospedaliero. In chiusura di questa lista non poteva certo mancare il nostro Dr. House. Con la sua andatura sbilenca e i suoi lampi di genio ha salvato innumerevoli vite nonstante non sia in grado di bilanciare questa sua genialità con la tenerezza dei rapporti umani.
D’altronde, come sappiamo, l’intera serie trae ispirazione dai romanzi di Sir Arthur Conan Doyle, trasformando lo Sherlock Holmes inglese in un eccentrico e scostante medico americano (qui potete approfondire tutte le analogie tra il Dr. House e Sherlock Holmes).
Annabbiato dalle droghe e dal suo inconfutabile narcisismo, non si preoccupa di risultare scontroso e acido nei confronti di tutti gli altri esseri umani. Apparentemente non riesce ad empatizzare con il dolore e l’apprensione di pazienti e familiari. Abbiamo capito, però, che molto spesso sono le anime più fragili e sensibili a celarsi dietro le apparenze.