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I 5 migliori documentari sulla lotta LGBT che potete vedere su Netflix

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L’amore è amore per Netflix. La discriminazione non è contemplata dalla piattaforma di serie e film tv più grande al mondo. E se non bastassero i film e i documentari, Netflix è pronta a scendere in strada, o meglio in metropolitana: nel 2018 in vista del Gay Pride di Milano, Netflix ha risposto alle affermazioni del Ministro alla Famiglia, Lorenzo Fontana, circa i nuclei familiari gay che “non esistono”, tappezzando la stazione della metro di Porta Venezia con alcune coppie celebri delle sue serie tv – Piper e Alex di Orange is the New Black, Lito e Hernando, Nomi e Amanita di Sense8 – accompagnate dalla scritta “non esistono“. La piattaforma è sempre più orgogliosamente a fianco della comunità arcobaleno, offrendo un’ampia programmazione a riguardo.

Noi ci siamo concentrati a scovare i migliori 5 documentari Netflix che raccontano storie, contemporanee e non, sulle lotte del movimento.

1) The death and life of Marsha P. Johnson

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Il primo Gay Pride della storia fu a New York nel 1970. La manifestazione voleva spingere la comunità arcobaleno ad uscire allo scoperto. Pochi sanno che si tenne proprio nella Big Apple per ricordare i “moti di Stonewall” dal nome del locale in cui a seguito di una retata della polizia, ci fu una delle ribellioni più importanti della comunità LGBT che coinvolse più di 2000 persone nel 1969.

Una delle attiviste di Stonewall fu Marsha P. Johnson, che anni dopo diede la vita per far sentire la sua voce. Il documentario Netflix The Death and Life of Marsha P. Johnson indaga sulla sua morte, archiviata ufficialmente per suicidio – fu trovata a galleggiare nel fiume Hudson pochi giorni dopo il Pride del 1992 – un gesto impossibile da attribuirle a detta dei suoi cari. Le ricerche del regista del docu-film, il giornalista David France, provano a scavare più a fondo sulla sua morte, ricordando le proteste, le rivolte e le manifestazioni di quegli anni, e cercano di far tornare l’attenzione sulla ancora attuale piaga degli omicidi delle persone trans negli Stati Uniti.

2) Disclosure

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I personaggi transgender sono stati protagonisti di film famosi e pluripremiati: The Danish girl, Boys don’t cry, ad esempio, solo per citarne alcuni. Tuttavia nella realtà gli attori e i registi transgender sono pochissimi. Da questo paradosso ne consegue la visione distorta che il cinema ne rappresenta sullo schermo. Nel documentario Netflix Disclosure, il regista Sam Feder ripercorre proprio la rappresentazione trans nella cinematografia, partendo dai film muti fino alle attuali serie tv per analizzarne l’immagine distorta prodotta rispetto alla realtà.

Non è un caso che Disclosure esca in America proprio nel giugno 2020 durante la marcia a favore delle persone trans afroamericane (Black Trans Lives Matter) e quando la Corte Suprema si espresse a favore della protezione dei diritti civili per i cittadini LGBT, impedendo a 26 Stati di consentire ancora ai datori di lavoro di licenziare i dipendenti trans per il loro genere. Come scrive il Guardian, proprio in quei giorni il paradosso sulla loro rappresentazione in tv e sulle discriminazioni è apparso in tutta la sua problematicità.

3) Nella mia famiglia

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Vi siete mai chiesti cosa voglia dire essere cinese, gay e voler pure avere dei bambini? Narrato in prima persona dal regista, Hao Wu, questo documentario Netflix ci fa immergere nella sua storia, nell’educazione ricevuta e nella sua tradizionale famiglia. Cresciuto in Cina, ma poi trasferitosi in America, quando fa ritorno nella sua terra d’origine con il suo compagno e i due figli per presentarli ai parenti, va incontro a un forte disprezzo da parte dei suoi cari. Lentamente però questa disapprovazione si trasforma in accettazione e l’amore ha la meglio sulla paura, come mostra l’ultima scena del documentario con uno scatto tutti insieme.

“Nella mia famiglia” assume un ruolo di spicco tra i documentari Netflix grazie al suo forte messaggio: abbiamo bisogno soprattutto dei cambiamenti più piccoli.

Anche senza violenza o il coinvolgimento di 2000 persone, bisogna iniziare a cambiare la mente delle persone partendo dalla propria famiglia.

4) Un amore segreto

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Un amore segreto racconta la storia d’amore di Terry Donahue e Pat Henschel lunga quasi 70 anni, passati per la maggior a tenerla nascosta a tutti. Poi il Parkinson le costringe a trasferirsi in una casa di riposo e per restare insieme sono costrette a dichiarare il loro amore, per la prima volta. Il documentario è diretto da Christopher Bolan (pronipote della Donahue) e prodotto da Ryan Murphy (Glee, Pose, Ratched) da sempre legato ai temi della comunità LGBT.

La storia personale di queste due donne è un esempio di quanto sia stato difficile per le persone omosessuali affermare il proprio diritto di amare durante lo scorso secolo, e quanto abbiano dovuto combattere perché il loro sentimento fosse considerato allo stesso livello di quello tra eterosessuali. L’amore tra Pat e Terry è un vero e proprio atto di eroismo privato: forte della convinzione di essere fatte l’una per l’altra, hanno lottato contro tutti i pregiudizi e le pressioni sociali.

5) Circus of Books

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Karen e Barry Mason erano una coppia nella media negli anni ’80. Vivevano con 3 figli a West Hollywood, tra servizi settimanali in una sinagoga della San Fernando Valley e una piccola impresa da chiamare propria. L’attività economica in questione, all’insaputa degli amici ai barbecue e alle riunioni scolastiche, era in realtà il più grande distributore di pornografia gay nel Paese e soprattutto un rifugio culturale sicuro per la comunità queer nel bel mezzo del moralismo dell’era Reagan.

Diretto dalla figlia della coppia, Rachel Mason, tra i documentari Netflix Circus of Books esplora la vita di una normale famiglia che, pur vivendo nella paura del giudizio di Dio e dei loro coetanei, instaura legami con gli emarginati della società, costruendo nella città degli angeli una vera comunità al di fuori di perbenismi e pressioni sociali. A volte più serio, altre con toni ironici e frizzanti, il documentario racconta una storia unica e affascinante, profondamente legata al contesto politico degli Stati Uniti del tempo, tra la piaga dell’AIDS e dalle restrittive politiche reaganiane.

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