Negli ultimi anni sono state sfornate numerosissime serie tv di successo e di qualità ambientate nel futuro, nel presente o nel passato, come ne caso della celebre Downton Abbey, la serie in costume per eccellenza; ma citando una produzione di recente uscita, “Vita da Carlo“, “il pubblico vole ridere” e per fortuna ci sono anche tante sit-com e autori che chiameremo burloni che si sono divertiti a creare parodie delle serie tv più famose e, come in ogni ambito, c’è chi ha creato prodotti quasi belli quanto gli originali e chi ha toppato.
La necessità di distrarsi, di staccare dalla routine è presente nei bisogni umani dall’antichità, sin dai tempi dei poemi epici con la Batracomiomachia che è giustappunto la parodia di un poema epico, in cui si narra la battaglia tra topi e rane e la cui paternità è attribuita ad Omero.
La parodia era ed è un divertissement per molti, anche per i più Grandi, persino il genio di Mozart si dilettava in questo genere.
Noi oggi vogliamo stilare la lista delle 10 parodie delle Serie Tv che sono belle quasi quanto la serie stessa perché Downton Abbey sarà pure fatta bene ma quanto è bello ridere!
Dalle serie in costume come Downton Abbey passando per i bikini di Baywatch la satira non fa sconti a nessuno.
Iniziamo.
10. NTSF:SD:SUV:: (CSI)
No, non è il nostro codice fiscale ma il nome di una serie tv statunitense del 2011 creata da Paul Scheer.
Un gruppo clandestino di agenti governativi noto come NTSF:SD:SUV:: (sigla di National Terrorism Strike Force: San Diego: Sport Utility Vehicle::) lavora per proteggere la città di San Diego da numerose minacce terroristiche.
Non è altro che una parodia delle serie crime, action e procedural e quindi della serie crime per antonomasia: CSI.
NTSF:SD:SUV:: dimostra carattere, sin dal titolo che rinuncia a qualsiasi strategia di marketing.
Ogni puntata dura un quarto d’ora e, nonostante i pochi minuti, gli sceneggiatori riescono a costruire un intero caso a puntata con finale a sorpresa e bella sigla.
Ci sono delle trovate comiche di gran qualità e una buona messa in scena, anche la costruzione dei personaggi è fatta molto bene.
La parodia dal nome impronunciabile propone le stesse inquadrature e le stesse immagini di molte serie tv serie per mostrare personaggi che di cool non hanno nulla e sono per lo più mezzi rincitrulliti.
Fa ridere come prendano in giro alcune abitudini che si vedono nei telefilm, e che nella vita reale non si possono replicare per educazione, come per esempio il non salutare a fine telefonata.
Per essere una parodia, NTSF:SD:SUV:: mostra qualità e fa sorridere. Si dimostra una valida alternativa per chi ama il genere investigativo ma non vuole rinunciare all’umorismo.
9. Another Period (Downton Abbey)
Another Period è la parodia del dramma in costume per eccellenza Downton Abbey ma ha anche un po’ di ” Keep it up with the Kardashians”. Creata da Natasha Leggero e Riki Lindhome, la serie trasporta il genere in costume negli Stati Uniti, ambienta la storia all’inizio del XX secolo e ci inserisce la moderna fissazione per i reality.
Racconta la storia dei Bellacourt, una vecchia famiglia benestante di Newport, Rhode Island, che è consumata da ogni sorta di dramma: infedeltà, furto, incesto e comportamenti moralmente discutibili. I personaggi espongono regolarmente i loro sentimenti più intimi alla telecamera in confessionali simili a quelli del” Grande Fratello“.
Another Period fa satira sociale e le autrici non si riservano di includere e canzonare anche personaggi storici realmente esistiti, come Freud, Ghandi e Edison, spesso portando all’eccesso il loro carattere o rappresentandoli in maniera totalmente opposta a quella per cui sono conosciuti.
Esattamente come in Downton Abbey si alternano le vicende dalla viziatissima e ricchissima famiglia accanto a quelle della servitù, con la differenza che nella serie tv Another Period viene fatto tutto in modo completamente non sense, demenziale e trash.
Le battute sono cattive, politically scorrect e viene preso di mira chiunque tranne gli uomini bianchi benestanti.
Consigliato agli amanti di Bridgethon e a chi a Downton Abbey avrebbe dato un taglio più italiano.
8. Norsemen (Vikings)
Proseguendo vi proponiamo Norsemen, sit-com /parodia di Vikings, che il New York Times ha inserito tra le migliori 10 serie internazionali del 2017 e che il Guardian ha piazzato al 29esimo posto tra le migliori serie di quello stesso anno.
Pochi episodi, di pochi minuti scritti dai Norvegesi Jon Iver Helgaker e Jonas Torgersen, perfetti come guilty pleasure.
Nella serie si parla della vita quotidiana e delle dinamiche tra gli abitanti di Norheim, un piccolo villaggio vichingo sulle coste della Norvegia all’incirca nel 790, anno in cui iniziò l’espansione vichinga.
In Norsemen ci sono gli intrighi come in Game of Thrones, ma soprattutto c’è la comicità: quella scandinava surreale, irriverente e a volte felicemente demenziale.
La messa in scena è molto realistica, la regia è asciutta e gli attori sono molto bravi a fare gli imbecilli; i personaggi sono scritti molto bene. L’humor è nerissimo e si ride della stupidità umana anche nei momenti più violenti.
Se volete ridere, siete cinici e scettici, questa è la serie che fa al caso vostro.
Altri costumi, ma stavolta sono tutine non i gonnelloni di Downton Abbey:
7. The Orville (Star Trek)
The Orville è un’ironica serie tv di fantascienza ambientata nel 2418 che segue le avventure della USS Orville, una nave spaziale con un equipaggio composto da umani e da alieni.
The Orville è stata presentata come una parodia della popolare serie di fantascienza “Star Trek“, di cui Seth MacFarlane (ideatore e protagonista della serie) è un grande fan.
Ndr: Seth MacFarlane è il creatore delle serie animate : “I Griffin”, “The Cleveland Show” e “American Dad!”.
I titoli di ogni episodio della serie si presentano sullo schermo nello stesso modo in cui appaiono nella serie “Star Trek” come omaggio.
The Orville ha tutto ciò che serve per essere la parodia della celeberrima saga galattica: lo stesso setting, le stesse tutine, lo stesso gusto per l’esplorazione, la stessa plancia dell’astronave.
Per potersi definire parodia ovviamente sono presenti elementi demenziali e caricaturali: alieni buffi che spruzzano liquidi quando sono emozionati, il capitano depresso perché la moglie lo ha tradito con un alieno.
La serie vanta anche la partecipazione di Charlize Theron come guest star.
Sappiamo bene che i fan di “Star Trek” potrebbero offendersi per aver inserito questa parodia nelle serie belle quasi quanto l’originale, però, a nostra discolpa vogliamo dire che sebben la critica non apprezzi The Orville, che francamente sembra nascondere un intento diverso dal voler solo far ridere, questa è piaciuta al pubblico.
La versione “divertente” di “Star Trek” è una valida opzione per chi ama tutto ciò che è fantascienza.
6. Childrens Hospital (General Hospital)
In una lista che si rispetti poteva mai mancare la parodia di un medical drama? Childrens Hospital nasce come parodia di serie ambientate in ospedali, in particolare di “General Hospital”, ma successivamente diventa un prodotto con una comicità tutta sua; dalle serie mediche riprende espedienti narrativi e personaggi e li inserisce in contesti assurdi e grotteschi. Childrens Hospital vanta una non comune varietà che le garantisce contenuti sempre originali e particolari, grazie a trovate bislacche (cit. per gli amici di Carmelita D’Urso), trame ambientate nel passato, episodi musical, puntate live, puntate meta-televisive in cui si racconta che la storia che vediamo è finzione.
La serie è formata da 7 stagioni, andate in onda dal 2008 al 2016. Nata inizialmente come una webserie, dopo il primo anno è stata acquistata dal network Adult Swim, che ha apportato dei miglioramenti e ha reso la serie quella che è stata per le restanti 6 stagioni.
Per te che se non vedi camici bianchi ti senti spaesato, per te che dispensi paracetamolo manco fossi Dr. House, Childrens Hospital è la serie giusta.
5. Eagleheart (Walker Texas Ranger)
Sembra impossibile che sia stata fatta una parodia della serie tv che ha come protagonista Chuck Norris, “Walker Texas Ranger” eppure Eagleheart esiste ed è più surreale dell’originale.
Gli autori non si fanno problemi a portare tutto all’eccesso, ridicolizzando qualsiasi situazione e aggiungendo spesso scene quasi completamente nonsense, entrando a volte anche nel genere fantascientifico. Tra le scene più assurde c’è quella che vede un capitano (Jack Wallace) nell’ufficio del U.S. Marshal, che è centrale nella serie, diventare fisicamente e letteralmente assorbito dalla sua scrivania di legno. I più sensibili potrebbero rimanere sorpresi da quante volte la testa di qualcuno esploda.
Eagleheart ha come protagonista l’esilarante Chris Elliott, di “Tutti pazzi per Mary” e “Scary Movie 2” e già questo è garanzia di successo.
La serie è uno spettacolo unico nel suo genere.
Eagleheart è per te che metti like a tutti i meme su Chuck Norris del tipo: “Notizia straordinaria, Chuck Norris è morto stamattina. Ma ora sta bene“. Ahah.
Dai costumi di Downton Abbey ai Bikini di:
4. Son of the Beach (Baywatch)
Proseguiamo con la parodia di “Baywatch“: Son of the Beach, che diciamo la verità, già dal titolo merita il nostro apprezzamento.
Chi non conosce la serie sui guarda spiaggia in costume rosso, passione anche di Chandler e Joey (“Friends“)?
La parodia viene da sé, il protagonista, il fu Mitch Buchannon ( David Hasselhoff ), in Son of the Beach, è un uomo calvo di mezza età, panciuto e fuori forma che tuttavia è visto da tutti gli altri personaggi come altamente in forma e attraente.
Lo show è super divertente ma anche intelligente, fa satira ed è quasi un sollievo dalla perfezione a cui ci aveva abituato la tv negli anni ’90.
Si ride praticamente sempre, non mancano doppi sensi, giochi di parole, insinuazioni e simili.
Tra le battute che fanno più ridere c’è quella in cui il protagonista sulla sua spiaggia-pattuglia mostra un volantino di Osama Bin Laden durante la riunione del mattino e dice al suo staff di “tenere d’occhio per questo piccolo piantagrane”. Lol.
Se “Baywatch” vi faceva già sorridere senza bisogno dell’intervento di Howard Stern (produttore della sua parodia), Son of the Beach vi farà lacrimare copiosamente.
3. A Touch of Cloth (A Touch of Frost)
A Touch of Cloth è una parodia del genere poliziesco e investigativo co-creata da Charlie Brooker che si rifà chiaramente alla serie “A Touch of Frost“, un detective esperto e dedicato che si scontra spesso con i suoi superiori.
Questa comedy vede come protagonista l’ex-ispettore Jack Cloth (John Hannah) che viene richiamato in servizio dove si ritroverà a lavorare con una nuova partner, Anne Oldman (Suranne Jones) per indagare su casi di omicidio o per arrestare pericolosi criminali, il tutto ovviamente dando vita a situazione ai limiti del paradossale, divertenti e piene di gag. Altro aspetto che rende divertente questa comedy sono tutti i giochi di parole presenti nei dialoghi; anche i nomi dei personaggi hanno un significato sotteso: Cloth infatti vuol dire “panno”, Oldman sta per “oldman” ovvero anziano, gli agenti Asap, “as soon as possible”. Sullo sfondo compaiono di frequente scritti o cartelli umoristici e i vari personaggi si rendono conto di essere in una serie televisiva, e si prendono gioco dei vari cliché tipici di una serie poliziesca.
Per te che ami “Quarto Grado“, A Touch of Cloth ti garantirà gli stessi sorrisi.
2. Wrecked (Lost)
The Wrecked è nata con l’idea di creare una versione comico-demenziale di Lost; è la sua parodia dichiarata.
Protagonisti, ca va sans dire, sono i naufraghi di un incidente aereo, ci sono: l’indiano fissato coi cellulari, la vegana/salutista, il tizio che tratta male la fidanzata, la coppia di protagonisti sfigati che vorrebbero guidare il gruppo ma non ne hanno il carisma, il bellone fisicato capace di fare tutto. Ogni personaggio è indovinato, ognuno con le sue peculiarità, ognuno con una spiccata vena comica.
La sceneggiatura funziona bene e alcune scene sono memorabili.
The Wrecked oltre a far ridere vuole anche offrire spunti di riflessione sulle dinamiche sociale, senza prendersi troppo sul serio e sempre in ottica demenziale.
In maniera sempre divertente e mai pesante, infatti, la serie mette in scena tutta una serie di cose terribili, dalla morte violenta di alcuni naufraghi alla nascita di una sorta di distopia sull’isola.
La parodia è perfetta per tutti gli orfani di Lost, per il “survivor” in ognuno di noi, per noi per cui “il naufragar è dolce in questo mare”.
Ultimo ma non ultimo un romanzo popolare ben lontano dalla ricchezza di Downton Abbey:
1. I Promessi Sposi – secondo il Trio (I promessi Sposi)
Signore e signori, con grande orgoglio la parodia delle parodie è: I Promessi Sposi – secondo il Trio.
Lo sceneggiato andato in onda nel 1990 fece ascolti record, in particolare la prima puntata con oltre 14 milioni di spettatori.
Produzione molto italiana, più vecchia della maggior parte di voi ma con una comicità sempre attuale, fa il verso al romanzo che è ritenuto una pietra miliare della letteratura italiana e da cui erano state create miniserie tv molto tradizionali e pesanti.
Il terzetto comico formato da Massimo Lopez (1952), Anna Marchesini (1953-2016) e Tullio Solenghi (1948) diede vita ad una serie di gag caratterizzate da una comicità surreale e dai ritmi veloci con trovate spiazzanti.
Come commenta il critico televisivo Aldo Grasso: “Il grande romanzo diventa pretesto per ironiche e giocose parodie e
ribaltamenti comici e grotteschi che rompono la narrazione tradizionale per contaminarla con elementi attinti alla cultura dei mass-media, ottenendo effetti comici anche grazie a un impianto stilistico il più aderente possibile alle atmosfere e alle ambientazioni originali. Nel corso delle cinque puntate i tre comici rivestono diversi ruoli (…) ospitando nella loro parodia personaggi fantastici come il padre di Lucia (Pippo Baudo), El Gringo (Giuliano Gemma), il presentatore di Miss Lecco (Daniele Piombi), la venditrice di unguenti contro la peste (Wanna Marchi), il giornalista del Seicento (Piero Badaloni)“
Recuperatelo, è esilarante: se ancora fosse necessario, vi fa venir voglia di leggere i “Promessi Sposi”!
Consigliato soprattutto a chi preferiva la Monaca di Monza a Lucia.
È cosa risaputa che la risata sia antropologicamente fondamentale, al pari della cultura e dell’arte, perché ridere dell’arte e l’arte di ridere e far ridere sono attività che perseguono il medesimo obiettivo.
Questo lo sanno bene autori e sceneggiatori di queste parodie che magari non saranno curate come Downton Abbey e non avranno il suo budget ma di sicuro ci possono regalare momenti di risate stupide e liberatorie.
E voi con chi berreste un tea? Con la famiglia Crawley di Downton Abbey o con la famiglia Bellacourt di “Another Period“?