Con gli anni, il mondo delle Serie Tv si è dato il compito di diventare ambasciatore di messaggi morali, insegnamenti. Questa caratteristica si traduce nel termine “politicamente corretto”. Molti prodotti lo introducono come protagonista indiscusso lasciandogli le redini dell’intera storia. Qualcosa però sta smuovendo le acque in maniera esponenziale, e stiamo parlando del politicamente scorretto. Questo aspetto – che troveremo in Serie Tv di successo come Seinfeld, Dr. House, e via dicendo – sta aiutando il telespettatore a uscire dalla comfort zone che spesso le Serie Tv creano, e lo sta buttando nelle braccia di ciò che risulta scomodo e anticonformista. In questo senso, questo aspetto – che molto spesso non viene sviluppato – riesce a risultare particolarmente interessante.
Quando ci riferiamo a questa caratteristica, a chi ci riferiamo esattamente? Andiamo a vedere insieme i maggiori esponenti del politicamente scorretto!
1) Dr. House – Gregory House
Dr. House – Medical Division è una delle Serie Tv più famose e apprezzate dal pubblico. Ciò che ha spesso contraddistinto questo prodotto differenziandolo dagli altri è il protagonista, diventato a tutti gli effetti un’icona.
Quando parliamo di Gregory House parliamo di una mente brillante che riesce a completare puzzle medici facendoli apparire quasi semplici. Essere suoi pazienti significa il più delle volte riuscire a vincere la battaglia contro la morte, ma significa anche sudarsela. House non aiuterà psicologicamente il paziente nella maniera basilare – ovvero standogli vicino emotivamente – ma con forza, rabbia e durezza. Il suo modo di rapportarsi è scontroso e non riesce a mettere a proprio agio le persone, soprattutto se stanno male. Ciò che lo rende – all’apparenza – distante da loro sarà la sua la assenza fisica durante la patologia: non li visiterà e non farà loro alcun tipo di carezza. Questo è un meccanismo di lotta contro il tempo: ogni carezza è un momento in meno passato ad analizzare le patologie dei pazienti, e House non permette che questo accada.
Il protagonista è un uomo complesso: nasconde la propria sensibilità dietro battute, frasi sarcastiche e parole che nessuno – eccetto la l’amministatrice dell’ospedale Lisa Cuddy – riesce a difendere. Più volte i pazienti stessi si sono rivoltati rispetto al suo atteggiamento scontroso invocandone il licenziamento. Il suo lato scontroso e irritante lo porta spesso a isolarsi emotivamente e ad allontanare tutte le persone che gli stanno accanto. La maggior parte delle ragioni per cui il protagonista vive dentro questo stato emotivo trova luogo nella sua patologia al muscolo retto femorale che lo ha reso a tutti gli effetti ciò che è e gli ha fatto comprendere in maniera estrema quanto sia importante venire sempre a patti con la verità, non importa quanto sia brutta come dirà in una puntata di Dr. House:
«Nella condizione umana c’è una verità: che tutti gli uomini mentono. La sola variabile è su che mentono»
2) Abbandoniamo Dr. House e facciamoci travolgere da un personaggio completamente nuovo, Fleabag
Dimenticate completamente Dr. House e fate un passo verso una nuova storia completamente diversa. Fleabag è una Serie Tv rivelazione degli ultimi tempi. Ambientata a Londra, la storia segue le vicende di Fleabag, una donna scomoda perfino per sé stessa.
Autodistruzione, cinismo, poche pacche sulle spalle e dell’ironia che sappia sollevare perfino le questioni più tragiche: questa è Fleabag. Nel dettaglio, la protagonista si dividerà sempre tra la voglia di sprofondare e quella di emergere, sempre in preda e un ambiguo scontro tra autostima e terrore dell’esterno. Mettere il naso fuori dalla finestra, infatti, è sempre visto come un grande rischio perché implica un contatto diretto con il mondo che sembra così lontano da lei.
Fleabag è fuori luogo, non ha un proprio posto e non intende neanche cercarlo. Vive spesso i suoi sentimenti con leggerezza e non le importa da cosa siano dettati. Si lega alle cose trovando in loro un meccanismo di sopravvivenza che riesca a non farla annoiare. La mediocrità che avanza nell’universo è sua prima nemica ed è con lei che fa i conti perennemente. Guardarla interagire con Harry – il suo storico fidanzato – ne è la prova schiacciante: combatte contro la sua essenza, ma gli avvinghia ogni volta che il mondo non le piace. La noia su di lei ha questo effetto: le fa fare ogni cosa politicamente scorretta e la obbliga a dare un suo contribuito per far sì che il non ordinario si imponga. Una lotta perenne che porta la protagonista a essere uno dei personaggi più interessanti delle Serie Tv più recenti.
3) After Life – Tony
After Life è una storia drammatica con toni completamente diversi da quello che di solito serie del genere offrono. È la rappresentazione di un dolore che nasce e muore dentro chi lo vive, senza mai essere urlato.
Tony – il protagonista di After Life – è un vedovo che sta cercando di convivere con questa nuova condizione. Per farlo non chiede aiuto e non sopporta – per la maggior parte della serie – che questo gli venga offerto. Ha un nodo dentro la gola che non gli permette di urlare ma solo di esprimersi con l’unica cosa che il dolore gli sta lasciando: rabbia e disgusto verso un mondo che ti toglie ciò che ti sei preso. Tony era innamorato di sua moglie e l’ha vista correre via. Questa dipartita non fa altro che fargli chiedere: che senso ha allora, tutto questo? Vivere forse è solo un viaggio con una data di scadenza, perché lottare per fare sempre meglio, se alla fine finiremo sotto terra?
In questa maniera, Tony, non riesce a essere migliore neanche per sé stesso e si concede a qualsiasi sensazione negativa, parola fuori luogo e atteggiamento distruttivo. Qualsiasi cosa lui faccia, la sua fine sarà proprio quella, e qualsiasi cosa lui faccia alla fine la farà senza la sua spalla destra, la sua complice. Tutto perde valore, e con lui ne perde anche la sua vita. Nulla è più importante ormai, nulla vale la pena di essere corretto e portato a termine. Proprio così Tony non urla, non sbraita, emette solo dei suoni di parole acide e velenose di chi non crede più. Il protagonista – con l’andare avanti della serie – riuscirà a comprendere che non esiste un modo giusto per affrontare il dolore, ma che uccidersi internamente e sopravvivere non è sicuramente la strategia migliore.
4) Due Uomini E Mezzo – Charlie
Se questa fosse una classifica, siamo certi che il personaggio di Charlie Harper sarebbe inevitabilmente tra i primi posti. Forse non sul podio o al primo posto – probabilmente ci sarebbe Dr. House – ma comunque lì vicino.
Charlie è essenzialmente la rappresentazione umana di un futuro che non esiste. Per il protagonista, infatti, il domani non c’è e qualsiasi cosa avvenga nella sua vita non sarà – in questo modo – da risolvere. È a tutti gli effetti un involucro di problemi, questioni irrisolte, difetti e velate tristezze ma nulla di tutto ciò ha mai trovato da parte sua un responso. Niente viene affrontato e l’unica cosa di cui si riesce a preoccupare è di coltivare – puntata dopo puntata – il suo egocentrismo e narcisismo che sono, poi, le uniche due cose che riescono a crescere dentro di lui. Infatti ha più volte dichiarato di non credere in alcun modo nella crescita interiore e nell’evoluzione.
Si racconta di essere soddisfatto della propria vita, ma spesso si riesce a intravedere qualcosa di umano che e sincero dentro di lui che annienta questa sua convinzione. Proprio per questo suo negarsi ogni scomoda evidenza, Charlie è un personaggio che vive di bugie scappando ogni volta dalla verità della sua vita e da ogni responsabilità. Non crede in niente e non ha alcun tipo di prospettiva: tutto è frutto di una forte pigrizia che gli impedisce di concedersi a tutto ciò che risulta più complicato. L’unica cosa cosa in cui crede è sé stesso ma non nel tempo, solo nell’attimo che sta vivendo e in cui sa riconoscersi motivo per il quale si nega sempre una cosa ovvia: sta invecchiando anche lui. Le sue relazioni sono un buco nell’acqua frutto della sua incapacità a relazionarsi e provare affetto in maniera pura e reale riuscendo a costruire giorno per giorno qualcosa.
5) Michael Scott
Michael Scott è una bomba a orologeria, il succo ricavato dal frutto del politicamente scorretto, è un abisso di parole che forse era meglio non dire, o dire meglio.
Se solo avesse spiegato meglio, se fosse stato meno confusionario nell’organizzazione delle parole, se avesse usato i filtri forse non sarebbe passato come un capo sessista, razzista e omofobo. Tutto questo è assolutamente involontario ma – come preannunciato – gli costa degli appellativi che in realtà non lo rappresentano. Questo accade perché Michael è come un bambino che non ha paura di utilizzare il linguaggio e dice tutto quello che pensa a ruota libera. In particolare, è proprio nella prima stagione che questo lato esce totalmente portandolo a sembrare anche maleducato, antipatico e scontroso.
Non è pronto a ricevere affetto da chi gli sta vicino, ma l’impressione che dà è sempre quella di averlo chiesto e voluto, e anche in questo caso troviamo in lui un’anima bambinesca di chi vuole il giocattolo e non appena ricevuto ne fa a meno. Con il passare delle stagioni il personaggio sembra “addolcirsi” ma nulla gli toglierà quella macchia politicamente scorretta che lo fa sempre essere fuori dalle righe. Spesso urlerà dando di matto in maniera aggressiva e comica per via di quella sua costante inadeguatezza di far parte di una società in cui non riesce a vivere e in cui non riesce a creare un rapporto bello perché, semplicemente, non sa farlo.
Per questo motivo, Michael è in assoluto un personaggio politicamente scorretto: questo termine non implica e non ha mai implicato qualcosa di sempre e per forza negativo, ma qualcosa che si distacca dalla normale prassi di vita e insegnamento di quest’ultima e cerca di aggrapparsi a un proprio filtro: quello che non conosce filtri per la propria essenza.
6) Scrubs – Robert Kelso, simile ma non troppo a Dr. House
Robert Kelso – detto Bob – è una delle poche cose moralmente opinabili di Scrubs, e forse proprio per questo risulta un personaggio estremamente interessante lontano da tutti gli altri.
Qualsiasi scelta Bob faccia risulterà impopolare e poco gradita dal resto dei medici e personaggi. Il suo lato cinico prende il sopravvento perennemente e lo porta a essere duro, freddo e distaccato emotivamente da qualunque cosa. Questo aspetto è indubbiamente legato al suo ruolo che in quanto primario lo obbliga ad azioni prettamente professionali per cui lui si giustificherà dicendo solo “mi pagano per questo.” Raramente riuscirà ad aprirsi emotivamente ma quelle poche volte saranno determinanti per scoprire in lui delle sfumature positive e in questo senso l’ottava stagione è fondamentale. Ormai in pensione, può rompere quell’armatura necessaria e aprirsi di più dispensando consigli saggi e aperti. Ciò che sicuramente lo contraddistingue da un medico come il Dr. House – oltre al diverso ruolo che ricoprono – è la natura del sarcasmo e come, in qualche modo, da una parte sia sintomo di difesa e in questa invece una vera e propria essenza.
Spesso si è contraddistinto per la sua infedeltà nei confronti della moglie e per quel suo modo di essere scorbutico e acido. Inoltre Bob spesso si presenta come un personaggio razzista nei confronti di qualsiasi persona più debole a livello economico (i pazienti, che ad esempio, non possono pagare le cure mediche). Al tempo stesso lo è con ogni persona di etnia non caucasica. La sua omofobia lo porta ad avere conflitti con suo figlio Harrison, che è omosessuale. Le dottoresse dell’ospedale vedono in lui un profondo sessismo che si sviluppa anche nelle cose più semplici: chiamare le specializzande perennemente tesoro, ad esempio. Insomma, un vero e proprio involucro di comportamenti moralmente opinabili.
7) I Griffin – Peter Griffin
Peter Griffin non è un padre modello, non è un marito modello, non è un un uomo modello e sicuramente non è neanche un modello.
Pigro, scorbutico, irascibile, leggero e irrispettoso. Peter Griffin è l’estremo in ogni situazione ed è perennemente inopportuno. Il suo rapporto con Meg è quello forse balza più all’occhio per il così tanto poco rispetto che l’uomo porta alla figlia, vittima indiscussa di ogni suo scherzo (è perfino arrivato a spararle) o incapacità di dimostrare affetto (lo abbiamo perfino inserito nella lista dei peggiori padri nella storia delle Serie Tv per questo motivo, pensate un po’!). Il suo personaggio è spesso crudo ed estremamente volgare: spesso lo vedremo in negozi di abbigliamento d’alta moda per emettere flatulenze all’interno dei vestiti. Prende tutto alla leggera e così facendo non supporta sua moglie nell’educazione dei figli e nei suoi rimproveri.
Peter è estremamente impulsivo: ogni suo disastro avviene perché ogni sua azione è fatta senza aver prima ragionato. In questa maniera, ogni puntata si sviluppa su una situazione difficile o imbarazzante che si è creato da solo e di cui riesce a venire a capo grazie alla fortuna sfacciata che tiene dalla sua parte. Si presenta spesso come insensibile e anche in questo caso ciò emerge nel suo rapporto con la figlia Meg che riesce a imbarazzare nelle cose che più le stanno a cuore e leggendo – insieme all’intera famiglia – il diario senza scusarsi per averlo fatto.
8) 30 Rock – Tracy Jordan
Per una Serie Tv che vuole fare parodia un personaggio politicamente scorretto è d’obbligo, ed è così che in questo caso troviamo Tracy Jordan.
Tracy Jordan è un personaggio che assume la forma di una vera e propria mina vagante. Riesce a stupire tutti raramente ma quando lo fa è una vera e propria scoperta. Data la sua essenza, nessuno si aspetterebbe mai di vederlo nelle vesti di conoscitore di più e più ambiti e per la sua acutezza. Ma come abbiamo preannunciato questo è un aspetto raro. Il più delle volte, Tracy, è un personaggio narcisista che farebbe di tutto per mettersi al centro dell’attenzione dimostrando il suo essere a tutti gli effetti una prima donna. Il filtro mentale sembra qualcosa di estremamente lontano da lui che lo rende impulsivo e folle.
Qualsiasi cosa faccia assume la forma di una pazzia e questo perché è disposto a tutti pur di arrivare ai suoi obiettivi. Spesso ha atteggiamenti bambineschi e capricciosi: sbattere i piedi per ottenere a forza qualcosa è uno dei suoi hobby, probabilmente. Non conosce il senso della misura, e così qualsiasi cosa gli ronzi per la testa o viva diventa eccentrico e smisurato. Fare affidamento su Tracy appare difficile perché l’unica cosa che riesce a vedere negli altri è la sua ombra, grossa e potente. In questa maniera spesso vede solo quello che vuole vedere, non accorgendosi dell’esterno, e delle persone che gli sono accanto.
9) Hank Moody – Californication
Il Bukowski di Californication, il frutto di tutte le scelte sbagliate, l’eterna lotta tra ciò che l’instabilità gli toglie ma che al tempo stesso gli dà: questo è Hank Moody.
Il protagonista di Californication è uno scrittore che contiene dentro di sé infinite moltitudini che fanno di lui un vero cliché. Sempre a un passo dal baratro, non riesce a mantenere un punto fermo mandando sempre all’aria qualsiasi cosa riesca a ottenere. Non è felice perché non sa esserlo ed è – in un certo senso – come se la stessa felicità lo rifiutasse. Innamorato da sempre di una donna, nel frattempo ne fa felici mille altre al giorno. In questo senso, è come se lui scindesse le due cose e vivesse in due mondi diversi: quello d’amore, e quello reale in cui lui non può venir meno alla sua natura. Hank nei suoi scritto è vivo, e se lo è deve dire grazie a ogni tragedia o sofferenza. Senza di loro lui non scriverebbe mezza riga.
L’eterna irrisoluzione gioca a scacchi con lui e lo fa perdere miseramente, e questo è ben compreso dal protagonista che – in un certo senso – gode nel perdere e nel soffrire. Gli eventi che vive durante la serie lo mettono sempre con le spalle al muro facendo notare al telespettatore ogni sua debolezza mostrando quanto lui in realtà – non affrontandola – non faccia altro che scappare da ogni responsabilità. Un’altalena che non si può fermare fatta di emozioni contrastanti di uno scrittore che sceglie la sofferenza a qualsiasi altra emozione perché, in modo malsano, si costringe – obbligato dalla sua essenza – a compiere queste scelte.
10) Community – Pierce Hawthorne
Chiudiamo la lista iniziata con Dr. House con Pierce Hawthorne, personaggio che di cose politicamente scorrette ne ha parecchie.
Pierce è un ricco imprenditore che si unisce al gruppo dei giovani. La differenza di età e il suo comportamento porta a volte i ragazzi a escluderlo. Nonostante il gruppo riesca comunque a volergli bene, spesso Pierce li tratta male andando a toccare i loro punti deboli. Riesce a metterli in difficoltà con il suo comportamento mentalmente chiuso. Pierce è infatti razzista, omofobo e sessista. L’anziano, inoltre, è il fautore di azioni bizzarre e assurde: arriverà perfino a fingere un grave malanno. Per questo scherzo, Pierce lascerà a ognuno di loro un regalo che innescherà una gara tra i membri del gruppo che si troveranno – a causa di ciò – a litigare (chissà se il nostro Dr. House lo avrebbe aiutato in quest’impresa!). Nel dettaglio, il suo personaggio è frutto di un passato che lo ha spaventato per via del rapporto con il padre che lo ha sempre trattato male e sottovalutato.
Questo ricordo d’infanzia lo porta a bramare l’approvazione degli altri e la loro compagnia e quando questa viene a mancare, Pierce utilizza un comportamento aggressivo e irrispettoso che lo porta a fare dei dispetti stupidi: come quella volta in cui i ragazzi giocavano con il tappeto elastico e lui – sentendosi non considerato – lo utilizza con rabbia fino ad arrivare a romperlo.