Kevin Spacey
L’attore americano nato nel 1959 è un altro grande, grandissimo che è arrivato a tanto così dal riempirsi la casa di Emmy ma senza mai ottenere l’agognata statuetta.
La sua carriera inizia nel lontano 1981, in teatro. Dopo una serie di ruoli minori Kevin Spacey ottiene successo tanto da vincere un Tony Award nel 1991 come protagonista in Lost in Yonkers, opera di Neil Simon, vincitrice del Pulitzer. La sua prima apparizione sul grande schermo è del 1986, accanto a Jack Nicholson e Meryl Streep, in Heartburn. In televisione, invece, il suo primo ruolo risale al 1987 come senatore in Crime Story. Il successo arriva con l’iconico ruolo di Keyser Söze nel film I Solito Sospetti e con quello di John Doe in Se7ven, due ruoli che lo fanno assurgere a grande star di Hollywood (e vincere un Oscar nel film di Bryan Singer come miglior attore non protagonista).
La prima candidatura agli Emmy Awards, Kevin Spacey la ottiene come migliore attore protagonista in una miniserie o film per Recount, prodotto della scuderia HBO. Un drammone politico del 2008 dedicato al riconteggio dei voti nell’elezione presidenziale del 2000, quando vinse Bush Jr. La seconda, invece, è per Bernard and Doris, sempre nel 2008, come miglior film per la televisione.
Le successive nove nominations sono tutte per House of Cards, la serie distribuita da Netflix e andata in onda tra il 2013 e il 2018. E tutte come miglior attore protagonista nei panni di Francis Joseph Underwood, politico senza scrupoli. Ruolo per il quale non ha nessuna soddisfazione se non quella di vincere comunque il prestigiosissimo Screen Actors Guild Awards.
Bob Odenkirk
Di qualche anno più giovane rispetto a Kevin Spacey ma parecchio più vecchio di Charlie Hunnam, Bob Odenkirk è uno di quegli attori la cui carriera, oggi, viene rivalutata completamente. Eppure, che fosse un talentuoso artista era chiaro fin dal 1987, quando venne assunto come scrittore nel celeberrimo Saturday Night Live.
All’interno dello show ha potuto conoscere molti già celebri comici con i quali successivamente ha collaborato. Le sue prime apparizioni televisive risalgono al 1992 nello spettacolo di Ben Stiller, The Ben Stiller Show. Per una decina d’anni è questo il duplice ruolo che Bob Odenkirk occupa: autore e attore nei propri sketch. Numericamente molto prolifico. Anche qualitativamente, certo. Ma poco conosciuto al grande pubblico. E quindi poco considerato dai maggiori premi televisivi.
Poi, nel 2009 la grande svolta. L’attore venne notato da Peter Gould e Vince Gilligan per il ruolo di Saul Goodman in Breaking Bad. Un ruolo che doveva durare tre puntate ma che riscosse un tale successo, soprattutto grazie all’interpretazione di Bob Odenkirk, da farlo diventare ricorrente per tutto lo show e regalargli una serie tutta sua: Better Call Saul.
Grazie al ruolo dell’avvocato corrotto l’attore ottiene finalmente il riconoscimento che merita. E cominciano a fioccare le nominations: 18 solo per gli Emmy Awards. Va detta una cosa, però. Bob Odenkirk, prima di interpretare il ruolo della vita di Emmy ne aveva già vinti due. Quindi, direte voi, perché rientra un questo elenco? Per il semplice fatto che qui parliamo di chi sta di fronte alla telecamera e non dietro. I due premi vinti, rispettivamente nel 1989 e nel 1993, sono come autore. Dunque, non contano.