Siamo abituati ormai a vedere adattamenti seriali di moltissime fonti, provenienti anche dai media più disparati. I libri sono chiaramente un repertorio vastissimo da cui attingere, così come il cinema o la televisione stessa, con operazioni quali i revival, gli spin-off e via discorrendo. Si può andare a pescare, però, anche da molti altri campi: dallo sport alla storia, passando, chiaramente, per la musica. Qui, solitamente, l’adattamento riguarda principalmente delle biografie, ma perché non immaginare, invece, dei soggetti seriali nati proprio dalle canzoni stesse? In fondo, i brani sono dei testi letterari e molto spesso raccontano delle storie, alcune delle quali sono talmente intense e profonde che meriterebbero analisi più approfondite. È il caso, ad esempio, delle canzoni di Fabrizio De André, potentissime e ricche di spunti, capaci sicuramente di dar vita a grandi serie tv.
Con una buone dose di fantasia, dunque, proviamo a scavare nella discografia del mitico Faber, alla ricerca di cinque brani che potrebbero dar vita a una grande serie tv. Data la diversità dei media, soprattutto in quanto a lunghezza, l’esercizio qui è provare a immaginare come una data canzone potrebbe essere strutturata sul format seriale, fungendo da base per una narrazione ovviamente più ampia. Abbiamo scelto De André per quest’idea perché è semplicemente uno dei più grandi cantautori di sempre, i cui testi si prestano benissimo a questo lavoro data la loro complessità. Cominciamo, dunque, con la stesura di questi cinque piccoli soggetti basati sulle canzoni di Fabrizio De André.
Fabrizio De André e le serie tv: Bocca di rosa
Partiamo proprio da una delle canzoni più famose di Fabrizio De André, il cui spunto narrativo è evidente e d’immediata ricezione. Bocca di rosa racconta, di per sé, una storia, quella di una ragazza di liberi costumi che arriva in un paesino non specificato e viene presa di mira dalle altre donne, che vedono in lei una minaccia vista la sua presa sugli uomini e non sopportano la sua spregiudicatezza verso l’altro sesso. Il soggetto di questa canzone, chiaramente, potrebbe aprirsi a moltissime variazioni, imperniate magari su cambiamenti di ambientazione, sia storica che geografica, eppure se immaginiamo Bocca di rosa, non possiamo non calarla in un paesino italiano, magari centro-meridionale, in un periodo che va dagli anni Cinquanta ai primi Sessanta.
Una serie tv incentrata su Bocca di rosa potrebbe, dunque, mettere in scena, come nel brano, l’arrivo di questa donna, le sue avventure, magari con la creazione anche di trame intricate, fino all’allontanamento dal paese, accompagnato da un corteo di uomini trasognanti e dall’invidia delle “comari d’un paesino”. Proprio come la canzone di Fabrizio De André, il racconto potrebbe andare a insistere su moltissimi temi, dalla concezione della libertà sessuale all’intrigata società di paese, ma soprattutto sull’ipocrisia, il grande tema di Bocca di rosa, che potrebbe essere sviscerato alla perfezione tramite il format seriale.
La canzone di Marinella
Passiamo a un’altra famosissima canzone di Fabrizio De Andrè. Anche qui è il brano stesso a fornire il cuore del racconto, ovvero la vicenda di Marinella, che a sua volta è ispirata a un fatto di cronaca che il cantautore genovese lesse su un quotidiano. La storia cantata nel brano è molto famosa, mette in scena quest’amore tragico tra un ragazzo e la giovane Marinella, che muore cadendo in un fiume e l’amato, ignaro della sorte della sua fanciulla, ha continuato a bussare alla sua porta non credendo nella sua dipartita. La vicenda ne La canzone di Marinella è volutamente molto vaga, assumendo i tratti della favola e quasi del mito. Questo amore tragico, però, sembra perfetto per essere posto al centro di una miniserie e soprattutto questa vaghezza dell’ispirazione della canzone permetterebbe di riscrivere ampiamente il soggetto, lasciando al centro la tragedia, ma arricchendola dei più disparati dettagli.
L’ispirazione per la serie tv potrebbe arrivare anche da alcuni studi condotti sulla canzone di Fabrizio De André, in particolare dalle ricerche di Roberto Argenta, che ha avanzato la tesi che la storia letta sul quotidiano dal cantante era quella di Maria Boccuzzi, una giovane donna che verso l’inizio degli anni Cinquanta era stata trovata morte nel fiume Olona. Nemmeno quindicenne, Maria s’innamorò di un ragazzo e, visto che la famiglia era contraria a questa unione, scappò con lui, ma l’amore tra i due ebbe vita breve e Maria così si trovò a doversi reinventare, diventando una prostituta. Questa è una storia molto in stile Fabrizio De Andrè e, contaminata dai toni favolistici de La canzone di Marinella, potrebbe fungere benissimo da base a una bellissima serie tv.
Fabrizio De André e le serie tv: La guerra di Piero
Altro straordinario e iconico successo di Fabrizio De André. La guerra di Piero è una delle canzoni più intense e vivide sulla guerra, capace di restituirne uno spaccato intimo e devastante. La storia, famosissima, è quella di un giovane che viene mandato in guerra a servire il proprio paese e, quando incontra un soldato nemico, ha un attimo di esitazione, dovuto alla sua umanità e al non essere un soldato addestrato, e quel momento gli costa caro visto che il soldato nemico si accorge di lui e “non gli ricambia la cortesia”, uccidendolo. L’impronta antimilitarista è evidente ne La guerra di Piero, un brano che potrebbe dar vita a una serie capace davvero di mostrare i lati più drammatici della guerra.
Un’eventuale serie tv ispirata alla canzone di Fabrizio De André potrebbe partire sempre dalla figura di Piero, parlando magari della sua vita, dei sogni e delle aspirazioni a cui ha dovuto rinunciare a causa della chiamata al fronte. A questo punto ci sarebbe spazio per tutti gli orrori della guerra, magari con l’aggiunta anche di qualche personaggio secondario che rinforzi la narrazione, fino alla tragica morte di Piero e alla denuncia del grande dramma della guerra.
La canzone dell’amore perduto
Stavolta cambiamo un po’ registro, scegliamo un’altra famosissima canzone di Fabrizio De André, ma al cui centro non c’è una storia come nel caso dei tre brani precedenti. La canzone dell’amore perduto è un brano che Faber ha scritto in occasione della fine del suo primo matrimonio con Enrica Rignon e il testo analizza, con una precisione disarmante, i sentimenti che accompagnano la fine di un grande amore. Per immaginare una serie tv basata su La canzone dell’amore perduto bisogna lavorare un po’ di fantasia, eppure le potenzialità sono eccezionali.
La narrazione potrebbe basarsi proprio sul racconto della fine di un amore, che sia un matrimonio o una grande passione giovanile, e potrebbe mettere in scena il dramma scavando a fondo nella psiche dei due amanti, mostrando tutto ciò che succede quando, semplicemente, un amore finisce, quando due persone si lasciano perché quella fiamma si è ormai spenta e si cerca un modo per andare avanti. Fabrizio De André ha descritto questi sentimenti con una dolcezza incredibile, renderli in una serie tv sarebbe compito arduo, eppure al contempo sarebbe una sfida stimolante e soprattutto in grado, se vinta, di restituire una serie tv grandiosa e meravigliosa.
Fabrizio De André e le serie tv: Nella mia ora di libertà
Chiudiamo con un’idea più originale e complessa, diversa dalle altre messe in scena finora, ma comunque molto calzante. Nella mia ora di libertà è il brano conclusivo di Storia di un impiegato uno dei concept album di Fabrizio De André, che racconta la storia di un giovane impiegato che, ispirato dal maggio francese, si avvicina i moti rivoluzionari. Faber racconta, tramite il susseguirsi delle canzoni, la storia di questo impiegato, il suo dissidio tra l’adesione alla causa e la conservazione del proprio individualismo, fino alla sperimentazione, fallita, della via della violenza e all’incarcerazione. Nella mia ora di libertà sopraggiunge proprio in questo momento, quando l’impiegato si trova in prigione e qui, guardando gli altri condannati come lui, prende coscienza del bisogno di una lotta comune, finendo per guidare una ribellione in carcere proprio grazie all’unità d’intenti con gli altri prigionieri.
Una serie tv ispirata a questo famosissimo brano di Fabrizio De André potrebbe adattare l’intero disco, che offre una storia interessantissima e ricca di spunti, andando a culminare proprio in quest’ultima traccia, con la ribellione in prigione e l’adesione dell’impiegato al movimento collettivo di protesta, in virtù della sua rinuncia all’individualismo. Sarebbe anche questa una serie tv davvero grandiosa, come quelle che si possono immaginare dalle altre citate canzoni di Fabrizio De André e da molte altre nella sua sterminata discografia.