Il nostro viaggio tra le componenti del fantasy moderno, mutuate dall’epica classica, prosegue con l’analisi di un elemento talmente preponderante la cui centralità ha dato vita a un vero e proprio sottogenere. Si tratta della città, una delle possibili ambientazioni della narrativa fantasy, la cui presenza è strettamente legata a questo specifico sottogenere che si sviluppa per tutto il Novecento e che si afferma soprattutto a partire dagli anni Ottanta, divenendo al giorno d’oggi un campo narrativo estremamente battuto.
Stiamo parlando chiaramente dell’urban fantasy, sottogenere che prevede l’ambientazione cittadina, in aperto contrasto con le canoniche cornici del genere, che invece rappresentano solitamente mondi immaginari e dal respiro più ampio, d’impianto fortemente medievale. L’urban fantasy invece colloca le azioni in contesti cittadini, quasi sempre reali, ma talvolta anche fittizi pur se basati comunque su modelli reali, e risente moltissimo della contaminazione col romanzo moderno, affermandosi come una sorta di sviluppo contemporaneo del fantasy, anche se sembrerebbe più una tendenza alternativa che una deriva.
Ad ogni modo, l’urban fantasy è ormai un sottogenere dominante e la sua presenza si risente molto anche nelle serie tv, pur se con meno spregiudicatezza rispetto ai libri. Le specifiche di questo format narrativo portano all’adozione di determinati schemi e al rispetto di alcune condizioni, che orientano in maniera netta il racconto. Nonostante la sua affermazione recente e legata a formati più moderni, anche l’urban fantasy, come il suo genere originario, mantiene chiari legami con l’epica classica e questi sono visibili proprio tramite l’analisi dell’evoluzione dell’elemento centrale di questo sottogenere: la città.
Le città prima del fantasy moderno
Non è chiaramente un caso se l’urban fantasy è un sottogenere moderno e sviluppatosi nel corso del Novecento. Salvo qualche rara eccezione, Il XX secolo è cruciale per lo sviluppo della città moderna, che nei suoi massimi esempi, quali Londra o Parigi, inizia a formarsi ovviamente già prima, ma che come modello comincia a essere dominante proprio nel corso del Novecento. Il volto del pianeta cambia, le città iniziano a segnare la scena e di conseguenza s’impongono nell’immaginario collettivo, entrando con potenza anche nei formati narrativi, pure quelli, come il fantasy, più lontani da una cornice del genere.
Prima di questo grande sviluppo, però, esistevano ovviamente delle città e anche molto importanti. Non avevano il volto moderno di oggi ed erano degli esemplari più unici, ma fin dall’antichità i popoli hanno allestito grandi città e la loro centralità si percepisce anche nei poemi epici. I tre grandi scritti dell’antichità, ovvero i poemi omerici e l’Eneide, hanno al centro del racconto proprio una città: l’opera di Virgilio narra la fondazione di Roma, mentre quelli di Omero la conquista di Troia e il ritorno di Odisseo a Itaca. La città è ciò che muove i fili di questi racconti, anche se poi in realtà appare poco come ambientazione vera e propria. Nell’Iliade e nell’Odissea Troia e Itaca sono la cornice solo parziale del racconto, nell’Eneide Roma ancora non c’è. Ciò che conta, comunque, è sottolineare come la città sia determinante nell’orientare le azioni degli eroi: una tendenza che ritroveremo in pieno nell’urban fantasy.
Le grandi città dell’antichità scompaiono o comunque diminuiscono la loro importanza nel medioevo, prima dell’avvento della modernità e della nascita poi delle prime metropoli. Anche nel poema cavalleresco, però, troviamo ancora la città, in particolare una, come motore dell’azione: si tratta di Gerusalemme, la Terra Santa che i guerrieri crociati difendono all’attacco dei musulmani. L’esempio più calzante in tal senso è chiaramente la straordinaria Gerusalemme Liberata di Torquato Tasso, ma troviamo tantissime variazioni sul tema, con sempre la difesa di questa città come motore dell’azione.
Da questi esempi forniti dall’epica classica possiamo notare una funzione specifica delle città, che non è tanto quella di cornice dell’azione, ma di sua causa scatenante. Di fatti, senza Troia, Itaca, Roma e Gerusalemme queste quattro opere fondanti del genere umano che abbiamo citato non avrebbero avuto luogo. L’urban fantasy, come vedremo presto, riprende in pieno questa peculiarità, rendendo però la città anche contesto d’azione, aggiungendo di fatto questa fondamentale componente in più.
Il nuovo ruolo della città
Abbiamo sottolineato come nella nascita di questo sottogenere abbiano giocato, chiaramente, un ruolo decisivo lo sviluppo e l’affermazione delle città moderne. Questo stravolgimento ha un impatto decisivo non solo a livello urbanistico e sociale, ma cambia completamente la concezione della città e della vita stessa, che assume con le metropoli dei nuovi connotati. Progressivamente, la città inizia a porsi sempre più in netto contrasto con gli ambienti rurali, sviluppando anche delle contrapposizioni nette, e spesso fuorvianti, che contribuiscono a stereotipare i due paesaggi, creando proprio due mondi paralleli. Da un lato la città, frenetica ma dissoluta, moderna ma diabolica, e dall’altra la campagna, calma e rilassata, ma anche compassata e anacronistica.
Questa forte contrapposizione si riflette anche in letteratura e la città diventa una componente fondamentale del romanzo moderno, che si stacca anche grazie a questa evoluzione da generi più antichi. A differenza del romanzo cavalleresco o epico, ad esempio, quello moderno rigetta abbondantemente quell’ambientazione mitica e rurale, che oggi possiamo definire medievale, e che confluisce in pieno nel genere fantasy. Data la sua discendenza diretta con l’epica, il fantasy ha a lungo mantenuto queste direttrici e rifiutato l’ambientazione cittadina, ma i tempi moderni e le contaminazioni hanno cambiato tutto.
Il fantasy moderno, a un certo punto, decide di prendersi anche questa ambientazione, facendo un passo verso il romanzo moderno e dando il via alla nascita dell’urban fantasy. La città, però, non è più solo motore dell’azione, ma si fa anche cornice e ciò porta a tutta una serie di cambiamenti e costrizioni narrative importanti. Il respiro del racconto diventa più sincopato, il tempo meno sfumato e la convivenza con il tessuto urbano porta ad alcune scelte narrative dovute, come il mascherano delle forze magiche, il ragionamento dell’impatto sul mondo reale e la tendenza a narrare gli eventi al presente, per facilitare la narrazione che sennò sfocerebbe nella fantascienza con un’ambientazione futuristica o perderebbe di senso con un occhio al passato.
La presenza di queste forti direttrici ha fatto si che l’ambientazione urbana diventasse un vero e proprio sottogenere e così, soprattutto dagli anni Ottanta del Duemila, l’urban fantasy si è affermato come una realtà ben delineata, che può vantare oggi una sua narrativa molto ricca, soprattutto a livello letterario. Pure le serie tv hanno guardato a questa nuova realtà, prendendo però una direzione ben precisa, ovvero quella di prediligere piccoli centri piuttosto che grandi città, anche in questo caso per esigenze narrative e per garantirsi maggiore libertà. Nella serialità televisiva, dunque, l’urban fantasy non è sviluppato e deciso come in letteratura, ma è un sottogenere ben presente, di cui ora andremo ad analizzare alcuni esempi fondamentali.
L’urban fantasy moderno nelle serie tv
Abbiamo detto che nel panorama seriale, l’urban fantasy si sia sviluppato soprattutto intorno a piccoli centri, spesso fittizi, che però si pongono in linea diretta con le grandi città che caratterizzano sia l’epica classica che la narrativa contemporanea. Un massimo esempio è, ovviamente, la Sunnydale di Buffy, la cittadina che sorge sopra la bocca dell’inferno e che quindi convoglia le grandi forze del male. Qui, come nell’epica, la cittadina è la ragione che muove l’azione, perché in un’altra cornice, senza bocca dell’inferno, non ci sarebbero state tutte le creature che popolano la serie tv, ma è anche la cornice dove si svolge l’azione ed è talmente importante da diventare anch’essa un riferimento importante, senza limitarsi a fare da sfondo.
Un discorso simile può essere fatto per la Mystic Falls di The Vampire Diaries, luogo dove di fatto nascono in vampiri e che quindi convoglia tutta l’azione. Queste cittadine, così come altre quali la Greendale di Chilling Adventures of Sabrina o la Beacon Hills di Teen Wolf, sono tutti centri che si pongono in aperto contrasto con gli eventi che si verificano, perché sembrano placide cittadine di provincia, dove la vita sembra poter scorrere calma e senza sussulti. Questa dimensione ricorda molto quel contrasto tra città e campagna di cui si parlava e questa scelta sembra voler creare un ponte tra il fantasy tradizionale e l’ambientazione urbana. La città in queste prime serie tv ha i connotati della cornice rurale: è tessuto urbano, ma con le caratteristiche degli ambienti medievali che dominano la narrativa fantasy. È un compromesso volto ad accogliere delle novità, ma senza stravolgere la tradizione.
Il vero e proprio urban fantasy arriva anche nel mondo delle serie tv con altri prodotti, tra cui l’adattamento di una delle saghe letterarie di questo sottogenere più amate e celebri: Shadowhunters. L’adattamento seriale dei romanzi di Cassandra Clare non ha avuto la risonanza e il successo dell’equivalente cartaceo e a concorrere a questo mancato riconoscimento c’è proprio la carente caratterizzazione della cornice newyorkese, fondamentale nella saga. Più decisa invece è l’ambientazione losangelina di Lucifer, serie in cui vediamo deciso il carattere dell’urban fantasy e non a caso Los Angeles concorre maggiormente alla riuscita di Lucifer rispetto a New York a quella di Shadowhunters.
Al di là delle dimensioni del centro, comunque, non c’è concettualmente una grandissima differenza tra queste diverse tipologie di esempi che abbiamo fornito. La città nel fantasy moderno seriale, che sia una piccola cittadina fittizia o una grandissima metropoli, mantiene sempre il suo ruolo di motore e di cornice dell’azione, mostrando il suo doppio retaggio sia dall’epica che dal romanzo moderno. La sensazione è che in questo campo le serie tv debbano ancora dire la loro, con un’ambientazione urbana più spregiudicata e netta, che vada oltre la comunque convincente Los Angeles di Lucifer. Ad ogni modo, è chiaro come ormai l’urban fantasy rappresenti una tendenza dominante anche nel panorama seriale, in attesa della sua consacrazione e di una maggiore distinzione dal fantasy moderno d’impianto tradizionale, già ben presente in letteratura. È altrettanto chiaro come, pur con un percorso più sfumato, anche questa componente attinga a piene mani dall’epica classica e dal poema cavalleresco, andando a rinforzare questo stretto legame che da mesi stiamo ormai sviscerando e che ha ancora diversi elementi da approfondire.