UFO fobia, alieni, il panico dei dischi volanti: una delle manie che impazzavano negli anni ’70, quando il genio di Steven Spielberg produsse Incontri ravvicinati del terzo tipo, caposaldo del genere Sci-Fi o ancora la serie Project Ufo e UFO, prodotte entrambe tra il 1970 e il 1979. Questo è il terreno d’indagine presente in Fargo, attraverso il suo intelligente e geniale utilizzo dell’elemento fantascientifico.
Non bisogna pensare a Fargo come una storia sull’invasione aliena o sul mondo degli extra-terrestri tout-court ma come uno degli elementi che lo contraddistinguono, che fanno da sfondo a vicende ben più paradossali, divenute con il tempo iconiche. La serie infatti ripropone in maniera diversa, ma senza stravolgimenti, l’omonimo film Fargo dei fratelli Coen (Joel e Ethan) del 1996, ormai divenuto un cult grazie al cast stellare: una straordinaria Francis Mc.Dormand e la coppia di squattrinati sicari Steve Buscemi e Peter Stormare.
Vediamo allora in che modo Keith Gordon, Noah Hawley, Dearbhla Walsh, Dana Gonzales, produttori delle 4 stagioni della serie Fargo, hanno utilizzato sapientemente l’elemento fantascientifico.
Fargo e l’espediente della paranoia ufologica
Chiunque di voi abbia visto le 4 stagioni di Fargo saprà sicuramente che il periodo in cui è ambientata l’intera pellicola è quello degli anni ’70, precisamente nella cittadina di Fargo in North Dakota. Le prime due stagioni possono a pien diritto essere viste in maniera interscambiabile, perchè la seconda è un antefatto della prima, in poche parole nella 2 la protagonista Molly Solverson della 1a stagione è una bambina.
Ma andiamo per ordine. Nella prima stagione ci imbattiamo in 3 personaggi principali, tra cui spicca il personaggio di Molly Solverson che ha molte caratteristiche in comune con la poliziotta rappresentata dalla Mc.Dormand nel Fargo del 1996, anche la criminalità della stagione e il modo in cui il killer Lorne Malvo agisce è molto lineare e rispecchia i toni del film. Non abbiamo molti richiami ad elementi soprannaturali degni di nota, se non per alcuni accenni nascosti presenti in cartelloni pubblicitari (poster con i pesciolini ”E se tu avessi ragione e loro torto?”).
La situazione cambia nella 2a stagione, dove invece l’espediente fantascientifico inizia a farsi sentire prepotentemente. Per prima cosa occorre inserire un elemento che fa da sfondo alle intere 4 stagioni di Fargo, ovvero la presenza di una famiglia di malavitosi che si scontra inevitabilmente con la tranquillità cittadina e, in particolare, con la coppia dei Blumsquit nella 2a stagione, Peggy ed Ed. Fin da subito appare chiaro che l’ufologia è padrona e si insinua aggressivamente nelle vite dei cittadini, tant’è che uno dei malavitosi, credendo di vedere nel cielo strani oggetti luminosi, viene investito da Peggy (Kristen Dust).
Tutto questo riesce alla perfezione grazie a una fotografia degna di nota che ricorda la fotografia di Steven Spielberg e quella di film come Super 8, molto più tardo di J.J. Abrams.
Un mondo dominato dal caso e… dal caos
Il caso e il caos sono due pilastri che dominano da sempre il panorama cinematografico, è un espediente perfetto per dare alla pellicola la giusta dose di pepe. Questi due elementi sono spesso accostati, tanto da parlare di grammatica dell’indeterminismo (un’unione tra esoterismo e contingenza).
I fratelli Coen con il film del 1996 lo avevano già sperimentato accostando situazioni divenute iconiche proprio per la loro assurdità e imprevedibilità; i direttori della serie avrebbero potuto stravolgere l’originale puntando su sequenze più prevedibili, ma questo non è (fortunatamente) successo. Fargo, la serie, propone nelle sue 5 stagioni lo stesso humor del film, con i personaggi legati tra loro per via della casualità e della caoticità.
Il killer che fa una strage, scappa e credendo di vedere un ufo viene investito, la donna che lo investe e che vuole trasgredire alle regole inimicandosi una famiglia mafiosa, i mafiosi che non sanno tra di loro chi combattono o per cosa, sono solo alcuni degli elementi che contraddistinguono Fargo. Il tutto incorniciato da una messa in scena dominata dal sottile e magistrale elemento fantascientifico, lo stesso caso che qui viene proposto è l’identificazione di oggetti volanti e paranormali.
L’espediente fantascientifico si esplica nelle più piccole cose, dai cartelli pubblicitari al modo in cui si comportano i personaggi, sempre in bilico tra ilarità e serietà, frutto di una società – quella del Minnesota – di persone semplici ed educate, talvolta credulone (quasi al limite della demenza). Questo atteggiamento è quello che viene comunemente definito Minnesota Nice, stereotipo culturale attribuito agli abitanti così educati e ben voluti del Minnesota.
Dulcis in fundo, il romanzetto di Ennis Stussy
Ennis Stussy, o dovrei dire Thaddeus Mobley, è uno dei personaggi della 3 stagione di Fargo, in quest’ultima gli eventi sono ancora nel Minnesota prima di spostarsi a Kansas City.
Nell’episodio 3×03 scopriamo che il patrigno della poliziotta Gloria, deceduto per errore, è in realtà Thaddeus Mobley, autore di romanzetti di fantascienza, famosi nel periodo per via della fobia degli alieni e della comparsa nel cielo di oggetti non identificati. Lo scrittore è lo stereotipo di un uomo (morto da vecchio) rimasto sepolto per lungo tempo in un paese freddo e isolato come il Minnesota, intrappolato nei ricordi e schiavo di una giovinezza ormai passata.
Senza entrare nei particolari della 3 stagione di Fargo, vediamo come il dualismo tra vecchie e nuove generazioni rappresentato dai gemelli Stussy ci porti davanti a una realtà che era quella degli anni ’70 e lo è tutt’ora in alcuni paesi sperduti e isolati.
In questo senso è importante cogliere nell’elemento fantascientifico come un elemento di passaggio, come età di mezzo tra gioventù e vecchiaia. Il mondo di Fargo è un mondo di dualismi, di contraddizioni ma senza dubbio ci racconta una storia di vita attraverso un’indagine psico-sociologica di una società, quella del Minnesota e del Kansas City.