Guardare una serie non significa fruirne passivamente. Magari con la tv o il computer in sottofondo mentre cuciniamo o facciamo qualunque altra cosa la nostra giornata necessiti. Guardare una serie significa essere parte di una storia. Significa entrarci con tutta l’incertezza di chi non sa cosa si ritroverà davanti. Per poi arrivare a fremere per guardare un episodio appena si ha un momento libero. Puntata dopo puntata cominciamo a comprendere le dinamiche, a orientarci nell’ambientazione, ad affezionarci ai personaggi. A sentire le vicende come nostre, facendo il tifo per chi amiamo e sperando di far arrivare tutto il nostro odio a chi non sopportiamo.
In un tale contesto, in cui nel racconto “ci siamo” anche noi, i finali delle serie tv non possono che essere un momento di difficoltà. Lo sono sempre, ognuno a modo suo e per le sue specifiche ragioni. Ci sono i finali detestabili perché arrivano al momento sbagliato. A volte troppo presto, a volte troppo tardi, ma sempre con un tempismo di m***a. Ci sono quelli che non sono veri finali e non danno una vera e propria conclusione. Quelli in cui ad averla vinta non è chi vorremmo.
Ma tra i finali delle serie tv che più detesto ci sono loro: quelli che rovinano i personaggi.
In alcuni casi amati fin dal primo episodio, in altri guardati prima con sospetto per poi cambiare nel tempo, sono tanti i personaggi la cui evoluzione è stata presa e buttata in un secchio dell’indifferenziato sul finale di serie. Abbiamo visto e purtroppo continuiamo a vedere tante, troppe evoluzioni profonde di personaggi che proprio all’ultimo momento sembrano lasciati al caso. Quasi come se gli sceneggiatori avessero dimenticato tutto il lavoro svolto su di loro o se (ancora peggio) volessero prendersi gioco di noi. Un po’ come se dicessero qualcosa del tipo “Ecco, vi è piaciuta questa maturazione? Scordatevela”. Ma noi, lungi dal dimenticare percorsi che erano oro colato e che poi sono stati sprecati, li ricordiamo insieme qui e ora. Un po’ per esorcizzarli, un po’ semplicemente per lamentarci di quanto il destino con questi personaggi sia stato proprio crudele.
1 – Andy Bernard (The Office)
Perché partire scarichi quando possiamo cominciare questa lista col botto fin da subito? Eccoci allora qui a parlare del finale di The Office e del modo crudele in cui ha concluso la storyline di Andy Bernard. Uno dei personaggi dall’evoluzione più apprezzata. Lo conosciamo all’inizio della terza stagione come collega di Jim nella filiale di Stamford della Dunder Mifflin. A primo impatto, sembra difficile poter empatizzare con lui, fastidioso a volte quasi ai limiti della sopportazione. Ideato per essere un personaggio temporaneo, Andy comincia invece la sua evoluzione dopo il ritorno dalla terapia per la gestione della rabbia. Qui si dimostra sempre più partecipe delle dinamiche aziendali anche una volta arrivato a Scranton.
È lì che ci affezioniamo a lui, che apprezziamo la sua ironia e il suo modo di porsi. Grazie alle sue relazioni con Angela prima ed Erin poi, ne scopriamo il lato bisognoso non solo di attenzioni, ma anche di affetto. Tutto fino alla nona stagione di The Office, più precisamente fino a uno dei finali delle serie tv comedy più emozionanti e contemporaneamente dolorosi di sempre. Assente per buona parte della stagione, mollato da Erin e licenziato dalla Dunder Mifflin, Andy sembra tornare al suo modo di fare delle origini. Quello che ormai sembrava lontano da un pezzo. E con la sua frase conclusiva ci spezza un po’ il cuore, consapevole anche lui di non avere più tutto quello che amava.
2 – Haley Dunphy (Modern Family)
Restiamo nell’ambito delle sitcom in falso documentario con Modern Family, che per 11 meravigliose stagioni ha seguito le vicende di Jay Pritchett & co. In tutti questi anni, i personaggi che abbiamo conosciuto da bambini e adolescenti hanno avuto tutto il tempo di crescere, cambiare. Tempo di evolvere diventando giovani adulti consapevoli. Tra questi percorsi di sviluppo, una menzione speciale va a Haley Dunphy, la figlia maggiore di Phil e Claire. Nelle prime stagioni è rappresentata come la classica adolescente concentrata sull’aspetto fisico, sui ragazzi e sul divertimento. Con il passare del tempo, però, Haley diventa una donna che colleziona esperienze di vita dalle quali sa imparare.
Fallisce il suo percorso al college. Comincia a comprendere le sue vere passioni e a concretizzarle. Capisce che nella vita (e nell’amore) la bellezza non è tutto. Insomma, sembra che Haley stia andando proprio nella direzione giusta. Fino a quando sul finale gli sceneggiatori di Modern Family decidono di farle fare un doppio carpiato all’indietro. Haley torna con il suo ex storico. Resta inavvertitamente incinta di due gemelli e torna a vivere con i suoi. Almeno fino a quando, sul finale di serie, si trasferisce col suo nuovo marito e con i bambini nella casa che era stata di Mitch e Cam. Così, senza un perché, il percorso di Haley sembra interrompersi bruscamente. Lasciando così in noi tanta amarezza per quello che sarebbe potuto essere. Per tutto ciò che una crescita come la sua ci avrebbe ancora potuto regalare.
3 – Rory Gilmore (Una mamma per amica)
Poteva mai mancare Una mamma per amica nella lista di finali delle serie tv che hanno rovinato lo sviluppo di un personaggio? Certo che no, e infatti eccola qui ben presente. Rory Gilmore è uno di quei personaggi che non lasciano indifferenti. O la si ama totalmente, apprezzandone l’indole buona, o la si considera una di quelle persone che passano la vita nel tentativo di sembrare dolci e carine. Salvo però non esserlo per davvero. Lasciando fare a voi le considerazioni personali del caso, comunque la si pensi non si può negare l’evoluzione che Rory compie durante le 7 stagioni di Una mamma per amica. Senza includere il revival, ovviamente, cosa che sarebbe quasi un crimine.
Da ragazzina con la testa perennemente sui libri, Rory si scontra con il mondo reale. Quello in cui arrivano anche le delusioni, le indecisioni e i no, anche se – diciamolo – ha anche la fortuna di avere un paracadute piuttosto grosso. La si ami o la si odi, nel corso di Una mamma per amica Rory cresce. Almeno fino a quando la serie non giunge verso il termine. Da un certo punto in poi, infatti, è il delirio. Nell’ultima stagione della serie quello che troviamo in Rory è il 99% delle volte indecisione, dubbi. O ancora incapacità di prendere delle decisioni di cui non si pente due giorni dopo.
E tuttavia sembra che il mondo continui a girare sempre nel verso giusto per lei, dato che le arriva quasi dal nulla la possibilità – ricordiamolo, da neolaureata – di seguire la campagna di Obama per un giornale online. Ok, va bene tutto cara Amy Sherman-Palladino, ma anche meno.
4 – Stefan Salvatore (The Vampire Diaries)
Stefan o Damon? Damon o Stefan? Questo è l’eterno dilemma degli spettatori di The Vampire Diaries, la scelta tra i due fratelli vampiri che per 8 stagioni ha tenuto nel dubbio tutti noi ma soprattutto la protagonista della serie, Elena. Una scelta che, data la presenza della serie e del personaggio di Stefan in questa lista, palesemente sul finale propende verso Damon. Ma andiamo con ordine. Tra i due fratelli Salvatore, Stefan è quello che in un primo momento sembra essere più buono e gentile, anche se in realtà la sua indole di squartatore in più di un’occasione torna in ballo.
Il suo percorso nella serie è molto travagliato (stiamo parlando di The Vampire Diaries, cosa ci aspettavamo?!) ma Stefan coglie diverse possibilità per dimostrare di voler essere la versione migliore di sé, desideroso di una vita serena e capace anche di dire addio alla persona che ama quando pensa che questa possa essere la scelta migliore per lei. Si sacrifica per Josie e Lizzie mettendosi praticamente al servizio del diavolo – ecco, questo non è uno dei suoi periodi migliori -, ma una volta riacquistata la propria umanità Stefan sembra anche accettare l’idea di essere ormai mortale e di non dover affrontare per forza tutte le sue difficoltà da solo.
Tutto bene, direte voi. E invece no, perché il finale della serie ci consegna, oltre al suo matrimonio, anche la sua morte. Un’enorme contraddizione questa scelta narrativa, perché parliamo pur sempre di una delle morti più emozionanti e sconvolgenti della serie. Un colpo di scena che, preso singolarmente, ha il suo grande valore scenico ed emotivo. Ma qualcosa non ci torna. Certo, si sacrifica per un bene superiore, ma muore. E questo decreta la fine di un’evoluzione che sembrava portare da tutt’altra parte, rispetto alle sue scelte (umane).
5 – Dean Winchester (Supernatural)
Tra i finali delle serie tv che hanno rovinato lo sviluppo lungo stagioni e stagioni di un personaggio non può di certo mancare Supernatural con il modo in cui ha concluso il percorso di Dean Winchester. Dean è insieme a suo fratello Sam il protagonista della serie, cresciuto da suo padre per essere un cacciatore del soprannaturale. A causa della sua personalità sembra prendere la cosa con un’ironia che sembra quasi immaturità rispetto al modo di essere di suo fratello, anche se fin da subito si può scorgere in lui una necessità familiare e di rapporti umani molto forte.
Le 15 stagioni di Supernatural danno più volte a Dean la possibilità di mettersi in gioco, di dimostrare la sua forza ma anche il suo spirito di sacrificio, rendendolo uno dei personaggi con l’arco narrativo più complesso e completo della serie. Ma a volte i finali delle serie tv sanno essere molto ingiusti e questo Dean Winchester lo sa bene, dato che viene ucciso in battaglia dai vampiri. È così che si conclude il suo viaggio, accettando la morte e con un commovente saluto al fratello, che ritroverà solo dopo la morte di lui in seguito a una vita lunga e felice.
6 – Justin Foley (13 Reasons Why)
Partiamo da un presupposto: a mio modesto parere 13 Reasons Why avrebbe dovuto avere un’unica stagione – la prima -, la sola ad avere un vero senso logico. Nel mio personale universo parallelo il finale di questa serie e il personaggio di Justin Foley non sono in questa lista ma magari in qualche classifica dal titolo “Le 10 migliori miniserie sul catalogo Netflix” o qualcosa di simile. E invece no, sono proprio qui. In 13 Reasons Why tutto parte da “quel sorriso, quel maledetto sorriso“, e il sorriso in questione è proprio quello di Justin Foley, colui che con il suo comportamento mette in moto il circolo vizioso attorno al quale si articola la prima stagione della serie.
Justin è un ragazzo tormentato e complicato che fin dal principio commette errori su errori (uno tra tutti, è a conoscenza del fatto che la sua ragazza sia stata stuprata ma non glielo dice), ma che nel tempo riesce a trovare una sorta di redenzione. Dopo essere diventato un senzatetto va a vivere con Clay, comincia ad aprirsi e noi cominciamo ad apprezzarne il percorso, anche se continua a lottare con le proprie difficoltà e la sua dipendenza. Ed è proprio questa dipendenza, sul finale di serie, a decretare la fine del personaggio: Justin scopre di avere l’AIDS quando è ormai troppo tardi per tenere la malattia sotto controllo e muore a causa di un’infezione poco prima del diploma. Cosa che contribuisce a rendere quello di 13 Reasons Why uno di quei finali delle serie tv che noi spettatori (e anche Justin) proprio non meritavamo.
7 – Effy Stonem (Skins)
Abbiamo cominciato in bellezza con The Office e mi sembra giusto concludere in altrettanta bellezza con Skins, in particolare con il modo in cui il suo finale di stagione conclude l’arco narrativo di Effy Stonem. Protagonista di spicco della serie, colei alla quale sono dedicati più episodi, Effy è la sorella minore di Tony Stonem. All’inizio del suo percorso è una ragazza tendenzialmente fredda e molto provocatoria, ma come per la maggior parte delle personalità più complesse la sua irriverenza nasconde un lato sensibile e profondo.
Un lato, non esente da momenti di vera e propria depressione, che stagione dopo stagione si fa sempre più visibile e palese. Il suo sviluppo non è mai rapido e inaspettato, ma il frutto di un percorso lento, costante e coerente. E forse proprio per questo il modo in cui Effy conclude Skins fa ancora più male. Dopo averla vista aprirsi per 7 stagioni, la vediamo nell’auto della polizia pronta per la prigione, dopo una stagione alle prese con scelte tendenzialmente sbagliate e drammi finanziari aziendali. È così che si conclude il suo viaggio ed è così che si conclude questa lista: che dire, sto ancora soffrendo.