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10 Serie Tv che avrebbero avuto bisogno di una stagione in più

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Il vero divoratore di serie tv ha paura solo di due cose: un finale pessimo e una cancellazione improvvisa. Quando si arriva all’ultima puntata ci prepariamo al momento con solennità e tanto più abbiamo amato la serie, tanto più prenderemo sul serio il momento da dedicare alla sua conclusione. Faremo caso a tutti i dettagli, analizzeremo ogni dialogo, ci sforzeremo di ricordare le varie storyline rimaste aperte per assicurarci di aver avuto tutte le risposte, compiacendoci nel caso qualche nostro pronostico si riveli esatto. Appena compaiono i titoli di coda abbiamo già in mano il telefono per rassicurarci su un eventuale rinnovo. Quasi sicuramente hanno fatto così anche tutti i fan di Firefly, un po’ insoddisfatti per il finale aperto, ma per questo, certi del rinnovo per una seconda stagione. Insomma è scritta dallo stesso autore di Buffy, sarà di sicuro un successo.

E poi arriva quel momento lì, quello in cui scopri che tutte le domande che avevi in testa non riceveranno mai risposta, perché la serie è definitivamente irreversibilmente e irrevocabilmente finita. Oppure, forse peggio, il finale è insoddisfacente, frettoloso, non racconta niente di quello in cui si sperava o non lascia spazio per sapere qualcosa di più su una storia che, forse, non si era ancora pronti per chiudere.

I fan di Firefly non sapranno mai cosa sarebbe potuto accadere all’equipaggio della Serenity, ma non sono i soli.

Ecco qualche esempio di serie per le quali avremmo voluto un pugno di episodi in più.

1 Nana

Nana è una serie Anime che deriva dall’omonimo manga di Ai Yazawa. La storia gira intorno a due ragazze con lo stesso nome, (anche se una delle due verrà soprannominata Hachi), ma con personalità e vicende personali diametralmente opposte. Nana racconta uno spaccato di vita, fra amori e amicizie, a tempo di musica rock, per lo meno finché una delle protagoniste non scompare. Gli ultimi episodi ci premettono di vedere come la vita di Hachi, e di tutti i personaggi che hanno gravitato intorno a queste due ragazze, si avvicinino a una specie di epilogo, ma ne rimane esclusa proprio Nana. È una delusione constatare che in realtà un finale vero e proprio non arrivi mai. Si rimane con il fiato sospeso davanti a un opera che con ogni probabilità rimarrà per sempre incompiuta. La sua autrice infatti sembra affetta da invalidanti problemi di salute e quindi impossibilitata nella scrittura della conclusione della sua opera. Allo stesso tempo non ha mai fatto sapere quali fossero le sue intenzioni a proposito del destino delle sue due Nana e quindi, niente finale. Peccato, questo anime, considerato quasi un cult fra gli amanti del genere, aveva saputo raccontare i vent’anni in maniera appassionata e struggente come solo i ventenni sanno essere.

2 Unorthodox

Miniserie che ci permette di dare una sbirciatina nelle tradizioni della comunità ebraica ultraortodossa, Unorthodox ci fa stare con l’ansia per 4 puntate. Ci si chiude lo stomaco per l’orribile matrimonio combinato, soffriamo con Esther durante la rasatura dei capelli, abbiamo il cuore in gola mentre scappiamo con lei da Williamsburg e non ci rilassiamo nemmeno una volta arrivati all’aeroporto di Berlino. Siamo schifati dall’atteggiamento di Moishe e non sappiamo se arrabbiarci o impietosirci per lo sprovveduto marito Yanky. Facciamo il tifo per lei, vogliamo vedere il suo riscatto, vogliamo che abbia la vita che ha sempre sognato. E quando finalmente cominciamo a rilassarci pensando che sia tutto finito e che potremmo finalmente vedere come Esther saprà ricostruire se stessa e la sua vita, partono i titoli di coda. E sono definitivi, non avremmo mai il piacere di sapere come se la caverà dopo, se veramente smetteranno di darle il tormento e le permetteranno di vivere da donna libera. Non sapremo mai se la musica diventerà la sua vita, se Berlino sarà la sua casa, se sua madre le sarà per sempre vicina. Pensata come una miniserie, rimane una miniserie e per quanto a molti sarebbe piaciuto, non esisterà mai un secondo capitolo. Anche in questo caso è un vero peccato, perché Unorthodox sembrava un prodotto di qualità e così ci rimane l’amaro in bocca di una possibile occasione sprecata.

3 Una Mamma per Amica – Di Nuovo Insieme

Nelle sue prime sette stagioni Una Mamma per Amica ci aveva stordito con i memorabili botta e risposta fra Lorelai e Rory, ci aveva illuso di poter mangiare tutto il cibo spazzatura che ci pareva senza conseguenze, ma soprattutto che il burbero barista della cittadina avrebbe sposato la protagonista. Il finale arriva in maniera un po’ frettolosa e non davvero soddisfacente per i fan e così, a circa otto anni di distanza, arriva l’ottava stagione che ha quasi il sapore di un revival. Ritroviamo i cittadini di Stars Hollow più o meno nelle condizioni in cui li avevamo lasciati e viviamo un anno insieme a tutti loro in 4 puntate da 90 minuti ciascuno. Tutto simpatico, tutto patinato, tutto per bene, tutto come ce lo ricordavamo. I fan si sono sentiti rassicurati nella loro speranza di avere un degno finale a questa storia. E fu così che vennero colpiti alle spalle: il finale è aperto anche nell’ultima stagione di Una Mamma per Amica e non sembrano essercene altre all’orizzonte.

4 My Name is Earl

A ogni azione corrisponde una reazione, principio della fisica, ma come ben ci spiega la serie My Name is Earl, anche del Karma. Vive alla giornata Earl, con qualche furto e qualche imbroglio, anzi come la chiama lui, qualche bastardata. Non può credere alla sua fortuna quando vince cento mila dollari al gratta e vinci e infatti fa bene, perché nel momento immediatamente successivo verrà investito da un auto e perderà il biglietto vincente. Perché il Karma è così, se ti comporti male di capita qualcosa di brutto e se ti comporti sempre male ti capiterà qualcosa di bruttissimo. La serie è divertente e ci mostra come Earl cerchi di riequilibrare il suo conto personale con il Karma, andando alla ricerca di tutte le persone con le quali non si è comportato bene, nel tentativo di rimediare. Esattamente come i fan di Firefly, anche quelli di My Name is Earl stanno belli tranquilli, facendosi forti della sceneggiatura e della produzione a cura di nomi importanti. Esattamente come i fan di Firefly, anche quelli di My Name is Earl si troveranno di fronte all’inaccettabile verità. Senza preavviso né avvisaglia alcuna, la serie viene cancellata. Non c’è epilogo per questa serie, sarebbe interessante sapere chi fra gli spettatori ha il karma così pesante.

5 The Whispers

Firefly e le serie che avrebbero pisogno di un'altra stagione

A metà fra i Visitors e E.t., The Whispers aveva alzato le aspettative del pubblico annoverando fra i suoi produttori nomi del calibro di Steven Spielberg. La serie è intrisa di mistero, non si capisce dove voglia andare a parare, quale sia il filo conduttore di tutti questi inspiegabili avvenimenti, che sembrano coinvolgere esclusivamente i bambini. Con il susseguirsi degli episodi si intuisce che questa forza aliena riesce a comunicare in maniera apparentemente telepatica e che probabilmente gli intenti non sono pacifici. Insomma una di quelle serie che ti obbliga a restare incollato al divano settimana dopo settimana, anche solo per vedere se avevamo fatto ipotesi sensate o se invece fossimo del tutto fuori strada. E purtroppo anche in questo caso non lo sapremo mai, la serie viene cancellata proprio quando eravamo nel vivo della storia, pronti a scoprire qualcosa in più su questi misteriosi sussurri. The Whispers e i suoi piccoli protagonisti non vedranno mai una seconda stagione e di conseguenza noi non avremmo mai le idee un po’ più chiare su questa vicenda.

6 The Knick

Firefly insegna: non bastano un umorismo strano e un mix di generi inaspettato, nessuna serie ha la certezza assoluta di essere esente da cancellazione. E infatti un’altra ottima serie che assume il retrogusto amaro del rimpianto è sicuramente The Knick. Diretta da Soderbergh e interpretata da Clive Owen, questa serie sembra essere la versione primi Novecento di Dott. House. Viene raccontata la storia del brillante chirurgo John Thackery che se da una parte può essere considerato un avanguardista nella sua disciplina, dall’altra ha una personalità eccentrica e una discreta dipendenza da cocaina. The Knick racconta gli albori della medicina e in un certo senso anche del sistema sanitario americano. È interessante, accurata forse anche un po’ cruda. Il carisma di Clive Owen chiaramente non si discute. Avremmo voluto saperne di più, avremmo voluto vedere come si concludeva la storia del visionario dottor Thackery e di tutti i personaggi che girano intorno all’antico Knickerbocker Hospital, ma niente di fatto. Così, sul più bello di un auto intervento chirurgico, con il protagonista praticamente in fin di vita e svariate storylines lasciate in sospeso, la serie viene sorprendentemente cancellata, lasciandoci per sempre sospesi, senza certezze, in quell’anfiteatro che circonda la sala operatoria.

7 Firefly

Firefly

Firefly e il contrabbando interstellare hanno appassionato migliaia di fan per solo una stagione. La storia racconta di questa piccola navicella spaziale di classe Firefly, battezzata Serenity, e del suo equipaggio. A metà fra il western e la fantascienza, il destino di questa serie viene compiuto alla fine della prima stagione. Strano, perché non solo Firefly fu d’ispirazione per un film e anche per un gioco di ruolo, ma perché rimane a tutti gli effetti, una bella serie, a suo modo divertente e intelligente. Il mix di generi, l’umorismo insolito, i personaggi a dir poco assurdi, a partire proprio dal capitano Mal. Insomma gli ingredienti perché Firefly condividesse non solo l’autore, Joss Whedon, ma anche il destino di una serie storica come Buffy, c’erano tutti, ma purtroppo le cose sono andate diversamente. La Fox non è mai sembrata del tutto convinta del prodotto e decise di non rinnovarla. Una stagione in più ci sarebbe stata proprio bene, perché nonostante gli episodi fossero in un certo modo autoconclusivi e mostrassero praticamente la routine per la sopravvivenza della Serenity, si poteva chiaramente leggere fra le righe che il suo autore avesse in mente un quadro generale molto più ampio, che noi ignoreremo per sempre.

8 Battlestar Galactica

firefly e battlestar galactica

Come in Firefly, anche Battlestar Galactica ci permette un viaggio nello spazio. Remake dell’omonima serie di fine anni settanta, Battlestar Galatica è una serie tv che per quattro stagioni non ha fatto altro che mietere un successo dopo l’altro. Premi e riconoscimenti arrivavano a pioggia e il pubblico andava in visibilio per questa serie che, grazie a un accurato lavoro di montaggio, ti permetteva di sentirti davvero parte dell’equipaggio di una navicella spaziale, quasi ci si trovasse protagonisti di un documentario. La serie rimane un ottimo prodotto fantascientifico in cui si raccontano le vicende umane (e non) di dodici diversi pianeti. Sembrava funzionare tutto bene: la storia era avvincente, i personaggi carismatici, gli effetti speciali quasi da cinema, eppure alla fine della quarta stagione, la serie viene cancellata. Sembra che già nell’ultima stagione qualcosa avesse cominciato a scricchiolare a causa di una preponderante presenza divina, che pare facesse accadere le cose quasi per miracolo e non più con valide spiegazioni scientifiche. Peccato, la serie resta un ottimo prodotto per gli amanti del genere e in fondo qualche puntata in più avrebbe forse aiutato a fare maggiore chiarezza sugli avvenimenti narrati.

9 I Am Not Okay with This

i'm not ok with this

Per Netflix teenager e atmosfere un po’ nostalgiche degli anni ’80/’90 sono l’equivalente di una gallina dalle uova d’oro. Ma se Stranger Things è stato un successo clamoroso (qui le ultime notizie in proposito), lo stesso non si può dire per I Am Not Okay with This. La serie racconta la difficile adolescenza di Sidney che, ai normali problemi di tutti gli adolescenti, aggiunge anche la pessima gestione di superpoteri, che sembrano esplodere in concomitanza delle sue emozioni più forti. La serie riceve per lo più critiche positive e l’effetto nostalgia fa anche la giusta presa sul pubblico che si appassiona alla prima stagione della serie. Purtroppo però, con le sole fumose spiegazioni fornite dall’emittente, la serie viene cancellata al termine del suo settimo episodio. Non è chiaro se i costi fossero troppo elevati, se la produzione subisse rallentamenti esagerati causa covid o se gli ascolti non fossero all’altezza delle aspettative. Si sa solo che I Am Not Okay with This è finita decisamente troppo presto: non sapremo mai chi è la misteriosa ombra che la segue, non sapremo mai se l’amore per Dina avrà un lieto fine, non sapremo mai se Sidney riuscirà a controllare i suoi stessi poteri o se ne resterà vittima. Insomma dovremmo accontentarci del fatto che non è stato scritto nessun finale per questa storia.

10 Santa Clarita Diet

Santa Clarita Diet è forse stata una delle primissime produzioni che ha visto protagonista di una serie tv una grande star di Hollywood. Questa commedia a tinte horror vede Drew Barrymore nei panni di Sheila che, con il marito Joel, trascorre una vita tranquilla nel quartiere di Santa Clarita. La loro esistenza cambierà drasticamente quando Sheila si trasformerà in uno zombie, anzi in un non-morto, e dovrà soddisfare il suo implacabile appetito di carne umana. La serie ha uno humour nero che ha appassionato i fan e infatti è stata rinnovata per ben tre stagioni. Purtroppo però, proprio nel momento in cui Sheila ha preso la sofferta, ma necessaria decisione di trasformare anche il marito in un non-morto, proprio quando le cose si facevano interessanti, considerando che solo a Santa Clarita circolavanto indisturbati quattro o cinque zombie, la serie viene chiusa per sempre. Le motivazioni sembrano essere legate esclusivamente a motivi finanziari visto il plauso di critica e pubblico per la serie. Anche in questo caso quindi non si potrà mai sapere come finiranno le cose per gli abitanti di Santa Clarita, insomma un non-finale per dei non-morti.

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