Si potrebbe riassumere il messaggio della mini-serie Flesh and Bone in una frase: non c’è nulla che la fama e il potere non possano risolvere. Non c’è sentimento, e nemmeno emozione. Ciò che conta è la tua ambizione, e più ambisci ad essere potente, meglio è per te.
Ho cominciato questa mini-serie spinta da un’elevata curiosità. Ero convinta che fosse stato un errore cancellarla dopo solo otto episodi, e ne sono ancora convinta. Quindi, credetemi quando vi dico che con questo articolo non voglio assolutamente ritrattare quello che ho scritto in un articolo di marzo rispetto a Flesh and Bone (potete trovarlo qui); il mio obiettivo è quello di entrare ancora più nello specifico di una storia così poco nota.
Iniziamo con il dire che, bene o male, Flesh and Bone mi è piaciuto.
E’ vero, a tratti l’ho trovato pesante, e confermo quanto avevo detto sul crudo realismo con cui vengono trattate le vicende dell’American Ballet Company. Bisogna però considerare che, date le tematiche che si vanno a toccare, non ci si poteva certo aspettare un andamento diverso. Forse si poteva sperare in un approfondimento maggiore di alcuni punti, soprattutto visto e considerata la cancellazione della serie. Ma no, nulla da fare. Me ne resto quindi ferma qui, con i miei dubbi, chiedendomi se Claire Robbins è veramente una giovane bipolare. Dettaglio che, comunque, andremo a vedere in seguito.
Se dovessimo guardare nel dettaglio la trama, poi, non troveremmo un andamento lineare, dato che, in Flesh and Bone, vengono viste più storie insieme, per quanto siamo sempre e comunque all’interno dello stesso ambiente, dove il potere la fa da padrone.
Protagonista indiscussa della storia è Claire Robbins, una giovane ragazza originaria di Pittsburgh con un talento straordinario e, a quanto pare, inimitabile. Ci rendiamo conto fin dalla prima puntata che Claire ha un passato oscuro, e che nasconde un segreto terribile, ma riuscire a focalizzare tutta la sua situazione, e a leggere tutte le sfaccettature della sua vita è più difficile di quanto possiamo immaginare. In un primo momento, infatti, io ci avevo completamente rinunciato, convincendomi che con il passare delle puntate avrei capito sempre di più. Ammettiamolo, è stato così, alla fine, ma contemporaneamente sono rimasta con più dubbi di quanti non avevo originariamente!
Vediamo di capire un momento cosa arriviamo a sapere di Claire Robbins. Al di là del suo grandissimo e indiscusso talento, vediamo che ha sempre vissuto con il padre, invalido, e con il fratello, che è stato a lungo nell’esercito. Con quest’ultimo, Bryan, Claire ha un rapporto che potremmo definire quasi uguale a quello di Jamie e Cersei in Game of Thrones, con l’unica differenza che non si riesce a capire esattamente lei che cosa voglia. Questo è principalmente il motivo per cui ho cominciato a considerare Claire una bipolare forte: prima scappi di casa; poi tuo fratello ti trova e si capisce che tu hai una paura incredibile di lui, perchè ti ha violentato o qualcosa di simile; poi lo cacci e lui se ne va; poi vai a trovare la tua famiglia per il Ringraziamento e finisci di nuovo a letto con tuo fratello (e allo stesso tempo scopriamo che avete anche avuto una figlia insieme); poi lo richiami per la prima del tuo spettacolo, lui arriva, ma siccome non se la sente di restare ti incavoli come una bestia e lo cacci via di nuovo.
L’unica cosa che si può dire in questo caso è: Claire, fai un po’ pace con il cervello!
Insomma, Claire è uno dei personaggi di Flesh and Bone a cui è più difficile stare dietro psicologicamente. Nel mezzo di questa sua vita privata dalle tinte molto poco chiare, infatti, si inserisce anche la sua vita lavorativa. Per dirla in termini molto semplici: si comporta come una giovane vergine inesperta del mondo che la circonda, quando in realtà ci rendiamo conto che ha fatto ben altro! Di questo suo atteggiamento si accorge perfettamente Paul Grayson, direttore della compagnia e stronzo fino al midollo. Vi garantisco che ho cercato qualche lato positivo in quest’uomo, e in un paio di momenti pensavo di averlo anche trovato, come quando si confida con il suo compagno prima di andarci a letto. Solo che, esattamente due minuti dopo, succede qualcosa che ti fa pentire di questo pensiero positivo, e ti fa ripiombare nell’idea di “stronzo sei e stronzo rimani”.
Ballerino di fama internazionale e fondatore dell’American Ballet Company, si eroga fondamentalmente il diritto di prendere decisioni su qualsiasi ballerino da lui formato: è lui che decide chi resta e chi va; è lui che decide quanto durano le prove; è lui che decide se la coreografia va bene, indipendentemente dal fatto che sia uno stile non suo e che Toni Cannava la pensi in maniera opposta. In definitiva, è lui che esercita il potere sulla compagnia e sulla scuola. Un potere di cui, tra l’altro, è diventato totalmente dipendente.
Nel momento in cui Claire fa l’audizione per entrare in compagnia, Paul resta folgorato sulla via di Damasco: apparentemente non vedeva una ballerina così brava dai tempi di Kiira Koval. Dunque, non solo la prende in compagnia, ma nell’arco di due giorni riesce anche ad ingaggiare una nuova coreografa per creare un balletto incentrato totalmente su Claire. Il risultato? Il resto dei ragazzi della compagnia spingerebbe volentieri la giovane di Pittsburgh sotto a un treno. Tra queste persone sono ovviamente incluse la prima ballerina, Kiira Koval, e la coinquilina di Claire, Mia Bialy.
Queste due ragazze meritano di avere, inevitabilmente, una loro piccola descrizione. Da una parte c’è Kiira, prima ballerina dell’ABC, che si trova a dover combattere contro la nuova arrivata con la quale non riesce proprio a stare al passo. Ad aggravare la sua situazione già precaria scopriamo che c’è un infortunio, subito non molto tempo prima, che l’ha portata ad assumere cocaina per cercare di diminuire il dolore… Almeno in teoria. Il potere esercitato da Kiira risulta essere ormai agli sgoccioli. Noi ce ne rendiamo conto da subito, ma lei ci mette almeno 8 puntate. Ma, in ogni caso, meglio tardi che mai.
Dall’altra parte, poi, c’è Mia. Coinquilina di Claire estremamente disinibita, entra presto a far parte dello schieramento delle sue haters, o almeno, così funziona in un primo momento. Mia non è affatto brillante quanto Claire, e di certo non ha un background familiare che possa darle poi chissà quale sostegno in merito. I diversi disturbi alla vista la porteranno a tentare il suicidio, e a far rendere conto lo spettatore che in realtà Mia non ha affatto un problema alimentare, ma soffre di SM, ovvero sclerosi multipla. Ciò che mi è dispiaciuto di più rispetto alla cancellazione di questa serie è stato proprio questo: mi sarebbe piaciuto vedere il personaggio di Mia più approfondito. Non dico di arrivare a soluzioni miracolose, nè tanto meno ad una guarigione, ma magari si sarebbe potuto arrivare ad un cambiamento psicologico nella ragazza, ad una sua crescita, prima della soluzione finale. Purtroppo, nulla da fare. Peccato.
Altra menzione speciale deve essere assolutamente data a questi due personaggi che compaiono in Flesh and Bone. La prima è lei, Daphne Kensington, probabilmente l’unica ragazza della compagnia che non vuole soffocare Claire con un cuscino. Anzi, a ben guardare, forse Daphne è l’unica amica che Claire potrebbe effettivamente avere. Comincia con il prestarle dei vestiti, e finisce con il farla lavorare assieme a lei… Mica male, per due ragazze alla ricerca di fama e potere. Infatti, per quanto si mostri un discreto legame di amicizia tra le due ragazze, non si può negare che anche Daphne sia accecata dall’idea di avere più potere ed importanza all’interno della compagnia. Magari non lo da a vedere, ma il suo barattare il finanziamento all’ABC con un ruolo da solista lo dimostra abbastanza bene. In definitiva, sotto la facciata menefreghista di Daphne si nasconde un’arrivista, che finisce per coinvolgere anche la mafia russa all’interno del sistema del balletto classico. Non molto nobile, non credete?
Infine c’è lui, Romeo. Lo vediamo già dalla prima puntata, e, almeno personalmente, ho avuto una discreta difficoltà ad inquadrarlo. Certo, mai quanto Claire, questo è indubbio! Senzatetto con l’aria del pazzo, Romeo è, paradossalmente, l’unica persona con un briciolo di sanità mentale, o che, se non altro, è ancora in grado di vivere a pieno le sue sensazioni, per quanto queste possano essere sbagliate agli occhi del resto del mondo. Sembra essere il personaggio psicotico all’interno di Flesh and Bone, ma il suo altro non è che un tentativo per farsi benvolere da Claire, da Mia e anche da Bryan, nonostante il tragico finale che vedrà entrambi protagonisti. Romeo è affezionato alle due ballerine, e ci tiene a tenerle al sicuro, specialmente Claire, o meglio, Clementina. Ossessionato dall’idea di distruzione e di fine del mondo, si convince pian piano di essere lui il vero salvatore, una sorta di luce all’interno dell’oscurità della vita delle sue amiche. Per questo, e forse anche sotto la spinta di Claire, viene portato a fare giustizia a modo suo, e a prendersi un potere che non avrebbe mai pensato di avere veramente.
In definitiva, Flesh and Bone risulta essere un vero e proprio viaggio mistico, all’interno di uno spaccato di realtà che alla maggior parte della gente è sconosciuto. Insomma, studio danza da parecchio tempo e, nonostante immagini abbastanza bene come si deve svolgere la vita all’interno delle compagnie, mi sarei aspettata qualcosa di meno rispetto a ciò che è stato portato all’interno della mini-serie. Non vi invito a guardarlo tanto per passare il tempo, quanto più per prendere coscienza di una realtà che esiste, per osservare le varie sfaccettature di alcuni personaggi e per perdersi in coreografie che risultano essere davvero mozzafiato. E si, forse potete guardarlo anche con l’idea di prendere un po’ in giro alcuni sistemi tipici delle ballerine classiche, come ad esempio la dieta. Insomma, io considero, in Flesh and Bone, le ballerine che guardano con la bava alla bocca la segretaria che si mangia un hamburger la scena madre del telefilm, perciò… Giudicate voi.