Anche i migliori sbagliano, lo sanno bene persino capolavori insuperabili come Lost e Friends. Specialmente con la longevità, può succedere che uno show perfetto abbia qualche piccola imperfezione e compia un passo falso. Passi falsi che possono risolversi in storyline da poche puntate costruite malamente o intere stagioni che sarebbe meglio dimenticare.
Ecco Friends e altre 4 tra le serie tv più belle e famose di sempre che hanno fatto un grosso scivolone lungo la strada ma rimangono lo stesso intoccabili.
1) Lost
Anche una delle serie tv migliori di tutti i tempi ha affrontato un periodo buio di incertezza e confusione noto come quarta stagione. Ebbene sì, perché dopo tre stagioni di pura perfezione Lost comincia a mostrare i primi segni di stanchezza e indecisione con quella maledettissima storyline della nave. Complice, in parte, anche il famoso sciopero degli sceneggiatori che in quel fatidico 2007-2008 portò a un effetto domino sulla stragrande maggioranza delle produzioni televisive del tempo.
Dopo la quarta stagione, Lost cambia definitivamente. Dal survival drama si passa a un drama sci-fi in cui il discorso filosofico assume un ruolo preponderante e catartico. I viaggi nel tempo diventano il fulcro della narrazione nella quinta stagione, mentre la lotta tra il bene e il male quella della sesta. E, seppure con alcuni scivoloni, entrambe le ultime stagioni si perdono facilmente, la quarta rimane, invece, un brutto ricordo per la maggior parte dei fan di Lost. Questo perché, a conti fatti, non accade quasi nulla. Tra i quattro nuovi personaggi, le divisioni nel gruppo dei sopravvissuti, Michael e quella maledetta nave (si siamo ripetitivi), la quarta stagione di Lost non riesce a restare coesa. Si salva però, a mani bassissime, l’episodio 6, ovvero “La Costante”. Una dichiarazione d’amore che va oltre il tempo e lo spazio.
2) Game of Thrones
Game of Thrones. Ultima stagione. Potremmo anche chiudere qui questo punto e passare direttamente al successivo, no?
Potremmo, in effetti, ma è necessario mettere il dito nella piaga e ricordare come, perché e mannaggia a Benioff e Weiss, Game of Thrones sia diventato un mappazzone senza capo né coda. I segnali si erano già intravisti durante la quinta stagione, quando il discostarsi fin troppo dal materiale letterario aveva portato a scelte alquanto discutibili come la morte della principessa Sheireen. In tanti si erano scagliati contro questa mossa narrativa, considerato contradditoria dal personaggio di Stannis e con il suo arco narrativo.
Ma è solamente con la settima e, ancora di più, con l’ottava stagione che il danno diventa irreparabile. La sesta rimane, nella memoria dei fan, una piccola oasi di felicità, un raggio di sole prima e non dopo la tempesta. L’abbandono di George R. R. Martin alla direzione artistica e l’assenza di un libro dal quale poter attingere, ha spinto gli showrunner a seguire una strada nuova, scoscesa e infelice. Una strada che non ha reso giustizia né alla storia che ci ha tenuto compagnia per quasi dieci anni né ai personaggi che l’hanno popolata. E non ci riferiamo solamente alla Daenerys dittatrice o al Bran sovrano di Westeros (bah), ma a personaggi che compiono involuzioni, ai corvi che si teletrasportano, ai dialoghi scadenti, alle risoluzioni improvvisate, ai draghi zombie perché “sicuro al pubblico piace”. Insomma, a una serie tv che si è trasformata nella versione Wish di se stessa.