Robin Scherbatsky, parlando di amore in How I Met Your Mother, ha saggiamente dichiarato che “se c’è la chimica, ti manca soltanto una cosa: il tempismo. Ma il tempismo è una brutta bestia.” Una frase che, nella sua verità esistenziale, potrebbe applicarsi benissimo alle serie tv presenti in questa lista, tutte autentici gioielli che avrebbero potuto farci innamorare perdutamente, ma alle quali è mancato un elemento fondamentale: il tempismo. Parliamo di prodotti seriali di livello eccellente, come Galavant, che non hanno mai avuto il successo che meritavano perché semplicemente nate al momento sbagliato. Queste serie tv sono allora finite nella terra di mezzo dell’ “e se”, un luogo dove aleggia un sentimento diffuso di rimpianto che sembra non volersene andare. Nascere al momento sbagliato, fare il proprio debutto in un panorama televisivo non ancora maturo per lo sperimentalismo o la fusione di generi portata in scena in queste opere, è stata la maledizione delle serie tv presenti in questa lista, delle quali ci piace immaginare il clamoroso successo che avrebbero potuto avere se solo fossero andate in onda qualche anno dopo.
1) Galavant
Inutile girarci intorno, quella della corsa televisiva di Galavant è la breve storia di un gioiello nato troppo presto e fermato sul più bello.
La comedy ABC, sfavorita anche da un palinsesto che la vedeva collocata come sostituta del fortunato drama fantasy familiare Once Upon A Time durante la pausa invernale, è stata condannata alla cancellazione imminente fin dalla sua prima messa in onda. Il successo che ha riscosso in una piccola ma fedelissima nicchia di fan ha fatto sì che Galavant venisse incredibilmente rinnovata per una seconda stagione, ma nessuno ha mai avuto la speranza che il miracolo si potesse ripetere ancora.
Il problema di Galavant è stato semplicemente quello di nascere appena troppo presto, nel gennaio 2015, giusto un paio d’anni prima che le piattaforme streaming esplodessero in tutto il mondo e che il pubblico più generalista intraprendesse un’educazione televisiva tale da permettergli di apprezzare una serie che trascende gli stretti limiti dei generi seriali come Galavant.
Una parodia del fantasy medioevale in chiave musical avrebbe avuto molto più successo anche solo pochissimi anni dopo. Infatti, ultimamente ha avuto luogo una riscoperta delle comedy atipiche, contrapposte al genere della sitcom classica, regina per decenni su tutti i principali canali televisivi.
2) Pushing Daisies
Onirica e stravagante, Pushing Daisies è una favola deliziosa, un capolavoro della televisione anni Duemila la cui corsa è stata bruscamente frenata dopo solo 2 stagioni e 22 episodi in totale.
Il problema della creazione di Bryan Fuller, il quale avrebbe poi maturato un successo straordinario con serie del calibro di Hannibal e American Gods, è che la commistione di generi e toni operata all’interno della narrazione era troppo avanguardistica per il pubblico del 2007, sebbene sia stata apprezzatissima dalla critica, tanto da guadagnarsi ben 7 Emmy.
Proprio come la più recente e fortunata The Good Place, Pushing Daisies è stata capace di interpretare in modo complesso temi quali la morte e il desiderio, intrecciando in modo magistrale la trama orizzontale della serie con quella verticale degli episodi e trasportando gli spettatori in un un universo parallelo dove la morte viene esorcizzata e i colori pastello che accompagnano tutta la visione nascondo in realtà la profondità filosofica della serie.
3) Scream Queens
Diciamoci la verità: se Scream Queens – la più trash tra le serie tv nate dalla penna di Ryan Murphy – fosse stata prodotta da Netflix nel 2020 invece che da Fox nel 2015, probabilmente sarebbe un cult.
La trama della serie, così come i soli 10/13 episodi per stagione, sembrano fatti apposta per essere diffusi su una piattaforma di streaming, mentre la messa in onda tradizionale con l’uscita di un solo episodio a settimana è andato a penalizzare fortemente Scream Queens, che per genere e durata si presterebbe molto facilmente alla pratica del binge watching.
Inoltre vale la pena ricordare che negli ultimi 3 anni si è assistito a all’affermarsi della cultura del trash volontario (di cui la serie di Murphy è l’apoteosi) e alla sempre più frequente messa in onda di prodotti televisivi alla cui origine troviamo una fusione di generi proprio come quella operata da Scream Queens, che quindi nel panorama attuale avrebbe trovato un suo spazio definito e quasi sicuramente il successo globale.
4) Dollhouse
Paragonata da molti a Westworld, sebbene abbia preceduto la serie HBO di quasi 10 anni, e ampiamente lodata dalla critica, Dollhouse – nata dalla mente del già creatore di Buffy l’ammazzavampiri Joss Whedon, ha sofferto molto dalla sua messa in onda nel 2009. Infatti la serie racconta di un mondo in cui alcuni giovani molto avvenenti si sottopongono a una procedura per diventare “doll”, creature senza personalità o ricordi propri, delle sorta di macchine che possono essere riprogrammate in base alle esigenze di coloro che richiedono i loro variegati servizi, una tematica che per gli spettatori della fine degli anni Duemila appariva troppo inquietante e fantascientifica e che ha decretato la cancellazione della serie dopo due sole brevi stagioni.
I successi recenti di Black Mirror e, soprattutto, Westworld, lasciano presagire che se Dollhouse fosse stata mandata in onda anche solo qualche anno dopo, magari intorno al 2015, probabilmente l’accoglienza riservata alla serie sarebbe stata molto diversa e chissà, magari anche il panorama televisivo.
5) Firefly
Ancora una volta è una creazione di Joss Whedon a trovarsi tra le serie tv nate al momento sbagliato, segno che forse il creatore di Buffy l’ammazzavampiri potrebbe essere il più sfortunato tra gli showrunner della televisione moderna.
Le ragioni per cui Firefly, ambizioso western fantascientifico andato in onda per una sola stagione nel 2002, non ha avuto il successo che meritava, nonostante la presenza di una fedelissima comunità di fan accaniti che ancora oggi non si rassegna alla sua cancellazione così prematura, non sono poi così diverse da quelle che si nascondono dietro il flop di Pushing Daisies e Scream Queens. Firefly infatti si presenta come una fusione di generi e toni che non poteva essere compresa dalla maggior parte degli spettatori della televisione anni Duemila, ma che al giorno d’oggi verrebbe accolta con favore. Infatti ciò che le persone cercano all’interno dei prodotti televisivi è cambiato, come dimostra il successo recente di serie come Westworld, The Good Place, The Orville.