3) Maestro Cressen
Quando Stannis Baratheon portò a Westeros una sacerdotessa rossa proveniente da Essos, la sua crescente influenza sulla corte di Stannis suscitò una sorprendente mancanza di resistenza. Davos Seaworth, noto per essere uno dei più forti oppositori di Melisandre, divenne rapidamente il suo principale nemico politico. Ma c’era anche chi, in modo molto più deciso, cercò di fermarla con mezzi estremi. Questo fu il caso di Cressen, maestro di Stannis, che temeva che l’influenza di Melisandre avrebbe potuto corrompere il re e la sua corte. Cressen, un uomo profondamente devoto e responsabile, ritenne che l’unico modo per fermare la sacerdotessa fosse eliminarla fisicamente. Decise quindi di avvelenare Melisandre, ma nonostante la sua determinazione, non esitò a prepararsi a sacrificarsi per non destare sospetti. Infatti, pensò di bere il veleno lui stesso per garantirsi che Melisandre non lo scoprisse prima che potesse agire.
Questo gesto si rivelò tuttavia inutile. La magia di Melisandre la proteggeva dal veleno, e Cressen morì invano, senza ottenere alcun risultato. La sua morte tragica non solo evidenziò la potenza della sacerdotessa, ma anche la profondità del suo potere su Stannis. Questi non vedeva alcun problema nell’affidarsi completamente a Melisandre, nonostante i segni di pericolo che i suoi uomini di fiducia avevano cercato di far emergere. Se la serie avesse esplorato maggiormente il personaggio di Cressen, sarebbe emerso che Stannis vedeva in lui una figura paterna. Un sostituto di quel padre che aveva perso durante la sua infanzia. Questo rende ancora più significativa la morte di Cressen, perché accentua quanto Stannis fosse ormai distante da chi, un tempo, considerava una guida. Nonostante l’amore e il rispetto che provava per Cressen, Stannis scelse di non opporsi all’influenza di Melisandre, liquidando la sua morte come atto di tradimento.
4) Mycah fu la prima vittima della follia omicida di Joffrey Lannister in Game of Thrones
Il giovane Mycah appare brevemente nella prima stagione di Game of Thrones, ma il suo destino tragico segnerà per sempre Arya Stark. Figlio di un macellaio, Mycah incontrò Arya mentre entrambi erano in viaggio con il seguito di Robert Baratheon. Nonostante la loro breve interazione, tra i due nacque una sorta di amicizia innocente, ma il destino del giovane ragazzo fu segnato dall’incontro con Joffrey. Questi, che già mostrava la sua natura sadica, cercò di intimidire Mycah, facendogli credere di essere un cavaliere. Per divertimento, lo colpì alla guancia con la sua spada, mettendo in atto un gioco crudele che evidenziò la sua totale mancanza di compassione. Quando Arya intervenne e disarmò Joffrey, Mycah cercò di scappare, ma la reazione di Joffrey fu violenta e sproporzionata. Il futuro sovrano ordinò a Ser Sandor Clegane di uccidere il ragazzo come punizione.
La morte di Mycah, totalmente ingiustificata, fu un evento che scatenò l’odio di Arya verso Joffrey, alimentando la sua sete di giustizia e vendetta. Fu anche questo episodio che forgiò nel cuore di Arya il desiderio di vendicare i più deboli. La morte di Mycah mostrò quanto Arya fosse in grado di provare empatia e compassione anche verso chi non apparteneva alla sua stessa classe sociale o famiglia. Arya non si limitava a cercare vendetta per i suoi cari, ma per ogni persona che fosse vittima di brutalità e ingiustizia. Questo sottolineò il suo forte senso di giustizia, che trascendeva le distinzioni di sangue e status. In un certo senso, la morte di Mycah ha innescato un cambiamento profondo in Arya, trasformandola in uno dei pochi personaggi di Game of Thrones che, nonostante le circostanze, non ha mai perso la propria umanità.