5) Mag the Mighty, una delle creature più imponenti di Game of Thrones
La prima e unica apparizione di Mag the Mighty in Game of Thrones avviene durante l’assedio della Barriera, un momento che segna in modo tragico il destino della sua gente: i giganti. Mag, il più grande tra loro, guidò la carica bruta e determinata per conquistare il tunnel che collegava la Barriera con l’altro lato. Per lui, il tunnel rappresentava la possibilità di portare la sua gente in salvo, lontano dalla minaccia degli Estranei e dalla morte che li circondava. Per i Guardiani della Notte che presidiavano il tunnel, invece, Mag e la sua gente simboleggiavano una minaccia di morte imminente. Ma quando le due forze si scontrarono, la morte non risparmiò nessuno. Né i giganti, né i soldati della Barriera riuscirono a scampare al destino che li attendeva. Ciò che rende il tutto più tragico è che, dopo la battaglia, Mance Rayder spiegò a Jon Snow che Mag non era un gigante qualsiasi, ma il re della sua gente.
Mag era l’ultimo discendente di una stirpe di giganti che esisteva molto prima dell’arrivo degli umani a Westeros. Questo dettaglio aggiunge un ulteriore strato di drammaticità alla sua morte. La morte di Mag the Mighty è il simbolo di quanto la diplomazia e il dialogo possano essere trascurati in un mondo dominato dalla violenza e dalla paura. L’eredità di Mag, per il suo popolo, potrebbe essere epica: un ricordo dell’antico potere dei giganti. Ma per i fan di Game of Thrones rappresenta molto di più: una riflessione amara sul fallimento delle possibilità diplomatiche. La morte di Mag the Mighty, quindi, non è solo la fine di un re, ma anche un simbolo di come le incomprensioni e l’intolleranza tra diverse razze e culture abbiano portato alla distruzione di ciò che un tempo era grande.
6) Will
Will è il primo personaggio che incontriamo nel primo episodio di Game of Thrones. La sua apparizione, inizialmente considerata marginale, si rivelerà cruciale per l’introduzione della minaccia soprannaturale che aleggia sul Continente Occidentale. La morte di Will non solo funge da catalizzatore per la narrazione degli Estranei, ma porta anche alla luce uno dei temi centrali della serie: l’onore, messo alla prova di fronte a difficoltà insormontabili. Will, infatti, è uno dei primi membri dei Guardiani della Notte a sud della Barriera a essere testimone del ritorno degli Estranei. Quella visione lo sconvolse al punto da farlo disertare, con l’intento di sfuggire a una minaccia che considerava troppo grande per essere fermata. La sua diserzione gli costò la vita, quando Ned Stark, fedele ai suoi principi di giustizia, lo condannò a morte per tradimento.
Tuttavia, il suo gesto, visto inizialmente come una violazione del giuramento, acquisisce una nuova dimensione quando la vita dei Guardiani della Notte viene esplorata più a fondo. Le difficoltà quotidiane della Barriera non erano sufficienti a far vacillare il dovere di un uomo. Se Will avesse abbandonato per queste ragioni, il suo tradimento sarebbe stato comprensibile. Ma la vera paura che lo spinse a fuggire erano gli Estranei, una forza così terrificante che riuscì a scuotere la sua ferrea determinazione. Nonostante la gravità del suo gesto, Will sapeva di aver infranto il suo giuramento, ma, quando arrivò il momento di affrontare la sua morte, non chiese redenzione o scuse. Chiese soltanto che la sua famiglia credesse che fosse morto con onore, mantenendo la facciata di un uomo che aveva adempiuto al suo dovere fino alla fine.