4) Troy: Fall of a City
Troy: Fall of a City, nasce da una collaborazione tra BBC e Netflix, che riporta in vita le vicende dell’Iliade di Omero. Quindi troviamo il giovane Paride (protagonista della serie) Elena (grande amore di quest’ultimo e motivo trainante della guerra) il semidio Achille e Ettore erede al trono di Troia. Questi sono senz’altro i personaggi principali, le cui storyline prevalgono e mettono nettamente in ombra quelle di tutti gli altri, per fare un paio di esempi Menelao e Agamennone, in alcuni momenti giudicati addirittura inutili (una scelta che la dice già lunga sulla riuscita dello show).
Questa miniserie, composta da otto episodi, ha una struttura abbastanza coerente e attinente all’originale mito; il problema di fondo è che accade tutto velocemente e questo ovviamente ne va a minare la buona riuscita e sopratutto impoverisce i personaggi, privandoli di quelle caratteristiche che li hanno resi immortali nella letteratura. Una delle scelte che più hanno fatto discutere è stata quella di scegliere un attore di colore per interpretare Achille, descritto e da sempre rappresentato come un uomo dalla fluente chioma bionda, ma a parte questo cambiamento, che comunque ha il giusto peso in un’opera del genere, il semidio non conquista neanche a livello caratteriale, risultando mal costruito e inconcludente. Insomma, una serie di problemi che vanno a disturbare la visione di un quadro che nel suo insieme sarebbe abbastanza godibile, ma che è stato stroncato dalla critica.