Vai al contenuto
Home » Serie TV

7 finali delle Serie TV che più li riguardi più diventano brutti

Ma prima di continuare con la lettura abbiamo entusiasmanti novità da condividere con te. A breve sarà disponibile Hall of Series Plus, il nostro servizio in abbonamento che ti permetterà di accedere a moltissimi contenuti esclusivi e in anteprima.

Inserisci il tuo indirizzo email e clicca su ‘Avvisami’ per essere notificato quando Plus sarà disponibile.

* campo obbligatorio

Non siamo nemmeno alla metà del 2023 e già la lista di cancellazioni imperdonabili da parte di Netflix va allungandosi.
Allora io che non sono mai stata brava a fare l’ottimista, cerco di guardare il bicchiere mezzo pieno a modo mio: ora che quelle Serie Tv sono state eliminate non potranno mai più essere rovinate da un esito raffazzonato.
Parafrasando una delle citazioni emblematiche del Batman di Christian Bale: certi show o vengono cancellati da eroi, o vivono tanto a lungo da avere un finale di m***a.

Preparatevi quindi, non state per leggere 7 finali delle Serie Tv che non sono dei capolavori ma non sono neanche brutti, no.
Qua troverete solo finali brutti, così brutti da essere sempre più brutti. Tipo quello di Game of Thrones, insomma. Vi ho avvisati.

1) House of Cards

House of Cards

Forse i showrunners di House of Cards avrebbero dovuto valutare più seriamente la possibilità di sostituire Kevin Spacey con Claudio Amendola.
Anche se, a dire il vero, la dipartita di Frank Underwood è stata ben gestita: il suo personaggio diviene un fantasma invisibile che continua a muovere i fili della trama dando consistenza a un’ultima stagione altrimenti inesistente.
Presenze ben più corporee risultano meno palpabili, È come se nell’ultima stagione tappare il vuoto di Frank fosse il solo obiettivo.
Questo atteggiamento salva la trama dall’innaturale sparizione del suo protagonista, ma al contempo non vengono offerte alternative convincenti perché non si concentra nello sviluppo degli altri personaggi che non assumono corpo.
A Doug sembra essere toccato di “vivere” dinamiche previste per il vecchio ruolo di Kevin Spacey. Quando la Presidente lo pugnala a morte nello Studio Ovale non c’è alcuna vera tensione. La dipartita di Doug non avrebbe colpito nemmeno prima e di certo non è d’impatto nel finale. Anzi, appare di una banalità disarmante dimostrando quanto poco sia stato costruito al di là del fantasma di Frank Underwood.

2) Angel

https://youtu.be/V6fJ4v12NCw

È un vero peccato che David Boreanaz non tornerà a vestire il cappotto nero del tenebroso vampiro che ha fatto battere il cuore di Buffy (e il mio), visto che il finale di Angel tutto fuorché un finale.
Assomiglia molto di più a un cliffhanger che sta lì nell’eterna attesa di una nuova stagione che non arriverà mai. Questa, di fatti, è una critica mossa a Joss Whedon già dalla messa in onda dell’episodio conclusivo che l’autore ha sempre respinto spiegando:

Capisco che il pubblico vorrebbe una chiusura, ma per me sarebbe come aggiungere una nota alla fine. Quello che ho sempre voluto dire è questo: devi cercare di diventare degno della vita che ti è concessa, quello è il lavoro di una vita. È una lotta continua.

Okay Whedon, sfortunatamente la spiegazione data ci piace di più del finale stesso.
Quello resta brutto. Sempre più brutto.

3) Quantum Leap

Game of Thrones

Il dottor Samuel Beckett è un Ulisse, un eroe disposto a compiere di volta in volta il suo dovere nella speranza di poter tornare a casa.
Salta per anni da una linea temporale all’altra come mosso da un’entità benevola superiore che lo colloca nel corpo di qualcuno che necessita del suo aiuto. Non sa quando gli sarà concesso riposo.
Finché finalmente finisce in una sorta di non-tempo in cui incontra un barista che gli rivela come funzionano i suoi salti temporali: non è mai stato mosso da qualcun altro.
Era stato lui sin dall’inizio il suo desiderio di aiutare gli altri a muoverlo nello spazio-tempo.
Sam allora torna a casa?
Ovviamente no
.
Decide che ripagare l’amico AI ha la precedenza assoluta sul buon senso (come se il passato non potesse aspettare per essere cambiato). Torna nel 1970, anno in cui la moglie di AI, credendo il marito morto in Vietnam, decide di risposarsi e la persuade ad aspettarlo. I due hanno il loro lieto fine mentre Sam?!
Nell’ultima scena, una scritta ci avverte “Sam non è mai tornato a casa” senza motivare con una sola altra parola sul suo destino per il quale non è stato speso nemmeno un fotogramma.

4) Will & Grace

 Will & Grace

Will & Grace è stata la prima serie a portare sul piccolo schermo un protagonista dichiaratamente gay e con il suo enorme successo ha avvicinato il grande pubblico alla comunità LGBTQ.
L’ultimo episodio andato in onda su NBC ha raggiunto un indice d’ascolto di 18 milioni di spettatori. Pensate un po’, la sera del 18 maggio 2006, tutte quelle persone nello stesso momento hanno avuto il cuore un po’ spezzato.
Tra Will e Grace c’è sempre stata una relazione complessa, sebbene il rapporto tra i due non possa discostarsi dal platonico la loro co-dipendenza ne mina sistematicamente la vita amorosa. Dopo oltre dieci anni di amicizia Will scarica (a ragione o torto che sia) la migliore amica. Si rivedranno solo anni dopo a causa dei figli che frequentano il medesimo college.
Nonostante le dinamiche a tratti disfunzionali dei due, l’epilogo toccato loro è stato un taglio netto troppo doloroso per i fan che hanno espresso molta delusione al riguardo.

Nel 2017 la NBC ci ripensa.
Con il revival il precedente finale viene cancellato, come fosse una bozza a matita di quello definitivo. Noi tutti ci svegliamo sul divano con Karen. Era solo un brutto sogno.
Le strade di Will e Grace non si sono mai separate e i due fanno percorsi diversi che li portano comunque alla genitorialità. Infine decidono di formare insieme una famiglia, senza rinunciare l’uno all’altra. Bla, bla, bla e vissero per sempre insieme felici e contenti.

Quale delle due è davvero una brutta conclusione?
È vero, la chiusura del rapporto tra Will e Grace nell’ottava stagione è stato repentino, tuttavia il lieto fine facile e un po’ troppo ideale proposto dal reboot risulta poco credibile.
Dobbiamo ammettere anche che, per quanto faccia male, può succedere che anche i legami indissolubili talvolta si dissolvano. È doloroso, ma dobbiamo farci i conti.
Magari avremmo dovuto accettare il primo finale perché, purtroppo, è realistico.
Usando questo come punto di partenza, il reboot avrebbe potuto raccontare il percorso di crescita dei personaggi in seguito a quel distacco, predisponendo la strada verso una futura riconciliazione. Con un po’ più di coraggio ci sarebbe potuto essere un epilogo felice che non rinunciasse al sapore dolceamaro che ha davvero la vita.

5) Chilling Adventures of Sabrina

Chilling Adventures of Sabrina game of thrones

Ammetto che ho un pessimo rapporto con questo finale.
Non solo è brutto, ma mi è anche stato spoilerato dal mio migliore amico (no, non l’ho ancora perdonato).
Nata come un reboot di Sabrina vita Strega, Chilling Adventures of Sabrina ha saputo spazzare via i soliti dubbi che aleggiano attorno alle rivisitazioni di prodotti tanto amati.
Salvo rovinarsi alla fine.
La zia Zelda, una delle colonne portanti, tra quelle figure femminili forti più apprezzate nelle prime stagioni, svanisce risucchiata in una stagione che sembra negarne la voce. Sabrina muore sacrificandosi per i suoi amici e per l’amato Nicholas. Come se non bastasse quest’ultimo si suicida per raggiungerla, un gesto “d’amore” estremo che, buttato là all’ultimo minuto, rischia di lanciare un messaggio preoccupante per i tanti giovanissimi che guardano la serie.

6) Game of Thrones

Game of Thrones

Lo showrunner D. B. Weiss, durante un’intervista rilasciata a Entertaiment Weekly, aveva annunciato che lo scopo del finale di Game of Thrones era quello di essere amato dalla gente. Amato.
Winter is coming! Ce lo siamo sentiti dire per otto anni.
Otto anni delle nostre vite ad aspettare ‘sto benedetto inverno e poi?
La battaglia finale con gli estranei è stata mitica quanto breve.
Vedere Arya Stark affondare la lama nel Re della Notte prima e salpare verso chissà dove poi ci ha fatto esultare come ultras, lo ammetto. L’entusiasmo però è finito lì.
La guerriera era pronta al suo finale mentre lo stesso non si poteva dire degli altri personaggi. Daenerys Targaryen ne è l’esempio lampante.
Una discesa nella follia da parte della Madre dei Draghi ci poteva stare, peccato che la sua sia stata una caduta improvvisa e rovinosa. Non si fa in tempo a dirle addio.
Diventa la regina folle da un momento all’altro per circa cinque minuti, un secondo dopo eccola là presumibilmente morta tra gli artigli di Drogon.
Grazie Jon Snow, ottimo lavoro, ora puoi anche tornartene alla Barriera nonostante tu sia il legittimo erede al trono.
Le alternative sperate sono sparite per cui accontentatevi e inchinatevi tutti dinnanzi a Re Brandon Lo Spezzato. Una scelta che sullo schermo convince talmente poco da dover essere spiegata da Tyrion Lannister.
Secondo me, se il gioco del Trono di Spade fosse stato vinto da Cersei, non avremmo avuto il lieto fine, ma almeno sarebbe stato epico anziché così insipido.

7) Pappa e Ciccia

Pappa e Ciccia game of thrones

Dopo Game of Thrones, chiudiamo questa lista con l’ultimissima delusione del giorno. Anche in questo caso il revival della serie sarebbe potuto essere un’occasione perfetta per sistemare uno dei finali più deludenti della storia . “Peccato” che è stato cancellato dopo una sola stagione in seguito a un tweet razzista della protagonista, Roseanne Barr, rivolto alla consigliera dell’ex presidente Obama, Valerie Jarrett.
Il finale di Pappa e Ciccia resta, dunque, quello trasmesso nel 1997.
Ero solo una bambina quando l’ho visto per la prima volta.
Dei tanti grandi temi affrontati nella serie non potevo capire molto, ma di quel finale non mi sfuggì la bruttezza.
Nell’episodio finale Roseanne ci rivela di averci mentito per l’intera serie: la famiglia Conner non ha mai vinto alla lotteria e il marito Dan è morto d’infarto. Era tutta una fantasia della protagonista e agli spettatori, degli insegnamenti e degli anni insieme, non resta nulla.

Secondo Jacob Anderson, la reazione dei fan al finale di Game of Thrones è stata triste