2) Robert Chase (Dr. House)
Il bellissimo finale di Dr. House è tra le tante cose anche la proclamazione di Robert Chase a nuovo primario del reparto di Diagnostica, ma sopratutto a nuovo House. Un finale che è in realtà il compimento annunciato di un uomo nelle cui gesta riverberano le somiglianze marcate con il maestro, sin dalle prime stagioni. Rendere il biondo australiano il protagonista di una nuova serie medica sarebbe così anche l’esplorazione dell’eredità di House, sia nella geniale dedizione ai misteri della medicina, sia nello sviluppo di un discepolo che è letteralmente la sua evoluzione e un suo superamento.
Chase reca infatti in sé alcuni temi centrali della personalità di House, per esempio il rapporto difficile con la figura paterna, il confronto costante con la moralità nella medicina, la perdita dell’amore, le intuizioni. Chase però è anche profondamente diverso, un uomo che in qualche modo non conosce se stesso per anni, vive nella paura e nella ricerca di approvazione del padre. Solo alla fine troverà la sua individuazione, sfuggendo simbolicamente al destino di una vita senza l’uso delle gambe. Da quel momento Robert Chase finalmente non è più suo padre né House, può essere finalmente se stesso.
Naturalmente sono ben conscio dell’impossibilità del progetto, anzi credo che dal punto di vista della scrittura sarebbe un disastro. Chase però è un personaggio che ho apprezzato molto, che ha chiuso la sua storia nel momento in cui di fatto è nata, per cui sono sicuro che avrebbe avuto ancora molto da dare.