All’epoca non lo sapevamo, ma quando il piccolo Dewey in Malcom in The Middle pronunciò l’ormai celebre frase “Non mi aspetto niente, ma sono già deluso”, ci stava insegando una grande lezione di vita. In un mondo in cui le delusioni sono sempre dietro l’angolo, le aspettative sono subdole, perché alimentano il fuoco della speranza e ci mettono in condizione di aspettarci troppo da ogni situazione, anche quando in realtà non avremmo alcuna ragione per farlo. Nella serie tv come nella vita, le aspettative possono deformare la realtà, tanto che ogni qualvolta vengano disattese ci sentiamo traditi, quasi non capissimo cosa è andato storto. Le 5 serie tv presenti in questa lista, per ragioni diverse tra loro, sono cadute vittima delle aspettative troppo elevate legate alla loro evoluzione, aspettative che hanno contribuito a segnarne inevitabilmente un destino che forse non si meritavano. Che si tratti di produzioni cult come Game of Thrones o di flop assoluti come Cursed, nessuna di queste serie tv si è dimostrata immune di fronte al peso schiacciante delle aspettative.
1) Cursed
Le rivisitazioni in chiave moderna dei miti tendono sempre a suscitare un misto di curiosità e polemica nel pubblico, perché raccontare una storia nota in una prospettiva nuova comporta un grande rischio. Nel caso di Cursed, rivisitazione del ciclo arturiano basata sulla graphic novel di Frank Miller e Tom Wheeler, fin dalla diffusione del trailer si sono scontrate due correnti alternative: da una parte chi accusava la serie Netflix di voler sfruttare la causa femminista per attirare pubblico, dall’altra chi invece si considerava genuinamente incuriosito dalla prospettiva innovativa offerta da Cursed. Lo scontro tra chi sosteneva le due posizioni opposte, unito alla presenza nel cast di Katherine Langford nel ruolo della protagonista Nimue, hanno contribuito alla creazione di un clima di grande attesa nei mesi precedenti all’uscita della serie, che già si prospettava avesse il potenziale per diventare uno dei più grandi successi commerciali di Netflix.
Se non fosse stata circondata da un clamore mediatico tale, Cursed probabilmente sarebbe stata considerata una produzione di livello medio, in grado di intrattenere senza avere chissà quale pretesa, ma tra la presenza di Langford nel cast e l’ostentata pretesa di rivendicazione femminista del mito arturiano l’hanno portata a doversi confrontare con aspettative troppo elevate, che alla fine ne hanno determinato il fallimento.
2) Space Force
Il grande ritorno di Steve Carell nel mondo delle comedy non poteva che essere circondato da aspettative altissime. Se poi la serie in questione, oltre al protagonista di The Office, può vantare nel cast nomi di primo piano come John Malkovich, Lisa Kudrow, Ben Schwartz e Jimmy O. Yang, le aspettative da altissime diventano ingestibili. E come se non fosse sufficiente, dietro allo schermo ritroviamo come creatore proprio Greg Daniels, già la mente dietro a quella che è considerata dalla scienza la comedy più divertente di tutti i tempi.
Insomma, quando Netflix ha annuciato la produzione di Space Force, il pubblico ha iniziato a nutrire una serie di aspettative tali per cui probabilmente nessuna comedy al mondo sarebbe riuscita a soddisfarle e che infatti sono state puntualmente deluse, come dimostrato dalle reazioni tiepide riservate alla serie una volta uscita la prima stagione (e confermate da secondo e ultimo capitolo). Siamo onesti, se si esclude qualche guizzo Space Force non è certo all’altezza di produzioni come Friends, Parks and Recreation e The Office, alle quali è stata inevitabilmente paragonata, eppure la comedy Netflix resta comunque un buon prodotto, che probabilmente sarebbe stato accolto positivamente se non avesse dovuto sopportare il peso delle aspettative.
3) I Am Not Okay with This
I Am Not Okay with This aveva il potenziale per diventare una delle migliori serie originali Netflix, eppure il suo destino è stato tristemente segnato fin dall’inizio per due ragioni: l’essere uscita appena prima che si scatenasse la pandemia del Covid-19 e il dover sopportare il peso di essere stata promossa come un ibrido tra Stranger Things e The End of the F***ing World.
Il viaggio della commedia nera a tinte horror si è infatti interrotto dopo appena una stagione composta di soli 7 episodi della durata inferiore alla mezz’ora, nonostante prima che la pandemia arrivasse negli Stati Uniti Netflix avesse già provveduto a rinnovarla. A determinare questo repentino cambio di idea da parte della piattaforma streaming sarebbe stato proprio il mancato soddisfacimento della aspettative da parte di I Am Not Okay with This, che essendo stata associata in fase di promozione a due dei più grandi successi Netflix di tutti i tempi, ci si aspettava avesse un successo tale da divenire un cult istantaneo. In realtà, per quanto abbia ottenuto buone critiche e un discreto successo a livello di pubblico, la prima stagione di I Am Not Okay With This era semplicemente troppo breve e introduttiva per soddisfare interamente le aspettative elevate di un pubblico a cui era stata presentata come “la nuova Stranger Things”, pertanto non ha mai avuto nemmeno la possibilità di dimostrare cosa sarebbe potuta diventare prima di venire brutalmente cancellata. A distanza di anni ci chiediamo quanto ancora sarebbe potuta crescere I Am Not Okay with This, che consideriamo uno dei più grandi rimpianti in casa Netflix e di cui abbiamo provato a immaginare l’evoluzione in un’ipotetica seconda stagione qui.
4) Game of Thrones
A differenza delle altre serie tv presenti in questa lista, Game of Thrones non è stata penalizzata dalle aspettative fin dalla sua origine. Il grande fantasy epico targato HBO è diventato, negli anni della sua messa in onda, un vero e proprio fenomeno di culto a livello globale, un appuntamento settimanale fisso per milioni di fan che consideravano la serie un’esperienza di vita, un racconto dalla potenza narrativa senza pari, capace di appassionare il mondo intero. Con il procedere delle stagione, man mano che la fine della storia sembrava farsi più vicina, le aspettative del pubblico sono cresciute, le teorie sul finale si sono fatte sempre più complesse, la tensione per la risoluzione delle trame principali sempre più palpabile. Quando è stato annunciato da HBO che la serie avrebbe avuto due stagioni conclusive abbreviate, per un totale di 13 episodi complessivi contro i 10 stagionali prodotti fino alla sesta stagione, i fan avrebbero dovuto iniziare a comprendere che la fine di Game of Thrones sarebbe stata necessariamente affrettata, eppure HBO ci aveva abituati così bene fino ad allora che abbiamo continuato ad aspettarci il massimo dalla serie.
Le aspettative sono cresciute di episodio in episodio, di stagione in stagione, finché a un certo punto sono diventate semplicemente troppo elevate. E quando ci si aspetta la perfezione, qualsiasi altra cosa ci venga proposta che non sia impeccabile, inevitabilmente ci delude. Per quanto la settima e soprattutto l’ottava stagione di Game of Thrones viaggino su ritmi folli e siano decisamente al di sotto del livello delle stagioni precedenti, se si fosse trattato di qualsiasi altra serie probabilmente oggi non parleremmo del finale dell’epopea fantasy come della più grande delusione televisiva degli ultimi anni, ma al massimo di una conclusione piuttosto insoddisfacente di una bellissima avventura.
5) How I Met Your Father
L’idea di una serie spin-off di How I Met Your Mother, una delle comedy più amate degli anni Duemila, era nell’aria da anni, fin da quando il controverso finale della serie è andato in onda dividendo il pubblico tra i molti detrattori e i pochi appassionati sostenitori. Quando è giunto l’annuncio dell’ufficialità della produzione di How I Met Your Father, con protagonista niente di meno che Hilary Duff, la reazione dei fan della serie originale è stata molto simile a quella avuta nella visione della puntata conclusiva della serie madre: un misto tra perplessità, aspettative elevate e paura di rimanere delusi.
Ben prima di andare in onda, How I Met Your Father ha dovuto fare i conti con milioni di persone in tutto il mondo che senza nemmeno averla vista già la confrontavano con l’originale, un confronto che naturalmente la serie non poteva reggere. Tra accuse di eccesso di politically correct e paragoni spesso affrettati con la serie madre, How I Met Your Father ha dovuto fare i conti con un metro di giudizio ingiusto e con una buona parte del suo pubblico che quasi provava gusto ad affossarla. La comedy è stata accusata di essere troppo simile all’originale e allo stesso tempo troppo diversa, messa in una posizione in cui, per colpa delle aspettative legate alla sua origine, è stata sommersa di critiche prima ancora di avere la possibilità di mostrare il proprio DNA. Il che, lasciatecelo dire, è un vero peccato, perché al di là di una certa immaturità a livello di trama, How I Met Your Father è una comedy dalle buone potenzialità, che sembra avere molto da dire.