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10 singole stagioni delle Serie Tv criticate pesantemente dai fan

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Le serie tv belle dall’inizio alla fine si contato sulle dita di una mano, e lo spettatore è ormai allenato all’imperfezione. Quelle che ci fanno più arrabbiare, però, sono le serie che incappano in un brutto e imperdonabile scivolone: morti assurde, finali sotto le aspettative (pensiamo a Game of Thrones) e smania di chiudere o tappare buchi.

É proprio così che alcuni capolavori finiscono per deluderci al punto tale da compromettere quasi tutta la serie, o altre volte ci spingono ad aprire e firmare petizioni nella speranza di un’alternativa migliore, anche se difficilmente o quasi mai veniamo ascoltati.

Da Game of Thrones a Dexter, vediamo le 10 Serie Tv con le stagioni che più ci hanno delusi

1) Game of Thrones – Stagione 8

Game of Thrones

Non potevamo non inaugurare questa lista con la più criticata in assoluto: l’ultima stagione di Game of Thrones.

Se già la settimana stagione aveva iniziato a dare qualche segno di cedimento, era stata vista da molti come uno spartiacque necessario a mettere su terreno tutto quanto servisse a preparare la stagione più pazzesca di tutte: l’ultima.

È stato così?

Se dovessimo attenerci al semplice fattore tecnico, alla regia e all’impiego degli effetti speciali, la risposta sarebbe sì (di fatto, sotto questi punti di vista è stata una delle migliori). L’errore più grande però lo troviamo nella sceneggiatura, che fino a quel momento è stata il punto forte della serie. La decostruzione del personaggio di Jon Snow, che da eroe diventa succube di Daenerys, per non parlare della gestione frettolosa, superficiale e deludente degli Estranei, spariti più velocemente degli ospiti delle Nozze Rosse, e la figura di Bran Stark: il giovane Corvo con Tre Occhi che alla fine fa tutto e niente.

Un finale molto discusso e accompagnato da una delle petizioni di rivolta dei fan più grandi di sempre.

2) Vikings – Stagione 5

Game of Thrones

Un declino oggettivamente impossibile da non notare quello di Vikings con la 5 stagione (ma anche con la 4), che ha fatto un grosso scivolone difficile da perdonare per i fan.

Se la prima stagione è stata un momento di assestamento, dalla seconda stagione in poi abbiamo assistito ad un susseguirsi di eventi veloci, interessanti e dinamici. La vita amorosa di Ragnar ci ha fatto sognare, mentre Lagertha aveva iniziato il percorso che l’avrebbe portata a trovare la sua indipendenza. Perfino Rollo aveva trovato l’agognata supremazia sulle coste di Franchia.

Dopo il finale della 4 stagione, che vedeva i fan già provati dalla morte di Ragnar, con la quinta stagione Vikings è incappata in un grandissimo problema: la mancanza di novità. Molti personaggi sono infatti scaduti nella banalità, prima di essere eliminati completamente proprio per mancanza di logica o coerenza di trama (pensiamo al personaggio di Jonathan Rhys Meyers).

3) La Casa di Carta – Stagione 3

Game of Thrones

Partita con il botto e ritenuta una delle migliori serie tv spagnole di tutti i tempi, anche La Casa di Carta ha pagato il duro prezzo di voler portare avanti a tutti i costi una serie fatta e finita.

Ecco quindi che la terza stagione finisce per discostarsi totalmente dalla prima, raggiungendo livelli talmente simili a una soap che abbiamo fatto fatica a vederla.

A parte le new entry Palermo e Bogotà, discutibili per la recitazione e utilità, gli altri personaggi si riconfermano nella loro immobilità, ma soprattutto diventano forzatamente diversi dal personaggio iniziale.
Un esempio su tutti è Tokio, che prima molla Rio perché annoiata, poi fa radunare la banda per liberarlo, e quando viene mollata fa l’innamorata respinta, si ubriaca, ci prova con Denver e, giusto perché è l’unica che non ha niente da perdere, impugna un lanciarazzi e distrugge un blindato.
Che dire… una stagione degna della nomea di peggiore soap di sempre.

4) Tredici – 3 e 4 Stagione

Game of Thrones

Tredici è tra le serie che sono state colpite dal “morbo” più attuale che c’è: l’eccessivo politically correct.

La prima stagione ha conquistato tutti, con la sua crudezza e il messaggio forte che tentava di lanciare. Ma già nella seconda stagione le restrizioni, il linguaggio e i temi introdotti sembravano un tantino “corretti” e forzati.

Il vero danno è arrivato però con le ultime due stagioni, e in particolare con il finale, proprio come nel caso di Game of Thrones.

Già dalla terza stagione la storia raccontata comincia a essere confusa e piena di incongruenze. Gli episodi per ogni stagione sono ben 13 della durata di circa un’ora ciascuno, e considerando la fatica fatta per arrivare alla fine si sono rivelati davvero troppi. Si può notare un costante tentativo di trattare troppi temi delicati quali lo stupro, l’aborto e il suicidio, con il risultato di affrontarli tutti velocemente e male.

Ma se la terza stagione è stata un fallimento quasi totale, la quarta è stata anche peggio.

Alla sfilza di argomenti trattati inserisce anche la malattia, ed ecco che l’ultima stagione si riassume in inverosimiglianza, noia, toni sbagliati e fin troppo politically correct. Inevitabile quindi la tanta rabbia da parte dei fan, che si sono visti rovinare completamente una delle loro serie preferite.

5) Dexter – Stagione 8

Game of Thrones

Dexter rappresenta un caso emblematico tra le serie che si sono sabotate con una stagione terribile.

Per le prime cinque stagioni ha portato avanti una trama accattivante e a tratti emozionante, affrontando trasversalmente anche temi molto significativi. La serie non costituisce infatti soltanto un ottimo crime, ma ci regala anche un approfondimento sulle relazioni umane e i rapporti sociali.

La sesta e la settima stagione, però, sono state molto al di sotto delle aspettative. Era proprio per questo motivo che dopo qualche stagione alquanto mediocre, l’ottava stagione aveva il compito di risollevare le sorti del carismatico protagonista che sembrava essere ormai smarrito dentro una sceneggiatura incapace di ritrovare quella forza emozionale che ci aveva tenuti incollati allo schermo. Il problema principale è che, oltre a non farlo, ci regala anche un pessimo finale che non solo rende incapace e poco intelligente un protagonista che di fatto era costruito su presupposti di intelligenza sopra la media, freddezza e lucidità, ma appare come frettoloso, al di sotto delle aspettative così com’è tutta la stagione, incappando nello stesso errore dell’amata Game of Thrones.

6) The Office – Stagione 8

Dopo Game of Thrones e Dexter, anche The Office ha finito per deluderci.

Seppur non tra le peggiori cadute di sempre, anche The Office ha trovato un modo per finire in questa lista nera: l’addio al protagonista Michael Scott nell’episodio 7×22.

Già alla fine della settima stagione ci siamo trovati di fronte alla premonizione di quello che ci saremmo dovuti aspettare. Di base, quando le serie durano così tanto si tende fisiologicamente a perdere un po’ di interesse se non c’è un rinnovo coerente, e la mancanza di Steve Carell ha portato l’ottava stagione a essere tra le votate con il punteggio più basso di sempre.

Una scelta che non abbiamo proprio voluto accettare.

7) How I Met Your Mother – Stagione 8

How I Met Your Mother è sempre stata una di quelle serie snobbate da chi non ama il genere comedy, ma che ha abbattuto la barriera dei generi per chi ha avuto il coraggio di iniziarla (9 stagioni per 25 episodi sono tutt’altro che poche). Un po’ come Game Of Thrones per chi non ama il genere fantasy.

How I Met Your Mother la si guarda tutta d’un fiato, ma il punto di rottura è dietro l’angolo, ed è per questo che l’ottava stagione è votata come la peggiore tra tutte. La spiegazione risiede dietro alcuni episodi in particolare. Ad esempio Nannies, in cui è Barney è di nuovo single e ritorna sulla piazza come fece in The Playbook.

Un episodio emblematico di una stagione che risulta ripetitiva e che dopo tanti episodi non riesce a reggere il confronto col passato e soprattutto non riesce a continuare ad essere originale. Il risultato? una pessima nona stagione con un finale che ha deluso irrimediabilmente i fan.

8) American Horror Story – Stagione 5

American Horror Story – la serie horror che poi horror non è – ha sempre viaggiato tra alti e bassi. Stagioni pazzesche, stagioni accettabili e stagioni da dimenticare. Come la quinta, Hotel.

La delusione in parte viene da fatto che nel cast ci sia l’amatissima Lady Gaga che ha alzato notevolmente le aspettative, peccato però che la sola presenza non basti a convincere i fan che hanno reputato la sua stagione la peggiore tra tutte. Un pastone di vampiri, fantasmi e serial killer la rendono poco credibile e ai limiti del trash, a classica dimostrazione che il troppo stroppia.

A Lady Gaga poche colpe, dopotutto fa il suo con estrema dignità. Solo nell’ultima puntata, quando ha dovuto sopportare un ruolo più drammatico e intenso, ha evidenziato tutti i propri limiti espressivi, comunque giustificabili visto e considerato che mai aveva recitato prima.

9) Lost – Stagione 6

Anche la serie che ha creato il concetto di serialità, Lost, è incappata in una stagione ritenuta non all’altezza dai fan: l’ultima. Classica nella sua costruzione che alterna episodi avvincenti ad altri di continuità, questo non è piaciuto agli spettatori che in una stagione conclusiva si aspettavano ben altro. L’errore fa pensare a una mancanza di idee da parte degli autori, che hanno cercato di concludere episodi con finalità nulle piuttosto che dando maggiore spazio ai personaggi.

Proprio quest’ultima stagione ha aperto un grande dibattito attorno alla serie, dividendo in due il fandom: “trovata pazzesca o flop incredibile?”.

Ha rimesso in discussione tutte le stagioni e i suoi trascorsi.
Voi da che parte state?

10) The Walking Dead – Stagione 8

The Walking Dead era partita con il botto, ma come altre serie sopracitate ha tirato troppo la corda fino ad arrivare a una stagione davvero da cancellare.

L’ottava stagione, come la precedente, procede a singhiozzi alternando momenti accettabili e anche quasi emozionanti e interessanti, a scelte narrative che invece confermano le debolezze della serie di Scott M. Gimple.

Il grande problema di questa serie, che si trascina di stagione in stagione, sono proprio i momenti di noia e prevedibilità, che se all’inizio eravamo disposti a tollerare, arrivati a questo punto ci ha portati di fronte a un bivio: continuarla o smettere di guardarla.

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