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Ghosts: l’aldilà non è mai stato così vicino

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Per decenni, la letteratura di genere e la produzione audiovisiva hanno formato e alimentato l’immaginario comune e gli stereotipi connessi alle narrazioni del e sul soprannaturale. Dopo anni passati a costruire teorie e formulare ipotesi sulla vita dopo la morte e sulla possibile esistenza di luoghi in cui le anime dei più trovino la beatitudine o la dannazione eterna, l’intrattenimento di ogni genere si è lanciato in rappresentazioni più o meno realistiche di come tali realtà possano articolarsi. E ancora, un’interrogativo e elemento popolare sviluppato e arricchito dalle costruzioni narrative riguarda proprio la curiosa figura di entità paranormali, tra cui in particolare quella dei fantasmi. Con leggende e supposizioni varie, sono molti i luoghi comuni ormai inseriti nella coscienza collettiva e nella produzione letteraria e mediatica che assume a riferimento i generi più disparati, non soltanto quello fantascientifico. Ebbene, dopo una moltitudine di prodotti eterogenei eretti sulla base delle più disparate teorie sull’esistenza di un aldilà e sulle tormentate anime di chi non c’è più, giunge, in un 2021 da poco conclusosi, Ghosts.

Serie tv statunitense e remake della CBS dell’omonimo show britannico della BBC del 2019, Ghosts è un’irriverente sitcom che sfida i tradizionali luoghi comuni sul mondo dei fantasmi e delle tenebrose case infestate con gli eccentrici toni da commedia di chi del genere si è nutrito.

La premessa è molto semplice: una coppia sposata di New York riceve in eredità da una lontana zia una gigantesca country house fuori dalla frenesia e dal traffico della città. Tutto sembra perfetto, se non per la necessità di alcuni lavori di ristrutturazione, fino a quando lo chef disoccupato Jay e la giornalista freelance Samantha non scoprono che la proprietà è in realtà infestata da otto stravaganti fantasmi. A seguito di una caduta quasi mortale, la giovane sposa è salva per miracolo e, quando rimette piede nell’antica struttura, la sua percezione della realtà è cambiata: Samantha è in grado di vedere i defunti che si aggirano per le mura della grande casa e non solo, è capace di interagire coi fantasmi in generale. Il duo di umani decide dunque di dare nuova vita all’edificio e trasformarlo in un Bed & Breakfast contro la volontà delle anime degli inquilini che già erano ostili ai due nuovi proprietari. Abituati a vivere da soli e in totale libertà all’interno della struttura, vista l’anziana età della vecchia padrona di casa costretta sempre a restare a letto, gli otto vengono sconvolti dalla nuova quotidianità a cui Jay e Samantha li costringono inconsapevolmente. Con l’obiettivo di ostacolare la ristrutturazione e la nuova configurazione del proprio alloggio, i fantasmi iniziano a interagire con la donna e, attraverso di essa, col marito.

In una realtà in cui le anime dei defunti rimangono imprigionate nel luogo in cui perdono la vita fino a che non sono capaci di raggiungere l’agognato aldilà, nel casolare ormai cadente a pezzi e in cui gli antichi mobili sono ricoperti di polvere vivono la signora del maniero Hetty, il colonialista Isaac, il vichingo Thorfinn, la hippie Flower, il nativo americano Sasappis, il capo girl scout Pete, la cantante jazz Alberta, il trader di Wall Street Trevor e il decapitato Crash. Ciascuno con la propria definita e distintiva personalità e backstory, sono caratterizzati dagli abiti con cui sono deceduti, tipici del periodo storico e identificativi del proprio categorico contributo alla trama. In aggiunta agli otto insoliti inquilini, il seminterrato della struttura è occupato da un gruppo indefinito di spiriti morti di colera dall’aspetto decadente e raccapricciante, l’aspra presenza di questi rende inquieti i più civili fantasmi del piano di sopra.

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Come è la vita dopo la morte? E, soprattutto, come diventa quando la spensierata quotidianità di fantasma di una polverosa villa infestata viene stravolta da dei nuovi inquilini vogliosi di dare all’alloggio una nuova e affollata dinamica?

Morti in tempi recenti o estremamente lontani, i non-vivi sono singolari e nettamente presentati sulla base di categorie e dettami stereotipati, ciascuno proveniente da un’epoca diversa con abitudini proprie e estranei alle usanze e agli apparecchi della nuova era. Per queste ragioni, il gruppo non è per nulla preparato alla nuova convivenza e, seppur restio, inizia a interagire con Samantha in un flusso di dinamiche frizzanti e spiritose che hanno come base la demistificazione dei luoghi comuni sui fantasmi, l’interazione tra il mondo dei vivi e dei morti e lo straniamento che tale contatto produce. Gli otto protagonisti imparano a relazionarsi con gli umani del presente, con l’età in cui questi si collocano e gli elementi che la caratterizzano. Ad esempio, la la rigida e conservatrice Hetty è portata a interagire con una attualità molto meno retrograda e più libertina; mentre Thorfinn e Sasappis hanno un debole per la tv, per i documentari storici e i reality show. Oltre al contatto con Samantha, ciascuno degli otto è in grado in qualche modo di farsi percepire dal mondo dei vivi, per esempio Trevor è capace, con un impegno disumano, di muovere di pochi centimetri gli oggetti fisici.

Approfonditi individualmente con le backstories e alcuni contatti con la realtà concreta che ha proseguito senza di loro, i personaggi di Ghosts offrono una spassosa parodia del terrificante immaginario comune connesso agli spettrali spiriti. Questi hanno emozioni, soffrono di solitudine e periscono una quotidianità passata a rincorrere la beatitudine che l’aldilà sembra offrire. Sono tormentati dal quesito sulla propria morte, specialmente Alberta che sospetta di esser stata assassinata, e non si danno pace. Il remake statunitense, così come l’originale britannico, ironizza proprio sugli aspetti più comunemente associati al mondo degli spiriti. Ghosts ci catapulta in un racconto ritmato e irriverente in cui i fantasmi patiscono un dolore immane ed emanano cattivo odore quando gli umani vi passano inconsciamente attraverso. Un’ironica storia in cui agli spettri è richiesto un impegno terribile per farsi notare nel mondo dei vivi: Trevor deve rivolgere uno sforzo viscerale per premere un bottone e Thorfinn è distrutto dal tentativo di far spegnere una lampadina. Le case infestate non sono necessariamente sinistre e terrificanti come il panorama dell’intrattenimento ci ha sempre comunicato. Sulla scia del medesimo dissacrante umorismo proposto dalla sitcom di Taika Waititi, What We Do In The Shadows, Ghosts non si prende sul serio e schernisce uno scenario da tempo alimentato da narrazioni tese e oscure. Il soprannaturale non è mai stato così naturale e umanamente imperfetto: proprio grazie a una storia che rompe con la tradizionale idealizzata visione di una realtà ipotetica e lontana, l’aldilà e la possibilità di una vita dopo la morte divengono credibili ed esilaranti.

Finalmente gli spiriti si prendono il meritato riconoscimento e ritrovano la propria umanità, attraverso una comicità che li rende protagonisti e non necessariamente antagonisti o fredde caricature.

Pur non essendo un prodotto perfetto o lo show del decennio, Ghosts riesce nel suo semplice intento di intrattenere con una sitcom apolitica e intenzionalmente leggera. In una realtà odierna in cui le commedie sembrano a tutti i costi non voler più far solo ridere, la serie tv della CBS è volutamente disimpegnata e senza pretese. Gioca con pungente ironia con gli stereotipi e le costruzioni storiche e tradizionali. Un punto focale per lo show è lo straniamento: sia vissuto dai fantasmi tramite il contatto con la coppia e la realtà concreta; sia percepito dai due protagonisti all’interazione con la nuova quotidianità; sia esperito dai personaggi esterni, che ne sono vittime quando entrano in contatto con Samantha e il bizzarro modo che ha di comunicare coi nuovi amici. La vita dopo la morte com’è? Ghosts ci propone una personale interpretazione di irrequiete anime dalle vite interrotte, intrappolate nello spazio e nel tempo assieme alle ultime scelte e azioni compiute prima che le esistenze terrene fossero lasciate a metà.

Pur impiegando più tempo del normale per porre le basi della sua storia, Ghosts erige una struttura semplice ma originale capace di durare a lungo e giovare di uno scrigno creativo florido. Samantha, Jay e i fantasmi divengono un’inusuale squadra e famiglia, imparando a conoscersi a vicenda e a convivere con le stranezze altrui. Le dinamiche e le avventure della coppia e degli otto eterogenei spiriti sono già molte e diverse in ciascuna delle attuali tredici puntate che compongono la prima stagione. Con una premessa e una narrazione che consentono intrecci e articolazioni molteplici, la serie potrebbe potenzialmente durare a lungo grazie a una costruzione brillante, irriverente, e fuori dal comune. Leggera e puramente disimpegnata, Ghosts è l’ideale per un caldo binge watching di inizio anno.

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